31 ottobre 2018

Wrap Up: Ottobre 2018

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Wrap Up: Ottobre 2018

E pare che anche novembre non sia stato un mese particolarmente brillante come letture… tranne che per la nostra librovora “costante” Gioneb, che pensava di far peggio. Ma comunque abbiamo letto, come sempre. Vediamo cosa!


Wrap up della librovora miki_tr

Book Count: 9
Libri letti:

Spark, di Alice Broadway.
Ho finito questo libro a qualche ora dall’inizio di ottobre, quindi in ritardo sullo scorso Wrap Up. Avevo letto l’anno scorso il primo libro della serie, Ink, e se non ricordo male quel libro è stato il primo che ho recensito su questo blog. Spark è un buon secondo capitolo di questa trilogia, anche se soffre un po’ della sindrome del libro di mezzo, con conseguente finale incerto per i personaggi, che comunque non sono il punto di forza di questa serie. A farmi gradire il libro aiuta sicuramente il fatto che l’azione si sposti quasi totalmente in un altro contesto culturale, ed in effetti probabilmente l’aspetto più affascinante di entrambi i libri è proprio il modo in cui sono immaginate queste culture, con le loro fiabe, leggende e superstizioni. Un bel libro. E il colpo di scena finale proprio non me lo aspettavo!

City Of Ghosts, di Victoria Schwab.
Sospetto che, in questo momento di crisi di lettura, non mi faccia male tornare alle certezze. Una delle mie certezze è senza dubbio Victoria Schwab; quindi ho deciso di iniziare le mie letture di ottobre con questo libro, uscito di recente, che mi sembrava molto adatto al tema. E ho fatto centro. Si tratta di un Middle Grade, ma per un libro rivolto ad un pubblico giovane, è piuttosto creepy, in verità. Nulla di impressionante, ma è molto incentrato sui fantasmi e su quello che la possibilità di entrarvi in contatto fa alla vita della protagonista. I personaggi sono molto carini, ma la cosa che ho preferito è l’ambientazione: la maggior parte della storia si svolge ad Edimburgo, e prima di metà libro questa città era salita ai primissimi posti nella mia classifica di posti che voglio assolutamente visitare. Il libro ha una trama molto semplice, ma comunque mi ha tenuto sulle spine per gran parte della storia. E i riferimenti continui ad Harry Potter sono sempre graditi!
Halloweenosità: 4 su 5 zucche

Mi sono imbattuta in questo libro nella mia ricerca, cominciata ad ottobre dell’anno scorso, di qualcosa che mi facesse almeno un po’ di paura. Ho trovato questo consigliato online; avevo già letto l’anno scorso un altro libro di Malerman, Bird Box, che si era rivelato il libro più ad alta tensione dello scorso ottobre.
Diciamo che questo ha confermato che questo autore con la tensione ci sa fare di brutto. In effetti, il libro si legge in un paio d’ore e tiene con il fiato sospeso fino quasi alla fine. Il finale non mi ha fatto impazzire, onestamente. Ma tutto il resto è perfetto come lettura creepy, anche se l’ambientazione è estiva e quindi non molto adatta a questo periodo dell’anno.
Halloweenosità: 4 su 5 zucche

Jackaby, di William Ritter.
Avevo voglia di leggere qualcosa che mi ricordasse Stalking Jack the Ripper, per consolarmi di non avere in mano il quarto libro di quella serie. Devo dire però che, per quanto questo libro non sia esattamente all’altezza, secondo me, ho trovato l’atmosfera piuttosto simile, almeno nel senso che cercavo. Nella sinossi del libro c’è un paragone con Doctor Who, e per una volta non è così folle come idea. Anzi, a guardare bene, lo stagno al terzo piano della casa di Jackaby è una cosa molto in stile Doctor Who… E’ un libro molto divertente ed una serie che promette molto bene, insomma.
Alfabeto Challenge: Lettera J
Halloweenosità: 3 su 5 zucche

The Land I Lost, di Cassandra Clare e Sarah Rees Brennan.
Ovviamente questo racconto fa eccezione alla mia regola di storie creepy in ottobre… ma lo sapevamo tutti.
Allora, la mia collega Librovora Marty come al solito dirà tutto quello che c’è da dire su questo racconto in maniera molto più eloquente di quanto possa farlo io. Mi limiterò a due dettagli personali: ho qualche dubbio sui metodi educativi di Magnus Bane, ma le lezioni di trattative con i demoni del piccolo Max sembrano dare buoni frutti, quindi non mi preoccupo più di tanto. E, seriamente, ma questo racconto l’hanno scritto parola per parola per strapparmi il cuore? No, perché nel caso, ci sono riuscite perfettamente.

Frankenstein, di Mary Shelley.
Avevo letto questo libro da ragazzina (credo alle medie, con tanti altri classici dell’horror), ma ricordavo talmente poco della storia che dopo le prime pagine credevo di aver sbagliato libro… ricordo che l’avevo trovato molto più lento e meno horror di quanto mi aspettassi. In parte capisco la mia impressione, perché è un libro più filosofico che altro, ma da adulta l’ho apprezzato molto. Leggerlo in inglese, nonostante il linguaggio piuttosto complesso, probabilmente ha aiutato a farmelo piacere, perché la prosa (per quanto a volte sia un po’ troppo infiorettata per i miei gusti) è veramente bella.
Il Classico del Mese: Settembre
Halloweenosità: 4 su 5 zucche

Ho adorato tutto di questa graphic novel: il disegno, i colori, lo stile, l’idea, il testo… è una storia che mi è piaciuta moltissimo, anche se la trama continuerà in un altro volume e quindi ancora non so come finirà. Ma quello che ho letto finora è assolutamente di mio gusto, e non vedo l’ora di avere in mano il secondo volume. Un avviso: i contenuti sono molto pesanti e anche grafici. Non penso sia una lettura per tutti, ma a me è piaciuto moltissimo.
Halloweenosità: 5 su 5 zucche

La Morte a Venezia, di Thomas Mann.
Mi attirava questo classico già da qualche tempo. Nonostante sia poco in tema con il mio mese, ho ritenuto che la parola “morte” nel titolo bastasse a giustificarne la lettura in ottobre, anche se ammetto che avevo immaginato non avesse molto a che fare con una lettura creepy. Non mi è dispiaciuto come libro, in certe parti: ci sono un paio di descrizioni di Venezia che sono assolutamente affascinanti, e comunque la seconda metà del libro ha parti molto belle. Il neoclassicismo però è pesante e non mi ha fatto impazzire particolarmente. Ne vedo anche il senso e il legame con la storia raccontata, ma probabilmente le mie indigestioni scolastiche del genere sono ancora troppo vive nella mia memoria per farmi godere del tutto questo libro.
Halloweenosità: 0 su 5 zucche

Canone Inverso, di Paolo Maurensig.
Visto che i prossimi tempi si prospettano complessi e non so quanto riuscirò a leggere, ho preferito interrompere il mese tematico per assicurarmi di avere tempo di leggere il libro del Club di lettura. L’avevo già letto qualcosa come vent’anni fa, e ricordavo poco oltre la struttura particolare. Quello che ricordo bene, e che amo quanto il libro, è sicuramente il film, al punto che mentre leggevo mi risuonava in testa la splendida colonna sonora. Al di là di questo, penso che questo libro sia veramente bellissimo. La storia è semplice, ma è così affascinante che mi ha incantato, e il finale, che non mi ricordavo, mi ha lasciato a bocca aperta. Gran bella lettura.

Wrap up della librovora Marty

Book Count: 4
Libri letti:

Non posso che commentare questa piccola storia con un enorme, colossale, mastodontico AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!
No, davvero, non so cos’altro dire, non la smettevo più di ridere. Quanto mi erano mancati quei due supremi cretini (sto parlando dei protagonisti, ovviamente).

Continuando il commento di prima, devo dire che per quanto siano due imbecilli, mi erano proprio mancati Monty e Percy, che, anche se non si vedono tanto, hanno i loro momenti di gloria persino in questo libro, tutto dedicata a Felicity. Parlando proprio di lei, se nel primo libro la vediamo con gli occhi del fratello, insopportabile e troppo sicura di sé, qui scopriamo anche il suo lato più fragile e dubbioso. Tutte le avventure e disavventure con cui avrà a che fare nel corso di questa storia le faranno mettere in discussione la sua voglia di non conformarsi alla società prettamente maschilista di quei tempi. Fortuna che ci sono con lei due compagne di viaggio molto determinate e molto strane, che non le faranno perdere di vista l’obiettivo.

The Land I Lost, di Cassandra Clare e Sarah Rees Brennan.
[IL COMMENTO E’ LUNGHISSIMO, SONO MORTIFICATA, NON MI SO CONTROLLARE]
No so come iniziare il commento di questa mini-storia, quindi direi che faccio partire i soliti scleri Shadowhunteriani, che sono ancora più del solito, perché non sono riuscita a contenermi davanti a cotanta bellezza. E potrei aver fatto qualche spoiler. Ops…
-Queste conversazioni tra Jace e Alec sono molto familiari.
-Ormai lo dico per quasi tutti i personaggi dei libri che leggo in questo periodo: Quanto mi erano mancati.
-Aww, povero Chairman Meow! (E uno)
-Aww, Ultra Magnus, che dolce cucciolotto che è Max! (E due) -Aww, che nostalgia! (Continuiamo con tre)
-Aww, Max che si vuole vestire come il suo Papà, e quel Papà è Alec e non Magnus. Che smacco. (E poi, quattro)
-Aww, pure il demone è commosso per quanto sono carini i Lightwood-Bane (Ed infine, cinque. Con questo dovrei aver finito con gli aww, ma non si sà mai)
-Eccome se a Lily piace Jem, e sicuramente le piacerà ancora più adesso che non è più un Fratello Silente.
-Max professione Stregone Veggente va bene, ma il dinosauro mi sembra eccessivo.
-Jace, quando si tratta di Alec nessuno ti può sostiture e lo sai, quindi rimani a New York e lascia andare il tuo parabatai a trovare il suo futuro figlio.
-Che bello vedere i Nascosti che vanno finalmente d’accordo tra di loro e si aiutano a vicenda.
-Elliot, io ti uccido. Non puoi casualmente menzionare la questione Immortalità di fronte ad Alec.
-Jace, non stava parlando di te.
-Come-and-Stare Family. Oh, Lily quanto mi sei mancata, era dal lontano Marzo 2018 che non ti vedevo. (Preparatevi, perché i nickname di Lily per Jem li scriverò tutti qui, nessuno escluso)
-Alec, il protettore del popolo.
-Tessa! Jem! Finalmente! Come siete carini!
-Quando si è aperto il portale ho creduto che arrivasse Magnus in persona, visto che ormai è abituato a interrompere le persone quando sono a letto.
-Tessa che adora i nickname di Jem è il mio nuovo idolo.
-Alec ha un ammiratore, ed è leggermente intimorito da questo.
-Questo “grande capo” dell’Istituto di Buenos Aires, in tre secondi, è riuscito a insultare e far arrabbiare Lily; e ad insultare Magnus, che non si trova nemmeno lì, e a far arrabbiare Alec di conseguenza. Complimenti. 50 punti per Grifondoro. CHI QUESTO BREAK-QUALCOSA E PERCHE’ NON E’ STATO ANCORA INFILZATO CON UNA LAMA ANGELICA???
-In questo caso era meglio se veniva Jace, lo avrebbe zittito in due secondi a forza di legnate.
-Jembalaya!
-Ok però, Alec ha persino già l’anello, quindi adesso voglio il matrimonio.
-Rafe, finalmente! Tutti questi bambini orfani mi hanno messo una grande tristezza.
-Brother Snackaria!
-Will è sempre nei pensieri di Jem.
-Rafe fa tanto il duro, ma sotto sotto è un tenerone. E se è rimasto impressionato da Magnus solo per le foto, immaginatevi quando lo vede dal vivo.
-Lily si ricorda meglio delle cotte che ha avuto Alec di Alec stesso.
-La storia di Lily mi ha commosso, e questo racconto è un colpo di nostalgia dietro l’altro.
-Raphael visto attraverso gli occhi di Lily è tutta un altra persona. Sembra quasi un supereroe.
-Perché questa gente continua ad insultare i Malec? Perché? Alec avrebbe dovuto lasciare che Izzy la colpisse con la frusta, ma il ragazzo è troppo buono, santo cielo.
-Forse l’ho già detto, ma adoro i Fantastic Lightwood Threeblings!!!
-Clary and Alec bonding time! Che belli.
-Sono tutti belli. Clary, Jace, Alec, Magnus, Izzy, Simon. Tutti favolosi.
-Mi piace il rapporto di reciproco rispetto che hanno Jem e Alec.
-Delicious-peanut-butter-and-Jem-sandwich!
-Alec imbarazzato perché è l’idolo delle masse è dolcissimo.
-Molto interessante la storia del Primo Erede!
-Jem-nasium!
-Alec, non dovevi mandare a Jace quel messaggio dolce se non volevi che si preoccupasse per te che stai dimostrando i tuoi sentimenti così apertamente, senza che nessuno che ti minacci di morte.
-Sassy Alec is back.
-E’ nata una ship, Joaquin e Juliette.
-Lo so che sta bene, ma ho tremato per Rafe.
-Elliot che ci prova con Robert è la cosa più assurda che io abbia mai sentito. Più assurda anche di Robert che va a cena all’Hotel Dumort. Forse.
-Alec Inquisitore? Dove devo firmare?
-Oh Robert, non dovevi dire quella frase lì. Ora sto piangendo a dirotto.
-Alec e Magnus sono due padri fantastici!
-Il finale è TUTTO, TUTTO!!!
Comunque il punto di vista di Alec è bellissimo e non vedo l’ora di ritrovarlo nella trilogia dedicata a lui e a Magnus.
Ah, e mi sono dimenticata: Jem I’d-love-to-climb Carstairs.

What if It’s Us, di Becky Albertalli e Adam Silvera.
Penso che sia il primo libro che ho letto con una storia d’amore ben presente che non mi abbia fatto in nessun modo shippare i due protagonisti. E neanche gli altri personaggi.
La cosa non mi è dispiaciuta affatto, perché la storia é comunque molto dolce e anche realistica nel modo in cui tratta tutte le relazioni amorose tra i personaggi. Anche il finale è molto realistico e lascia un “What if” molto in tema con tutta la trama per il libro, che non mi è affatto dispiaciuto.

Wrap up della librovora Gioneb

Book Count: 8
Libri letti:

Escaping from Houdini, di Kerry Maniscalco.
Mi è piaciuto meno rispetto ai due libri precedenti, anche se mi è piaciuto tanto lo stesso, come potete vedere dal voto e dal bollino. Questa volta, non sono riuscita a immedesimarmi nella protagonista, perché mi sembrava continuasse a fare le scelte sbagliate e comunque non in linea con il personaggio che ho imparato ad amare nei libri precedenti. A tirare su un po’ tutto, ci si sono messi i personaggi secondari e Thomas (che non considero secondario, anche se si vede pochissimo). Il caso e l’ambientazione avevano tutte le carte in regola per essere spettacolari, peccato che sono state messe da parte per un triangolo amoroso non proprio interessante. Detto questo, ci sono comunque stati colpi di scena, omicidi efferati, battute e molto altro.
Su questo blog è già uscita la recensione della mia collega (la trovate qui) dove dice cose con cui sono d’accordo.

La scrittrice del mistero, di Alice Basso. Ho adorato questo libro, davvero, ma il problema è che l’unica cosa di cui vorrei parlare sono le ultime parole finali. Queste parole anticipano la trama del prossimo libro, quindi riesco solo a pensare “quando esce il seguito???”. Ho cercato in giro, ma non ho trovato niente… uffa.
Non voglio focalizzarmi sul finale, ci sono altre 319 pagine e mezzo prima della frase finale, tutte pagine da cui facevo fatica a distogliere lo sguardo. La trama è sempre stata il punto forte della serie e, in questo libro, lo è particolarmente, come anche i personaggi. I romanzi della serie sono un misto tra giallo e romanzo rosa e qui l’ho notato più che nei precedenti: finalmente la ship per cui tifo dal primo libro si è formata (stanno benissimo insieme!) e, a proposito, vi lascio le parole della protagonista: “Gli innamorati hanno bisogno di privacy per molte più ragioni di quanto si creda. Il sesso non è la più sconcia delle cose che non vanno fatte in pubblico. Ci sono gli sguardi e i sorrisi, le parole in codice, i giochi, le carezze a tempo perso: tutta roba che, a vederla da fuori, ottiene l’unico e immancabile risultato di farti sembrare un cretino. Gli innamorati hanno bisogno di stare soli per guardarsi come stiamo facendo in questo esatto momento io e il commissario e potersi concedere di essere ridicoli senza che nessuno gli rompa i coglioni.

Your name., di Makoto Shinkai.
“Ok, ma così non rende”: questo è più o meno quello che continuavo a pensare leggendo il libro.
Questo libro è la trasposizione del film omonimo e si vede che la storia è stata pensata per essere rappresentata in un film: vengono spesso riprodotti i suoni della natura attraverso onomatopee e la protagonista inserisce anche la colonna sonora raccontando quali canzoni ha in testa nel momento.
Ho adorato il film e il fatto di averlo visto ha influito sia positivamente che negativamente su questa lettura: da un lato non ho incontrato niente di nuovo, conoscevo già la storia; dall’altro riuscivo a visualizzare subito i paesaggi e le scene descritti.
Ancora una volta mi viene da dire che, nonostante il mio amore per la lettura e il giappone, la letteratura giapponese non fa per me.
Alfabeto Challenge: Lettera Y

The Gentleman’s Guide to Getting Lucky, di Mackenzi Lee. Storiella veramente corta, ma è bastata per farmi capire che mi erano mancati molto tutti e tre i protagonisti. Ho deciso di leggere questa storia per tirarmi su il morale, in un momento in cui non stavo tanto bene. Ha fatto il suo dovere e mi ha anche invogliato a iniziare subito il seguito della serie, nonostante avessi un’altra lettura in corso.


Non vedevo l’ora di leggere questo seguito, perché parla di donne che cercano di farsi strada in un mondo di uomini, e perché il personaggio di Felicity mi era piaciuto molto nel primo libro della serie. Queste aspettative, però, non sono state totalmente soddisfatte, perché ho trovato Felicity diversa da come me la aspettavo. Nonostante lei voglia farsi strada in un mondo maschilista, a differenza delle sue compagne sembra fare molto caso a quello che gli uomini pensano di lei, una cosa che non mi sembra molto in linea con il personaggio che mi ricordavo. Ho dato comunque cinque librovori perché il libro è molto bello, come trama e come personaggi, ma se non vedete il mio bollino sulla copertina è proprio perché mi aspettavo di più da Felicity.

The Land I Lost, di Cassandra Clare e Sarah Rees Brennan.
Ho adorato questa storiella e mi è venuta una gran voglia di rileggere la serie The Mortal Instruments!
Ok, ho detto la mia, adesso tornate indietro e rileggetevi il commento della Librovora Marty… su su, andate!

Uomini e topi, di John Steinbeck.
Ecco il mio classico di questo mese. Non era assolutamente previsto, poi l’ho trovato in offerta lampo sul kindle e ho deciso al volo di comprarlo e leggerlo. Non conoscevo Steinbeck, se non di nome, e avevo un po’ di paura che fosse un libro pesante, ma non è stato assolutamente così: la lettura è davvero scorrevole e si legge in poco tempo. Nonostante questo, il libro non è mai banale e racconta perfettamente la vita degli operai che si spostavano tra una fattoria e l’altra per trovare lavoro nell’America degli anni 30’. Il libro affronta molti temi, tra i quali la solitudine dei lavoratori stagionali (molti si sorprendono che i due protagonisti lavorino insieme) e la segregazione che subivano gli uomini di colore, che vediamo attraverso il personaggio di Crooks, il quale è costretto a vivere in una stanza separata dagli altri. Il finale, poi, è molto triste ed è abbastanza pesante da leggere, ma è in linea con tutto il libro e in qualche modo si poteva già immaginare.
Ah, la versione che ho letto è stata tradotta da Michele Mari e non da Cesare Pavese. Visto che l’introduzione del mio libro era incentrata sul perché di questa scelta (perché ormai è passato del tempo dalla traduzione di Pavese), ho pensato che fosse giusto specificarlo.
Un Classico al Mese: Ottobre

The Graveyard Book, di Neil Gaiman.
In questo libro ci sono cose che mi sono piaciute e cose che mi sono piaciute di meno. E’ un po’ lento, soprattutto all’inizio. Forse lo avrei apprezzato di più se avessi letto Il Libro della Giungla, di cui è un retelling. In ogni caso, in certi passaggi ho riconosciuto con piacere la mano di Neil Gaiman, ed ho apprezzato in particolare il personaggio di Silas.
Reading challenge: un libro uscito 10 anni fa.

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