15 ottobre 2018

Top Ten dei libri che non hanno sofferto della “sindrome da secondo libro”

Top Ten dei libri che non hanno sofferto della “sindrome da secondo libro”
a cura della librovora Marty

Penso che il secondo libro di una serie sia quello decisivo sia per lo scrittore che per il lettore, specialmente se il primo libro è stato un successo enorme. Per lo scrittore è il banco di prova per sapere se la serie funziona e non ci sono buchi nella trama. Per il lettore, invece, il secondo libro di una serie è un po’ particolare, perché è quello che fa scegliere se continuare o abbandonare la serie. I sequel devo essere quelli che portano avanti la trama in modo coerente e devono continuare a suscitare la curiosità nel lettore.
Ho raccolto qui alcuni sequel che mi sono piaciuti quanto o più del primo libro, e per i quali vale la pena continuare con le serie fino alla fine, senza lasciarsi intimorire dal numero di libri da cui esse sono composte.


(Harry Potter #2)
Ho riletto questo libro recentemente, e, come era prevedibile, ad ogni rilettura mi piace sempre di più. Rispetto a La Pietra Filosofale, credo che La Camera dei Segreti sia ancora più bello, e i personaggi nuovi introdotti sono alcuni molto divertenti, come nel caso di Mirtilla e Lockhart, e alcuni molto interessanti, come Riddle. Come secondo libro di una serie fa solo venir voglia di andare avanti con la lettura e finirla il più in fretta possibile.

-Paper and Fire, di Rachel Caine.
(The Great Library #2)
Questo libro a me è piaciuto tantissimo, ma devo ammettere che tra tutti quelli che ho letto della serie questo è quello che può essere definito più di transizione, perché il primo libro finisce relativamente bene, con poche questioni rimaste in sospeso, e questo secondo libro rimette tutto in discussione per poi avviarsi verso gli eventi molto distruttivi del terzo libro della serie. Ciononostante, questo in particolare è proprio il libro che mi ha fatto venire voglia di andare avanti, per via di tutte le battaglie per ciò che è giusto che intraprendono i protagonisti; e per la crescita personale dei protagonisti, che ho cominciato veramente ad adorare in questo libro in particolare.

-Prodigy, di Marie Lu.
(Legend #2)
Questo è il primo libro che cito in questa top ten che fa parte di una trilogia, in cui nel primo c’è l’inizio della storia e nel terzo la conclusione. (Librovora Marty: versione obvious.) E quindi nel secondo cosa abbiamo? Possiamo considerare Prodigy come un libro che ribalta tutte le carte in tavola e quasi smentisce tutto quello detto in Legend. I colpi di scena dureranno per tutto il secondo e anche per una prima parte del terzo libro, ed è in questa parte della storia che si mettono in discussione gli avvenimenti del primo libro, fino anche a cambiare l’identità del nemico di turno.

-Eldest, di Christopher Paolini.
(Il ciclo dell’eredità #2)
Se in Eragon abbiamo il classico cammino dell’eroe, dove un ragazzo comune diventa il salvatore della patria e vince una battaglia contro il nemico, in Eldest si comincia ad intuire che forse le cose sono un poco più serie di come se le era immaginate il ragazzo, e che per vincere la guerra questi ha ancora molta strada da fare. Ed ecco quindi il famosissimo “reality check”, dove Eragon si accorge che ha ancora molto da imparare e per farlo ha bisogno di aiuti esterni. Inoltre ho adorato la fine, dove il protagonista subirà un tradimento che lo porterà poi a crescere tantissimo nel resto della serie.

-The Elite, di Kiera Cass
(The Selection #2)
Chi ha letto The Selection sa che è molto incentrato su una “gara” per conquistare il cuore del principe, che si poteva risolvere subito se la protagonista non fosse più indecisa di lui, che di ragazze ne ha 20-25 tra cui districarsi. Sono andata avanti a leggere solo perché ho intravisto una sottotrama più interessante che viene, in effetti, sviluppata più decentemente nei due libri conclusivi. E anche perché ero curiosa di sapere come sarebbe andata a finire con i personaggi. Viene introdotta tutta una parte su gruppi di ribelli che vogliono spodestare la monarchia dal trono, e quindi anche le ragazze in “gara” devono vedersela con scontri e tafferugli. Poi, finalmente, la rosa delle candidate viene molto assottigliata, quindi conosciamo meglio qualche personaggio molto più interessante di America (non il continente, la protagonista), e veniamo un attimo distratte dalle sue lagne amorose.

-The Glass Magician, di Charlie N. Holmberg.
(The Paper Magician #2)
Anche qui, come per il libro precedente, gli ultimi due libri della trilogia sono quelli che mi sono piaciuti di più (anche se questa storia è molto, ma molto più bella). Abbiamo più conversazioni tra i due protagonisti, sono introdotti nuovi personaggi che ho, per mia sfortuna visto che non faranno una bella fine, adorato tantissimo. Anche la storia subisce un'espansione, cosicché abbiamo modo di esplorare e capire nuovi tipi di magia, non solo quella legata alla carta. Che è comunque la mia preferita. Origami forever!

-A Gathering of Shadows, di V.E. Schwab.
(Shades of Magic #2)
Ora, se il primo libro è stupendo, il secondo è da far strappare i capelli da quanto è bello. Per quanto riguarda la trama, il primo potrebbe essere considerato uno stand alone, visto che molte questioni sono chiuse in modo soddisfacente. Dal secondo inizia tutta una nuova storyline che riapre alcune questioni chiuse prima, risolte definitivamente poi nella conclusione. Di questa seconda parte di storia ho adorato principalmente i dettagli e una particolare sottotrama, che non danno per niente fastidio al filone principale della storia. Anche qui vengono introdotti una serie di nuovi personaggi, alcuni dei quali sono poi diventati miei preferiti dell’intera serie e che cresceranno tantissimo nel corso della storia.

-Down Among the Sticks and Bones, di Seanan McGuire
(Wayward Children #2)
Altro caso particolare, in cui tutti i libri di una saga hanno trame e protagonisti diversi gli uni dagli altri. Tutti hanno comunque in comune la brevità di sviluppo della storia e quindi sono anche molto veloci, senza stalli della trama e perdite di tempo con episodi inutili. Questo secondo libro è un prequel rispetto agli eventi del primo, da cui sapevamo giù qualcosa della storia raccontata qui. Mi è piaciuto molto il racconto dell’infanzia delle protagoniste fino a quando poi si ritrovano in un mondo tutto nuovo dove passeranno tutta la loro adolescenza. Un mondo che, pur essendo molto cupo e insolito, ho trovato affascinante e descritto benissimo dall’autrice.

-The Dream Thieves, di Maggie Stiefvater
(The Raven Cycle #2)
Ho essenzialmente adorato di più questo libro rispetto al primo perché: uno, compare di più il mio personaggio preferito; e due, il primo libro ha aperto così tante domande e risposto a così poche che ogni libro seguente al primo è più bello del precedente solo perché risponde ad alcune di esse. Ma torniamo al mio personaggio preferito, Ronan. La storia che viene sviluppata nel secondo libro è principalmente la sua, in lui cui capisce meglio se stesso e le sue abilità e, conosciamo meglio la sua famiglia e quello che è successo a loro, cosa che era stata solo accennata nel primo libro. Da questo punto in poi il ragazzo legherà ancora di più con gli altri personaggi, specialmente con Blue, la new entry del gruppo.

-Gemina, di Amie Kaufman e Jay Kristoff
(The Illuminae Files #2)

Gemina è il libro che mi ha fatto venire in mente di fare questa top ten. Ho amato alla follia sia Illuminae che Obsidio, rispettivamente primo e ultimo libro della saga, ma Gemina è il libro in cui veramente questa serie tira fuori un grandissimo potenziale che viene sfruttato benissimo. Un po’ per il colpo di scena totalmente inaspettato (forse prevedibile se si conosce il latino, o se si ricordano bene gli incantesimi di Harry Potter), che mi ha lasciato a bocca aperta; e un po’ perchè solo qualche pagina all’inizio imposta la storia, e per il resto è un susseguirsi di azioni che mi hanno tenuto incollata al libro.

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