22 ottobre 2018

Top ten delle morti più epiche

Top ten delle morti più epiche
a cura della librovora miki_tr


Ho scelto di parlare di un argomento a tema Halloween, questo mese: le morti, in particolare quelle morti che in un libro ci colpiscono particolarmente. A volte perché sono scene magistrali, a volte perché valorizzano la trama o lo stesso personaggio che ci lascia. Avevo moltissime idee per questa top ten, ma mi sono limitata a dieci morti, da brava librovora. Sono le prime che mi sono venute in mente, ma ce ne sarebbero altre che potrei citare.
Ovviamente segue un avviso: questa top ten contiene talmente tanti spoiler che anche dare una scorsa veloce alle immagini delle copertine potrebbe mettervi sulla giusta strada per rovinarvi il finale di un libro. Lettori avvisati… se volete addentrarvi comunque nella lettura, questa è la mia top ten.


La Canzone di Achille, di Madeline Miller.
Iniziamo con la morte che non giunge nuova a nessuno: quella di Patroclo. Nel caso di questa storia, quello che mi ha colpito particolarmente è come Patroclo sia il narratore del libro, ma la storia non finisca con la sua morte. Madeline Miller usa tutte le potenzialità della mitologia greca per coinvolgerci nella storia. La morte di Patroclo è qualcosa che ci si aspetta in un libro che ripercorre l’Iliade, ma questo non impedisce affatto di entrare nella storia e soffrire con i protagonisti per il destino terribile che li aspetta inevitabilmente.


Storia di una ladra di libri, di Markus Zusak.
Questo libro è narrato dalla morte. Al di là del fatto che questa idea secondo me non è sfruttata al meglio nel libro, mi aspettavo assolutamente che qualche personaggio importante morisse alla fine della storia. Quello che non mi aspettavo è che morissero praticamente tutti. La scena in cui Liesel, la protagonista, scopre i corpi dei suoi genitori adottivi, in particolare, mi ha colpito molto. E’ semplicemente toccante e di tutto il libro è indubbiamente la parte che ho preferito.


The Well of Ascension, di Brandon Sanderson.
Muoiono molti personaggi in questo secondo libro della trilogia, quindi ero abbastanza indecisa su chi citare: in realtà tutte le morti di Sanderson sono notevoli e restano impresse. Ma più di tutte, credo, quella di Zane proprio alla fine del libro contiene un dettaglio criptico che lascia a bocca aperta, e fa da perfetto preludio al terzo libro della trilogia, anticipandone perfettamente il colpo di scena.


Devo ammettere che alla fine di questo libro non mi aspettavo la morte di Pippa. Pensavo fosse il genere di libro in cui la ragazza che apparentemente si sacrifica, in qualche misterioso modo alla fine si salva. Invece ho apprezzato questo colpo di scena in sordina (perché non si tratta di una scena epica), così come il modo in cui in seguito la serie affronta le difficoltà di elaborare il lutto. In una storia che non mi ha conquistata, è stata una delle parti più interessanti da leggere.


A Conjuring of Lights, di V.E, Schwab.
Anche se mi aspettavo che succedesse, la scena della morte di Holland mi è rimasta molto impressa. Forse perché il personaggio in sé mi era piaciuto molto fin dal primo libro, ma soprattutto perché valorizza la sua personalità e si adatta molto anche all’atmosfera del mondo della Londra Bianca.


The Secret Chord, di Geraldine Brooks.
In un libro che non ci risparmia le morti, quella che ha colpito me è stata quella di Yonatan. Yonatan (il nome nella forma originale che usa il libro, tradotto comunemente in Gionata), il suo rapporto con David, la sua vita e la sua morte, vengono raccontate quasi in secondo piano e tutte in una volta molti anni dopo l’accaduto. Eppure per tutto il libro c’è un’eco delle conseguenze di quel dolore su David che non potevo ignorare.


Proxy, di Alex London.
Non mi aspettavo affatto che questo libro, che per altro è il primo di una duologia, si chiudesse con la morte di uno dei due protagonisti, Knox. Il personaggio fin dall’inizio fa un percorso di crescita che, da ragazzo super viziato e dissoluto, lo porta verso una maturazione non indifferente, che culmina con un sacrificio personale che valorizza la caratterizzazione. Inoltre la scena in cui dice addio agli amici mi è piaciuta molto, perché il personaggio mantiene il suo peculiare stile di insopportabile arrogante.


Tattoo Atlas, di Tim Floreen.
Diversamente da altri casi, in questo libro mi aspettavo un po’ dall’inizio che Franklin morisse. Diciamo che avevo sperato di sbagliarmi, ma la vedevo dura. E’ chiaro che la scena della sua morte è stata scritta volutamente per essere il più possibile toccante, soprattutto perché la si vede arrivare inesorabilmente senza poterci fare nulla. Ma, nonostante io di solito non sia particolarmente sentimentale, mi ha toccato parecchio. Non a caso, adoro questo autore.


Saga Volume I, di Brian K. Vaughan e Fiona Staples.
Di solito mi aspetto che l’inizio di una storia sia una sorta di preparazione, dove protagonisti e antagonisti vengono presentati. Di conseguenza, mi aspetto che le loro vicende si sviluppino. Saga inizia (e continua) in maniera del tutto diversa: The Stalk, uno dei personaggi che vengono presentati per primi, sembra essere uno dei principali antagonisti della serie. Peccato che non arrivi alla fine del primo volume. Sono rimasta di sasso quando l’hanno ammazzata di punto in bianco, soprattutto perché pensavo che fosse di fatto il volto dei “cattivi” della serie. Devo dire che andando avanti con i volumi mi sono resa conto che è abbastanza un modus operandi degli autori: questa graphic novel ha una conta dei morti degna de Il Trono di Spade.

Prima esauriamo le formalità: sì, anche in questa top ten ho infilato Harry Potter. Sì, lo faccio sempre. Sì, non potevo proprio evitarlo. In questo ultimo libro ci sono moltissimi personaggi, alcuni dei quali amatissimi, che lasciano il segno con la loro morte. Eppure quando ho chiesto alle mie colleghe librovore di indovinare di che morte avevo intenzione di parlare in questa top ten, nessuna delle due ha indovinato finché non ho fatto notare che saltavano un personaggio nel citarle tutte. Avrei potuto scegliere di citare la morte di Dobby (molto toccante), di Fred (che ha gelato tutti i lettori), di Lupin (uno dei miei personaggi preferiti), di Snape (epica, devo ammetterlo) o di Bellatrix (gongolavo come poche, per quella). Ma siccome non voglio farvi notare nessuna di queste, riuscite a indovinare di chi voglio parlare? No? Era difficile, lo ammetto. Mi è capitato, leggendo questo libro, di innamorarmi perdutamente di un personaggio solo per la scena della sua morte, considerando anche che è l’unica scena in cui sia presente in tutta la serie. Quando capita una cosa del genere, è segno che quella scena è ricca abbastanza da colpirmi, impressionarmi, e farmi ragionare. Ecco, questo libro non poteva non concludere questa top ten proprio perché c’è una scena così, che è se non altro epica per il mondo nascosto che apre. Ma di chi sto parlando? Di Gellert Grindelwald. Qualcuno l’aveva indovinato?

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