4 aprile 2020

Wrap Up: Marzo 2020

Wrap Up: Marzo 2020

Non possiamo proprio lamentarci del nostro mese di marzo: due librovore su tre hanno avuto un mese pieno di letture di alta qualità, e anche alla terza non è andata male. Dobbiamo dire, comunque, che per tutta la seconda metà del mese siamo state più concentrate sull’imminente inizio del mese di aprile e, di conseguenza, dei G.U.F.O., piuttosto che su quanto stavamo leggendo al momento. Ma questo è argomento per il prossimo mese. Vediamo intanto come è andato quello appena finito.


Wrap up della librovora miki_tr

Book Count: 11
Libri letti:

Il Sogno della Regina, di Manda Scott.
Trigger: Guerra, violenza, tortura, morte, descrizione di ferite fisiche e scene cruente, morte di animali.
Non potevo resistere più di tanto nel continuare questa serie, e quindi ho letto il secondo libro nei primi giorni del mese, attendendo Chain of Gold che esce il 3. Più che soddisfatta della mia lettura, sono di nuovo innamorata del tutto di questi libri, dai personaggi all’ambientazione, dalla sottile magia di questa storia all’azione più pura. E questo è il libro che amo meno di questa serie… ma è comunque fantastico. La mia scaletta del mese probabilmente farà sì che io non riesca a leggere il prossimo fino almeno ad aprile, ma state sicuri che appena possibile andrò avanti!

Chain of Gold, di Cassandra Clare.
Trigger: morte, violenza, sangue, abuso di alcool.
Ovviamente ero molto ansiosa di leggere questa serie, non solo perché mi piace il mondo di Shadowhunter, ma anche perché mi piace particolarmente proprio questa parte ambientata nel passato. Sono sicura che, qui sotto, la Librovora Marty avrà commentato questo libro molto più eloquentemente di me. Posso dire che mi è piaciuto molto, soprattutto dal punto di vista dei personaggi, anche se all’inizio confesso che ho fatto molta fatica a ricordarmi esattamente come fossero le relazioni tra di loro per la parte che già conoscevamo dalle varie antologie in cui sono comparsi. La trama generale di questa serie, inoltre, sembra molto intrigante. Rispetto alla serie The Dark Artifices, in cui i molti punti di vista rallentavano parecchio la storia, questo libro, che pure ha forse altrettanti balzi di POW, ha un ritmo che funziona, il che mi dà l’impressione che la Clare sia molto migliorata da questo punto di vista.
Popsugar: Un libro uscito nel 2020

Room, di Emma Donoghue.
Trigger: Rapimento, prigionia, abusi sessuali, violenza, morte in grembo.
Emma Donoghue ha un talento notevole per scrivere dal punto di vista dei bambini, e questo libro sicuramente lo dimostra. La storia è molto difficile, pesante e cruda, e il punto di vista di Jack a tratti la addolcisce, a tratti la rende ancora più terrificante. E’ un libro molto intelligente e scritto molto bene, che porta a dubitare di tante cose che abitualmente diamo per scontate o banali, vedendole attraverso gli occhi di un bambino che è cresciuto in circostanze assolutamente inusuali. Un gran bel libro.
Popsugar: Un libro con solo parole sulla copertina
Passaporto Arcobaleno: Marzo

The Fever King, di Victoria Lee.
Trigger: Abuso sessuale di minore, morte, malattia, razzismo.
Avevo bisogno di rileggere questo libro in preparazione per l’uscita, tra pochi giorni, di The Electric Heir, che chiude questa duologia. Be’, dico che avevo bisogno di farlo, ma non è che sia stato un peso, anzi! E’ un libro le cui sfumature si apprezzano meglio sapendo cosa succederà, cosa nascondono i personaggi, e il fatto di avere un’idea della situazione politica aiuta molto nella prima parte, che è un po’ complessa proprio perché il libro racconta un panorama politico che ha molte sfaccettature, e che all’inizio necessita di parecchie spiegazioni perché il lettore possa inquadrare la situazione. E’ stato bello rileggere questa storia e ritrovare familiarità con i personaggi, e ovviamente questo libro mi ha fatto venire ancora più voglia di avere in mano, finalmente, il successivo.

Trigger: io non ho trigger da segnalare; fateci sapere se c’è qualcosa che mi sfugge.
Non solo condivido l’opinione di chi dice che questo è un libro molto carino, condivido per una volta anche quella di chi dice che ricorda Harry Potter. Lo ricorda in più di un modo, tanto che penso si possa chiaramente capire che l’autrice ha preso molta ispirazione dalla Rowling sia per quanto riguarda l’impostazione e la struttura della trama, sia per quanto riguarda la creazione del mondo fantastico e il modo in cui ha scelto di mostrarlo a noi lettori. Insomma, si sente la scuola, ma comunque l’autrice ha imparato molto bene il mestiere. Bizzarra la scelta di ambientare la trama in un mondo parallelo e fantastico di un mondo già fantastico in partenza, ma allo stesso tempo forse non la più azzeccata, perché quello che si guadagna in atmosfera in questo modo, lo si perde in chiarezza in qualche passaggio. Comunque è una lettura molto divertente con qualche risvolto più profondo e interessante, e un buon primo libro per una serie che sicuramente rivelerà ancora molte sorprese.

Trigger: Violenza, morte, manipolazione psicologica, adulterio.
Un thriller carino con un buon gusto per i colpi di scena che rivaluta decisamente la storia, di per sé non particolarmente intrigante fino al finale e alla rivelazione inaspettata che porta con sé. Non mi hanno fatto impazzire i personaggi, che tendono ad essere un po’ prevedibili fin dall’inizio, ma devo ammettere che sono arrivata alla fine senza avere indovinato quello che davvero era successo, e questo non mi dispiace affatto!

The Electric Heir, di Victoria Lee.
Trigger (indicati dall’autrice): violenza, sangue, raffigurazione di violenza sessuale e abusi su minori, violenza domestica, riferimenti al suicidio, raffigurazione di disturbi dell’alimentazione, abuso di alcol e sostanze.
Mi pare di avere detto spesso, anche su queste pagine, che questo libro era in assoluto una delle uscite più attese dell’anno, per me. Finalmente l’ho letto, e… wow. Mi sono innamorata da capo dei personaggi, dal primo all’ultimo, e di come l’autrice non risparmia nulla a nessuno, chiamando le cose con il loro nome, per quanto sia sgradevole, e mostrando chiaramente un grande talento con i personaggi, prima di tutto. L’ambientazione, così come la situazione politica, sono forse un po’ meno rilevanti in questa storia, e non sono ancora sicura che questo sia stato un bene o un male: ha lasciato più spazio ai personaggi, ma allo stesso tempo questi sembrano un po’ più distaccati dalla realtà che li circonda. La parte finale è un po’ troppo affrettata per i miei gusti, sia nell’azione climax della storia, sia nella breve parte successiva. Qualche passaggio non è chiarissimo, in questa parte, e sarebbe forse servita qualche scena in più. Comunque bellissimo.

Under a dancing Star, di Laura Wood.
Trigger: morte di un genitore (nel passato).
Sono sempre più convinta del fatto che mi piace moltissimo come scrive Laura Wood. Questo libro è un retelling di Molto Rumore per Nulla e mi ha colpito molto il modo in cui l’atmosfera è stata ricreata, nonostante l’ambientazione temporale molto diversa, e la scelta di spostare la storia negli anni venti del Novecento. I personaggi sono molto belli, inclusa la protagonista, Beatrice, e il tono delle conversazioni tra loro regge quello della commedia originale, nonostante il linguaggio molto diverso. Un libro delizioso e romantico, ma mai in una maniera che mi abbia ricordato perché il romantico non è il mio genere. Da leggere quando ci si vuole rilassare.

Sisters of the Vast Black, di Lina Rather.
Trigger: morte, epidemia, suicidio.
Questo è un libro molto corto ma molto interessante, soprattutto nella costruzione dell’universo e della società in cui è ambientato. La lunghezza trae in inganno: le pagine sono molto dense di storia e di storie. La trama sembra quasi quella di un prequel: sebbene la vicenda sia autoconclusiva, apre senza dubbio verso un panorama più ampio, e sarebbe interessante avere un eventuale sequel. Anche dal punto di vista dei personaggi mi piacerebbe che questo libro diventasse una serie: quello che c’è su di loro è affascinante, ma inevitabilmente sacrificato in buona parte per via della lunghezza. Un bel libro.

The Toymakers, di Robert Dinsdale.
Trigger: Morte di un genitore, guerra (off screen), violenza (off screen), abusi sessuali (accennati).
E’ molto difficile parlare di questo libro in maniera completa, perché non è una storia incentrata su trama o personaggi, ma piuttosto su un concetto che disegna gli aspetti magici della trama (che ho scoperto solo nel leggere il libro: mi aspettavo che fosse di genere storico, con una forma di “magia” solo metaforica). Il libro rimarca la premessa di base per tutta la storia, e lo fa a dire il vero in maniera anche molto poetica e con uno stile molto piacevole. Però c’è qualcosa che non va nel ritmo del libro, un difetto difficile da definire, ma che mi spingeva a trovare molto piacevole quello che leggevo, ma allo stesso tempo a non avere remore ad interrompere la lettura e a non essere molto stimolata a riprenderlo in mano dopo una pausa. Penso che, per me, questo libro forse chiedesse un po’ troppa fatica alla mia sospensione dell’incredulità, e per questo si sia rivelato più lento di quanto avrebbe dovuto. Nonostante mi sia costato più fatica del previsto, però, il libro mi è piaciuto, così come la storia e i personaggi.
Popsugar: Un romanzo di formazione

Docile, di K.M. Szpara.
Trigger: Stupro, abusi sessuali, manipolazione mentale, tentato suicidio, uso di droghe.
Ok. Non avevo mai capito esattamente cosa significasse “guilty pleasure” finché non ho letto questo libro. Non è il fatto di leggere qualcosa di stuzzicante anche se non di qualità, come pensavo (di solito non è una cosa che mi diverte, in quel caso), ma di leggere qualcosa fregandosene bellamente della complessità del tema e godendosi comunque la sensualità del tutto. I trigger non sono uno scherzo, e quasi tutti gli atti sessuali in questa storia sono non consensuali, ma questo non rende quelle scene meno stuzzicanti. Alla fine si tratta grossomodo di una classica Slavefic, che è un genere di lettura che non mi è nuovo, ma in un contesto interessante dal punto di vista sociale e psicologico, che affiora più nella seconda parte del libro. Tuttavia il libro si legge più per il suo valore di intrattenimento puro e semplice (se non vi danno fastidio scene esplicite di sesso e un contesto BDSM), e porta a dimenticare che stiamo parlando di una relazione che esce dalla definizione di BDSM completamente, violando almeno uno dei principi fondamentali (sano, sicuro e consensuale). In tutto questo, la riflessione sul concetto di consenso in condizioni estreme è interessante (e molto aperta), così come lo è l’accento sempre molto preciso sulle condizioni psicologiche dei personaggi. E’ un libro che si inizia a leggere per piacere e porta molto naturalmente ad interrogarsi su argomenti molto scomodi. Scritto veramente bene, per altro, e solo un po’ troppo frettoloso nell’ultima parte, dove ho trovato che elaborazioni etiche e psicologiche che dovrebbero richiedere anni per essere assimilate, vengano affrontate e superate nell’arco di pochi giorni e pochi capitoli. Comunque una lettura davvero interessante.


Wrap up della librovora Marty

Book Count: 2
Libri letti:


Chain of Gold, di Cassandra Clare.
Trigger: morte, violenza, sangue, abuso di alcool.
Sono rimasta molto sorpresa da questa nuova serie. Pensavo di sapere già tutto del destino dei personaggi, avendo letto tutte e due le serie ambientate un secolo dopo di essa. Eppure mi sono accorta che non è così. Penso che i prossimi due libri ci daranno delle sorprese che nessuno aspettava.
Ma lo so che tutti aspettano un commento minuto per minuto del libro, e quindi accontenterò le masse.
-Ok, subito dopo aver letto il primo capitolo ho ceduto e sono andata a ripassare le parentele varie, perché… sì.
-Già, dai primi capitoli e per tutta la durata del libro ho trovato questa generazione di Shadowhunters molto più mondana rispetto a tutte le altre che abbiamo visto.
-Fatta eccezione per alcuni personaggi, tipo Cordelia, che trovo molto Shadowhunter.
-E subito dopo che ho detto che tutto era troppo tranquillo, tutto non è più così tranquillo. Bene.
-Anna Lightwood. E ho detto tutto. Mi ricorda molto Izzy. O forse si dovrebbe dire che Izzy mi ricorda Anna. Dettagli.
-Solo a me non piace Alistar? Lo trovo molto scontroso.
-Ok, ho capito il perché è scontroso ora, ma comunque non è che se la può prendere con altri.
-Si fa presto a voler odiare Grace, ma voglio leggere di più su di lei, perché non credo che sia tutto così semplice. Comunque non è certo il mio personaggio preferito al momento.
-E, ritornando sulla questione mondanità dei personaggi, intendo tipo la madre di Cordelia, che cerca di buttare la figlia tra le braccia di un qualsiasi gentiluomo influente di Londra. Nel bel mezzo di una crisi demoniaca. Però mi sta comunque simpatica.
-Ok, ci sto capendo molto poco, ma è arrivato Magnus quindi tutto si risolverà bene, vero?
-Posso dire che adoro i Merry Thieves, la dinamica tra di loro è favolosa.
-Spero che si vedano di più altri personaggi, come Anna, Charles e Jess, nei prossimi libri perché sono veramente interessanti.
-Matthew, tesoro, fatti aiutare ti prego.
-Lucie sono io, e io sono Lucie.
-Mi ero dimenticata che Tessa è la figlia di un demone superiore. Beh, in questo libro scopriamo chi esattamente.
-Immaginavo che anche Lucie avesse qualcosa di speciale come James.
-Com’è che questi Lightwood sono sempre molto carini, dolci e interessanti? Mi riferisco principalmente a Thomas, ma anche Christopher fa la sua parte.
-Comincio a rivalutare Alistar. Almeno con la sorella è gentile e carino, e tiene veramente a lei.
-ah ah ah, il braccialetto, ah ah ah. Vedo un paralelismo enorme.
-Cordelia, sei pazza, ma ti ammiro tantissimo!
-Ok, ho cambiato più volte idea su Alistar in questo libro di quante volte io abbia cambiato calzini in una settimana. Rimando la mia opinione al prossimo libro.
-Bravo Magnus, rimani a Londra per un altro po’, che mi sa ne vedremo delle belle.
-Possibile che gli epiloghi siano le parti più interessanti dei libri di questa serie? 
E anche questo libro è finito. Ora rimane solo una cosa da fare: aspettare il prossimo. Che esce domani, vero? … Cosa vuol dire che devo aspettare un anno per il prossimo? E’ uno scherzo vero? Vero? Dopo quel finale?
P.S. Ero talmente assorta dalla fine del libro che mi sono completamente dimenticata della novella bonus sul matrimonio di Will e Tessa. Will mi ha fatto tanta tenerezza e si vede che ancora soffre per la “perdita” del suo parabatai, ma Tessa è stata bravissima a confortarlo. In generale è molto dolce questa novella.
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The Electric Heir, di Victoria Lee.
Trigger (indicati dall’autrice): violenza, sangue, raffigurazione di violenza sessuale e abusi su minori, violenza domestica, riferimenti al suicidio, raffigurazione di disturbi dell’alimentazione, abuso di alcol e sostanze.
“Si inizia un libro per la trama, si continua a leggerlo per i personaggi”; questa frase è una descrizione perfetta per questa serie. Se il primo libro è molto concentrato sulla trama, sul worldbuilding, e sul cercare di capire la situazione politica altamente complicata e le intenzioni dei personaggi, qui tutti giocano a carte semi scoperte, e le intenzioni finali sono molto chiare fin dall’inizio. Quindi, in questa seconda parte della storia, vengono esplorate di più le paure dei personaggi, le ferite che si portano dietro da tempo. L’autrice è bravissima a chiamare le cose con il loro nome, senza sconti, e sceglie di mettere in evidenza queste problematiche. Forse alcune parti di trama, rimaste aperte, sono state chiuse molto in fretta. Avrei voluto anche solo un capitolo in cui la situazione politica venisse chiarita. Ma di certo non mi posso lamentare di altro, perché il libro è molto intenso e bellissimo.
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Wrap up della librovora Gioneb

Book Count: 7
Libri letti:

Honor Lost, di Rachel Caine e Ann Aguirre.
Trigger: Violenza, morte di personaggi, alieni simili ad insetti.
Ottimo finale per una serie molto bella. Non so decidermi se il punto forte della serie siano i personaggi o l’ambientazione. Questo ultimo libro è un continuo passaggio da un pericolo ad un altro, ma nonostante ciò non l’ho trovato troppo movimentato. Unica pecca è la sottotrama legata a De Luca, il cui unico punto positivo è stata la “nascita” di Law, un personaggio che è apparso poco ma che mi è piaciuto fin da subito.
Reading Challenge: un libro con una creatura estinta o immaginaria

Chain of Gold, di Cassandra Clare.
Trigger: morte, violenza, sangue, alcolismo
La Clare non si smentisce! Questa nuova serie si preannuncia molto bella e i personaggi sono uno più bello dell’altro; tranne Grace, lei proprio non mi è piaciuta anche se mi aspetto che migliorerà nel corso della storia. Stranamente mi è piaciuta molto Cordelia, la protagonista femminile, e la sua storia con James; queste due cose non sono propriamente gli elementi che mi interessano di più nel libri del genere. Avrei tantissime altre cose da dire, ma avete già letto le parole delle mie colleghe e una nostra recensione.
Reading Challenge: Un libro di un autore con una stessa iniziale nel nome e nel cognome.

Ragazza in un giardino, di Anne Tyler. 
Trigger: suicidio, minacce di morte.
Stile incalzante, ma troppo veloce: non ho avuto tempo di affezionarmi ai personaggi perché il punto di vista cambia troppo improvvisamente. La maggior parte del libro è raccontata dal punto di vista di Elizabeth, ma a volte questo è intervallato da piccoli capitoli dove il punto di vista cambia, passando a un personaggio poco visto, ed Elizabeth è totalmente assente; quindi il lettore si trova un po’ spiazzato. Tutto questo è un po’ destabilizzante, perché la protagonista è strana, stile Luna Lovegood dalla serie Harry Potter, ma questa sua particolarità mi ha impedito di affezionarmi a lei perché, unita al continuo cambio di prospettiva, non mi permetteva sempre di capire il senso dei suoi gesti. Avrei preferito che l’autrice avesse approfondito un po’ di più il passato dei personaggi in modo da comprendere meglio le loro azioni che invece ha lasciato troppo sottintese.
Passaporto Arcobaleno: Marzo

Storia del nuovo cognome, di Elena Ferrante.
Trigger: stupro, violenza domestica.
Dopo un po’ che lo leggevo ho capito cosa non mi stava piacendo di questo libro: è troppo adolescenziale. Come li libro precedente, Elena e Lila sono le protagoniste, e in questo sono nel pieno di quell’età in cui gli ormoni sono impazziti e tutto gira attorno ai sentimenti….
Lila ha perso tutto il fascino che aveva nel primo romanzo, perché due o tre cose che fa me l’hanno resa odiosa e mi hanno fatto pensare che l’amicizia tra le due ragazze sia un'amicizia tossica e sbagliata. Allo stesso tempo ho trovato molti passaggi che mi hanno fatto entrare in empatia con Elena. 
Nonostante tutto continuo ad adorare lo stile della Ferrante e neanche tutti questi difetti mi hanno convinto ad interrompere la serie.

If We Were Villains, di M.L. Rio
Trigger: morte, violenza, suicidio, alcolismo, droga, overdose, anoressia.
Ho scoperto che non mi piace quando capisco subito chi è il colpevole, soprattutto quando intuisco anche cosa sia successo. Mi aspettavo qualcosa di più da questo libro come, ad esempio, che la notte dell’omicidio fosse più complessa. Faccio un po’ fatica a spiegare oltre cosa non mi sia piaciuto, perché rischio lo spoiler. 
Passiamo ai lati positivi. Ho letto il romanzo perché avevo voglia di leggere qualcosa appartenente al genere Dark Accademia e qui ho trovato un libro che ci rientra in pieno, a partire dai protagonisti, che citano le opere di Shakespeare quasi ogni pagina, fino all’ambientazione, una accademia delle belle arti isolata dal resto del mondo.
Una parte molto interessante è il rapporto tra i vari personaggi: più che il singolo personaggio, è tutto il gruppo ad essere protagonista, grazie al particolare rapporto che si è formato tra i sette personaggi. 
Reading Challenge: Un libro con protagonista un artista

The Savage Garden, di Mark Mills.
Trigger: sesso, morte
Come per il protagonista che arriva alla villa, e che viene subito intrappolato negli intrecci della famiglia Docci, anch’io mi sono trovata catturata in questo giallo senza che quasi me ne accorgessi. Non me lo aspettavo: essendo scritto da un inglese (ma all’inizio pensavo fosse americano) e ambientato in Toscana, ero certa di trovare errori grossolani; invece sono riuscita a passare sopra alle poche imprecisioni che ho trovato… a dire la verità non me le ricordo neanche.
In questo libro ci sono troppe descrizioni per i miei gusti e, nonostante la mappa nella prima pagina, non sono riuscita a capire del tutto com’è fatto il giardino che sta al centro di tutta la storia.
Reading Challenge: Un libro con delle piante in copertina

Continua la storia di Elena e Lila. Faccio fatica a trovare qualcosa da dire, perché tutta la serie è davvero un unico grande racconto della vita delle due donne, che adesso hanno mariti, figli e una vita in due città diverse, ma in fondo restano sempre le stesse che ho imparato ad amare nel primo libro. Questa cosa mi piace, perché rispecchia in pieno la vita reale, quasi fosse l’autobiografia dell’autrice.
Lila mi piace sempre meno ed Elena mi ha un po’ deluso perché avevo grandi aspettative per lei.   

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