11 aprile 2020

Recensione di The Electric Heir, di Victoria Lee

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Recensione di The Electric Heir, di Victoria Lee
Titolo: The Electric Heir
Serie: Feverwake #2
Autore: Victoria Lee
Editore: Skyscape
Lingua: Inglese
Genere: Sci-fi, Fantasy, Distopico, LGBTQIA+ 
Trigger: violenza, sangue, raffigurazione di violenza sessuale e abusi su minori, violenza domestica, riferimenti al suicidio, raffigurazione di disturbi dell’alimentazione, abuso di alcol e sostanze.
Note: E’ la recensione del secondo libro di una serie: potrebbe contenere spoiler dal primo!


Sinossi: Six months after Noam Álvaro helped overthrow the despotic government of Carolinia, the Atlantians have gained citizenship, and Lehrer is chancellor. But despite Lehrer’s image as a progressive humanitarian leader, Noam has finally remembered the truth that Lehrer forced him to forget—that Lehrer is responsible for the deadly magic infection that ravaged Carolinia.

Now that Noam remembers the full extent of Lehrer’s crimes, he’s determined to use his influence with Lehrer to bring him down for good. If Lehrer realizes Noam has evaded his control—and that Noam is plotting against him—Noam’s dead. So he must keep playing the role of Lehrer’s protégé until he can steal enough vaccine to stop the virus.

Meanwhile Dara Shirazi returns to Carolinia, his magic stripped by the same vaccine that saved his life. But Dara’s attempts to ally himself with Noam prove that their methods for defeating Lehrer are violently misaligned. Dara fears Noam has only gotten himself more deeply entangled in Lehrer’s web. Sooner or later, playing double agent might cost Noam his life.


Letto da: Marty, Miki
Recensito da: Marty, Miki
Commento:

Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro? 
Dopo il finale del primo, volevamo sapere come sarebbe andata avanti la storia con un’urgenza assurda. La domanda è: perché non l’abbiamo letto prima? E la risposta è: perché non era uscito. Esatto, l’abbiamo letto nel momento in cui l’abbiamo avuto in mano, fresco fresco di stampa.

2) Valeva la pena leggerlo? 
Assolutamente sì. Abbiamo dato risposta alle nostre domande insolute, e la serie si è conclusa alla grande, lasciando solo un interrogativo sul tavolo… ma che fine ha fatto il Texas?

3) Qual è il punto di forza di questo libro? 
I personaggi, alla grande. Le loro storie personali, e come ci vengono raccontate. In questo libro, a differenza del primo, tutti si trovano a dover venire a patti con i propri demoni interiori ed affrontare le proprie debolezze, e l’impatto sulla storia di questi conflitti personali è preponderante. Sicuramente questo li fa spiccare particolarmente.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
Eravamo serie, due domande fa. Dove accidenti è finito il Texas? E, già che ci siamo, dove sono finiti i Texani? Il focus della storia così concentrato sui personaggi principali ha lasciato nel finale incertezza sia sulla situazione politica, che sul destino di alcuni personaggi secondari…

5) Qual è il tuo personaggio preferito? 
Per quanto ne discutiamo, alla fine torniamo sempre ad una risposta: Dara. Non è una nomination scontata, perché sia Noam che Lehrer sono bellissimi personaggi, ma alla fine della storia, è Dara che ci ha rubato il cuore. 

6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Vediamo che l’autrice ha qualche cosa in cui dovrebbe migliorare (ad esempio l’equilibrio tra ambientazione e personaggi che è sbilanciato nella duologia, e qualche domanda di troppo che resta aperta), ma comunque leggeremo tutto quello che tirerà fuori in futuro, non abbiamo dubbi.

7) A chi lo consigli?
Alla Librovora Gioneb.

8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Smisteremmo sicuramente Dara a Serpeverde e Noam a Grifondoro… un classico. Ci aggiungiamo anche Lehrer e la bilancia propende decisamente verso Serpeverde.

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