16 aprile 2020

#iorestoacasa Book Tag

#iorestoacasa Book Tag

Ogni tanto ci piace inventare un booktag che abbia attinenza con quello che viviamo nella nostra vita fuori dallo schermo. Era un po’ inevitabile che, in questo periodo particolare in cui anche noi librovore ci vediamo solo con uno schermo di mezzo, ci ispirassimo alla classica giornata di quarantena, che è la realtà quotidiana un po’ di tutti noi. Ormai ci sono leggende metropolitane che nascono attorno al fatto di stare a casa, e ne abbiamo riportata qualcuna delle più divertenti. Non abbiamo però nessunissima intenzione di rendere pubblico se noi librovore siamo o meno colpevoli di qualcuno di questi luoghi comuni!


Mi alzo dal letto e mi metto il pigiama da giorno.
Un libro che ha più di una versione della copertina. 

Gi: Carry on, di Rainbow Rowell, di cui conosco almeno quattro copertine diverse. 

Ma: Vicious, di V.E. Schwab. Personalmente preferisco la copertina della versione che possiedo (2) a quella originale (1).

Mi: Enchantée, di Gita Trelease. Carina la copertina americana (1), bellissima quella dell’edizione inglese (2), che, per mia fortuna, è quella che ho.

Dal letto al divano… però con un bel libro per iniziare bene la giornata!
Un primo libro di una serie che prende.

Gi: L’amica geniale, di Elena Ferrante. Finito il primo libro vuoi continuare la storia, non perché c’è un cliffhanger, ma perché si capisce che c’è ancora tanto da scoprire della vita delle due protagoniste.

Ma: The Paper Magician, di Charlie N. Holmberg. Ero curiosissima di capire come gli origami facessero parte della storia e ho letto questo libro molto in fretta.

Mi: Sarà che l’ho appena finito di rileggere, ma non posso non dire Sognando le Aquile, di Manda Scott. Amo ogni riga di questa serie, ma il primo libro in particolare!

Comincio a impastare il pane per pranzo… se ho trovato il lievito al supermercato.
Una serie che migliora andando avanti.

Gi: The Great Library, di Rachel Caine. Mi ci sono voluti due o tre libri per apprezzarla come merita.

Ma: Shades of Magic, di V.E. Schwab. Già il primo libro è stupendo, ma il secondo e il terzo sono ancora migliori.

Mi: Timekeeper, di Tara Sim. Il primo libro è carino, il secondo perde qualcosa, ma il terzo è senza dubbio il migliore della serie, nonché uno di quei finali che fanno rivalutare anche il resto di quello che si è letto.

Faccio jogging per le scale… Poi sollevamento bottiglie dell’acqua… e anche oggi si dimagrisce domani!
Un libro che avrebbe avuto bisogno di essere più lungo.

Gi: La ragazza in un giardino, di Anne Tyler. Leggendo il libro mi è sembrato che ci fossero tantissime cose lasciate sottintese che il lettore doveva capire da solo; e non è stato così immediato per me, quindi avrei preferito che l’autrice le avesse scritte nere su bianco.

Ma: The Electric Heir, di Victoria Lee. Premetto che io ho stra-adorato questo libro, ma avrei voluto giusto un capitolo in più, almeno per capire che fine ha fatto il Texas.

Mi: La Notte dei Calligrafi, di Yasmine Ghata. Il concetto e l’ambientazione avrebbero potuto essere la ricetta di un gran bel libro, ma la maggior parte degli elementi sono accennati così vagamente da lasciare l’amaro in bocca.

Dopo pranzo a fare la spesa: in fila al supermercato ho scritto sul cellulare altri cinque capitoli della mia autobiografia.
Un libro che hai finalmente letto dopo una lunga attesa.

Gi: Capturing the Devil, di Kerri Maniscalco. Abbiamo dovuto aspettare un anno intero per il finale della serie, e l’abbiamo sentito tutto!

Ma: Chain of Gold, di Cassandra Clare. L’uscita di questo libro è stata rimandata più volte, anche per problemi di salute dell’autrice, purtroppo, ma l’attesa ne è valsa la pena.

Mi: The Electric Heir, di Victoria Lee. Dopo la fine del primo libro della duologia, ho contato i giorni prima di leggere finalmente questo!

Sono le sei, ogni giorno lo stesso dilemma: canto dal balcone con i vicini, o ascolto la Protezione Civile?
Un libro che non hai ancora deciso se vuoi leggere o meno.

Gi: S. La nave di Teseo di V.M. Straka, di J.J. Abrams. Ci ho messo un po’ prima di decidermi a comprarlo e, quando finalmente l’ho fatto, ho iniziato ad aver paura che non mi piacesse; quindi lo sto rimandando sempre, ma non riesco a metterci una pietra sopra.

Ma: Landline, di Rainbow Rowell. Continuo a rimandare la lettura, un po’ perché mi scordo della sua esistenza, un po’ perché è l’unico libro della Rowell che ancora non ho letto e sapere che ne ho ancora uno mi dà conforto.

Mi: Cinder, di Marissa Meyer. In realtà questa serie mi ispira per l’ambientazione, ma allo stesso tempo mi respinge per il concetto di base del retelling di storie che non mi hanno mai particolarmente appassionato. Però allo stesso tempo tante persone amano questa serie, magari un motivo c’è. Insomma… vedete il dilemma?

Prima di cena un altro po’ di lettura per tirarmi su il morale.
Un libro carino e coccoloso.

Gi: The Tea Dragon Society, di Katie O'Neill. I draghi del tè sono davvero carini e coccolosi!

Ma: The Prince and the Dressmaker, di Jen Wang. Ancora devo leggere una storia più carina e coccolosa di questa.


Mi: The Lotterys Plus One, di Emma Donoghue. Ci sono tanti problemi affrontati in questo libro, ma la famiglia che fa da ambientazione alla storia è un raggio di luce e speranza.

Mi lavo i denti e vado a letto… anche oggi ho contribuito a salvare il mondo.
Un libro con un lieto fine come quello che ci meritiamo dopo tutta questa situazione.

Gi: Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, di Jonas Jonasson, perché alla fine di tutto questo ci meritiamo lo stesso finale di questo libro: non intendo la vacanza su un'isola tropicale, ma la vacanza assieme agli amici più stretti, quelli che adesso possiamo vedere solo su Skype. 

Ma: Queen of Air and Darkness, di Cassandra Clare. Sì, mi riferisco al lieto fine dei Malec. Auguro a tutti di trovare il vostro personale Magnus Bane, per chi a bisogno di un po’ di brio nella vita; o il vostro personale Alec Lightwood, per chi invece ha bisogno di dolcezza, tranquillità e serietà, ma non troppa, nella vita. <<è un augurio bellissimo *.* -Gioneb>> <<Concordo! *.* -miki>>

Mi: The Boy who Steals Houses, di C.G. Drews. Forse il lieto fine, per come è raccontato, pecca un po’ di irrealismo, ma, allo stesso tempo, è realistico per altri punti di vista. Ma l’aspetto meno realistico è basato su un’eccezionale umanità, che è un lieto fine molto in linea con quello che speriamo per questa crisi.


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