3 giugno 2019

Wrap Up: Maggio 2019

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Wrap Up: Maggio 2019


Librovora Marty: Non so come, ma la librovora miki_tr è riuscita a leggere tre libri con la parola “vanishing” nel titolo, in un mese. E io ho sbagliato a scriverla per bene tre tentativi prima di darmi per vinta e andare a controllare come si scriveva. Non succederà mai più.
Librovora miki_tr: Colpevole! Comunque, a parte questo, come è andata questo mese?
In generale è andata bene con le letture, per tutte noi. Vediamo cosa abbiamo letto!


Wrap up della librovora miki_tr


Book Count: 15
Libri letti:


Truly, Devious, di Maureen Johnson.
Questo libro mi è piaciuto molto, a partire dalla trama, ben elaborata, e dai personaggi, forse un po’ poco approfonditi, ma molto carini. Quello che mi ha incantato e che ha sollevato questo libro ben sopra la media è l’ambientazione, che è praticamente la scuola dei sogni di chiunque al mondo. La storia si svolge su due linee temporali diverse, che seguono due diversi crimini avvenuti nella scuola, uno negli anni trenta, e uno ai giorni nostri. Ho preferito la parte ambientata nel passato, anche se è raccontata più vagamente. Mi piace questa serie ma, anche se così non fosse, il cliffhanger alla fine del libro garantisce che io vada avanti, senza dubbio!
O.W.L.S Magical Readathon: Babbanologia: Un libro contemporary.


The Vanishing Stairs, di Maureen Johnson.
Avevo detto che avrei proseguito la serie, e non ho perso tempo. Leggendo questo libro ero già preparata all’ambientazione, che quindi mi ha colpito di meno, come anche la trama (che risente, ancora una volta, della sindrome del libro di mezzo). Ero preparata anche al cliffhanger, che comunque mi ha fatto maledire ad alta voce la mia mania di cominciare serie non ancora concluse. Il libro ha comunque una bella storia e porta alla luce nuovi fatti e personaggi interessanti; devo dire che una parte di uno dei due misteri su cui si basa la storia viene risolto in questo libro, e avevo capito fin da quello prima dove andava a parare… il che comunque non mi dà mai fastidio, se l’intreccio regge. Sono in attesa del prossimo… sperando di non aspettare eoni per averlo!


Scar, di Alice Broadway.
Il terzo libro di questa serie mi ha un po’ deluso. Forse in parte perché mi aspettavo un finale col botto, e non avrei dovuto, ma sicuramente perché tutta la conclusione della storia sembra assolutamente affrettata e inconsistente, rispetto alla costruzione della trama nei due libri precedenti. L’ambientazione mi piace sempre, e le parti di leggende che vengono raccontate in punti precisi della trama sono sempre affascinanti. Mi sono mancati un po’ i personaggi che, a parte la protagonista, praticamente non esistono per tutto il libro (il che però si è portato via la storia d’amore, che non è stato male: il lui di turno è letteralmente in scena per una decina di pagine in tutto il libro). Ho la sensazione che se questo libro non arrivasse alla fine di una serie che mi è comunque piaciuta molto, avrei dato una valutazione molto più bassa.


The Fever King, di Victoria Lee.
Sono rimasta assolutamente piacevolmente colpita da questo libro. Ha qualche difetto, ma ha anche tanti pregi, il che, soprattutto in un romanzo di esordio, mi fa veramente ben sperare per il resto di questa serie. Il libro racconta una situazione politica terribilmente complessa in un futuro terribilmente non così distopico, e sia tutti gli aspetti politici, che il sistema magico, sono la croce e la delizia di questa storia: ci vuole parecchio per capirci qualcosa, perché l’inizio del libro è parco di informazioni e non è facile raccapezzarcisi, ma una volta entrati nel meccanismo, questa ambientazione è una bomba. Terribilmente attuale, per altro. Gran bei personaggi, soprattutto perché fino all’epilogo è veramente difficile capire di chi fidarsi. Attendo con ansia il seguito.


La Misura del mondo, di Daniel Kelhmann.
Per quanto io mi sia sforzata, non sono riuscita a trovare un senso a questo libro. La premessa mi aveva intrigato, ma mi aspettavo di trovarmi di fronte ad una storia, con una trama, non ad una cronaca piatta e noiosa, fatta a momenti staccati e sconclusionati che non portano da nessuna parte. Tutto molto piatto e pretenzioso, una vera delusione.


Rooftoppers, di Katherine Rundell.
Questo è un libro molto carino. La storia è gradevole e i personaggi sono interessanti, anche se in diversi punti avrei voluto che la narrazione corresse meno velocemente, e ci fosse un po’ più di approfondimento su certi passaggi. Anche il finale non dà particolarmente soddisfazione, da questo punto di vista. Probabilmente è uno di quei libri indirizzati ad un pubblico molto giovane anche nello spettro coperto dai Middle Grade, ed io, da adulta, avrei preferito qualcosa di un po’ più complesso. Comunque l’atmosfera di questo libro è deliziosa e alla fine non mi dispiace affatto di averlo letto.


To Night Owl from Dogfish, di Holly Goldberg Sloan e Meg Wolitzer.
Mi aveva attirato questo libro perché dalla sinossi mi aveva ricordato in qualche modo Wonder (anche se con tematiche molto diverse), e in un certo senso non mi sbagliavo. Si tratta di un romanzo “epistolare” (e-epistolare? Sono soprattutto email…) e ha una costruzione che in qualche modo ricorda quella di Wonder, così come ci sono somiglianze nel senso della storia (crescere, allargare i propri orizzonti, accettare se stessi e gli altri). La prima parte del libro mi aveva entusiasmato, mentre l’ultima parte mi è sembrata in qualche modo più veloce e tirata via, tanto che la risoluzione finale giunge un po’ inaspettata. Comunque una lettura molto carina, di quelle che scaldano il cuore.


Kindred, di Octavia E. Butler.
La premessa di questo libro mi attirava e mi metteva dubbi allo stesso tempo, ma devo dire questo: alla fine della lettura, proprio la premessa, o meglio, quello che si capisce dalla sinossi, è la cosa che mi è piaciuta meno in questo libro. Guardando oltre l’aspetto sovrannaturale/fantascientifico di questo libro, in realtà la cornice del viaggio nel tempo serve solo ad uno scopo: fare vedere una realtà storica importante e di enorme impatto tramite gli occhi di un osservatore moderno, di una persona abitualmente soggetta a regole diverse. Mi è piaciuto tantissimo questo libro, mi è piaciuta la sua protagonista, mi ha fatto impazzire la parte della storia ambientata nel passato, l’atmosfera agghiacciante della piantagione e lo sguardo sulla schiavitù. Questo è veramente un gran libro.




Middlegame, di Seanan McGuire.
Wow. Questo libro ha mandato in pappa il mio cervello come poche cose al mondo. E’ uno di quei libri di cui è davvero difficile dare un’idea senza fare spoiler, ma in poche parole lo definirei un libro cervellotico, in senso assolutamente positivo. E’ un libro che ingaggia certamente più la mente che il cuore, ma proprio per questo coinvolge completamente e trascina nel suo mondo. Seanan McGuire mi aveva abituata a libri che raccontano tantissimo in poco più di duecento pagine, ma in questo libro, che ne conta oltre cinquecento, l’effetto è lo stesso: la storia raccontata è immensa. Forse avrei voluto più luce su alcuni dettagli dell’ambientazione (l’alchimia, come si scopre in questa storia, è uno dei “sistemi magici” più affascinanti, e avrei voluto capire meglio le sue regole), ma la storia è assolutamente fantastica.


Aurora Rising, di Amie Kaufman e Jay Kristoff.
Avevo grandi aspettative per questo libro, e sono rimasta un po’ delusa. No, non è proprio esatto: questo libro mi ha fatto arrabbiare e mi è piaciuto allo stesso tempo. Mi è piaciuta l’azione, mi è piaciuto quello che si prospetta essere il nemico di base, mi è piaciuto l’intreccio e alla fine il libro mi ha preso. Ma allo stesso tempo un paio di cose mi hanno dato talmente fastidio che, prima di entrare nella storia e cominciare a godermi questo libro, avevo quasi deciso di interrompere la lettura. Dal momento che volevo evitare di far diventare questo wrap up un rant chilometrico, ho scritto una recensione su questo libro, che potete trovare qui.
Reading Challenge: Un libro ambientato nello spazio


The Vanishing Season, di Jodi Lynn Anderson.
Mi aspettavo una cosa molto diversa da questo libro, quindi non è facile valutarlo. Pensavo di trovarmi davanti a qualcosa che avesse una decisa atmosfera soprannaturale, ma non è stato così: la trama, di fondo, è quella di un contemporary. Pensavo ci sarebbero stati elementi di un mystery, ma neanche questo è stato vero: ci sono una serie di omicidi, ma sono uno sfondo dell’ambientazione della storia, non la trama principale. Il libro mi è piaciuto, ma mi ha spiazzata. Forse avrei dato una valutazione inferiore se non fosse stato per un colpo di scena nell’ultima parte, che non avevo assolutamente indovinato, neanche vagamente. Siccome non è una cosa che mi capita spesso, e mi è piaciuto molto, questo ha fatto decisamente alzare la mia valutazione del libro.


Wolf Children, di Paul Dowswell.
Il concetto di questo libro è qualcosa che mi ha colpito molto: si può dire che sia un libro post apocalittico concentrato sulla sopravvivenza (reperire cibo, trovare un rifugio, difendersi dalle violenze dell’autorità e della popolazione in condizione di disperazione), ma in un contesto storico. Il libro è ambientato a Berlino dopo la fine della guerra, in una città distrutta e occupata, dove si stanno svelando gli orrori perpetrati durante la guerra dal regime e allo stesso tempo vivendone dei nuovi per le ritorsioni dei soldati russi nei confronti dei cittadini tedeschi. Il libro riesce benissimo nell’intento di mantenere un equilibrio nella valutazione storica di quanto è successo in quel periodo così complesso, cercando di comprendere le motivazioni delle violenze e allo stesso tempo la situazione in cui si trovavano i cittadini tedeschi, vittime sia delle ritorsioni degli Alleati, sia dell’oppressione e dell’ignoranza della loro situazione durante il regime, di cui erano per buona parte non consapevoli. Il libro ha la struttura di un middle grade, e i personaggi sono ragazzini che hanno perso i genitori, la casa, tutte le loro certezze, e costruiscono una specie di famiglia tra loro, aiutandosi gli uni gli altri a sopravvivere. E’ un libro che ha grandi qualità, e ho passato tutta la lettura a pensare che se lo avessi letto da ragazzina sarebbe probabilmente diventato subito uno dei miei libri preferiti di sempre.


The Fifth Doll, di Charlie N. Holmberg.
Era da tanto che volevo leggere questo libro di Charlie Holmberg, e sono contenta di averlo fatto. Ha il sapore di una favola e, se all’inizio ero un po’ perplessa dalla protagonista, che non mi piaceva per niente (mentre di solito mi piacciono le protagoniste di questa autrice, molto più della media), andando avanti con la lettura mi sono fatta trascinare dall’atmosfera e, senza neanche che me ne accorgessi più di tanto, alla fine anche la protagonista ha trovato un suo senso come personaggio, nel contesto della storia. Avrei voluto forse che il libro fosse un po’ più lungo e l’ultima parte, quando si capisce cosa realmente stia succedendo, un po’ più generosa nelle spiegazioni, ma allo stesso tempo ho apprezzato la qualità favolistica di questa storia.


The Strangers, di Margaret Peterson Haddix.
Mi è piaciuto questo libro, ma non mi ha fatto impazzire come mi aspettavo. Ho trovato tutta la prima parte molto lenta, piena di indizi che fanno girare i personaggi in tondo, e fondamentalmente una sorta di setting per quello che immagino sia il tema della serie, una volta che saranno usciti i libri successivi. Penso che quando la serie sarà completa peserà meno questo inizio a rilento, ma dal punto di vista del libro singolo, la parte interessante è sembrata iniziare quasi a tre quarti del libro. La parte finale, c’è da dire, mi è piaciuta molto, e il concetto mi ispira al punto che sono curiosa di continuare con la serie. Penso che potrà solo migliorare.


The Vanishing Season, di Dot Hutchison.
Per prima cosa devo fare una battuta: in questo wrap up continuano a svanire cose, soprattutto le stagioni. Ecco, la mia simpatia innata è stata soddisfatta e probabilmente qualcuno è tornato indietro per scoprire che questo è il secondo libro con questo titolo che leggo questo mese, e segue un altro libro che si intitola The Vanishing Stair. Cose strane della vita!
Scherzi a parte, ho letteralmente divorato questo libro, come avevo fatto con i precedenti tre di questa serie, e mi sono innamorata di nuovo di questo gruppo di personaggi che, accidenti, sono una bomba. E’ difficile trovare una pecca in questi libri, se non forse il fatto che i casi in sé non sono risolvibili dal lettore con gli elementi che ha in mano, che invece è una cosa che adoro nei miei thriller.


Il Richiamo del Cuculo, di Robert Galbraith.
Ho resistito il più possibile prima di iniziare questa serie, sapendo che la mia situazione con le serie in corso di lettura è complicata e peggiora praticamente con ogni nuova uscita. Ma alla fine non ho saputo resistere e, in un momento di debolezza, ho iniziato questa serie. Quello che mi aveva attirato è, ovviamente, l’autore: Robert Galbraith è lo pseudonimo di J.K. Rowling. Un sacco di gente non ha apprezzato i suoi libri scritti dopo Harry Potter, ma io non condivido affatto questo punto di vista: ho già letto ed amato The Casual Vacancy, e questa serie mi ha confermato di avere tutto quello che mi aspettavo: una trama complessa e perfettamente funzionante, personaggi bellissimi e una complessità che pochi libri hanno. Questo tipo di giallo non è assolutamente il mio genere, ma ho comunque adorato questo libro.


Wrap up della librovora Marty


Book Count: 2
Libri letti:


Red, White & Royal Blue, di Casey McQuiston.
Oddio, non avevo idea che questo libro mi sarebbe piaciuto così tanto. E ancora non l’ho finito. (Commento a caldo fatto a metà libro.)
Ok, parliamone. Questo libro é probabilmente un cliché dopo l'altro, poco realistico, e i due protagonisti sono poco adult (considerando che hanno dai 21 anni in su), e molto teenager.
Ma sinceramente vorrei tanto dimenticarlo per poterlo rileggere ancora. É stato esattamente quello che avevo bisogno di leggere in questo momento. Diciamo che la parte strettamente romantica è parecchio avanti nella storia, al contrario a quello a cui ero abituata, e quindi ho avuto tempo di affezionarmi ai personaggi, e alle loro conversazioni, che sono buffissime, a volte. Come ho detto prima, non credo che certe situazioni che si vanno a creare nella storia sarebbero gestite così nella realtà, scandali a corte e complotti politici ed elettorali compresi, e verso la fine i personaggi sono sdolcinati e eccessivamente adorabili. Ma comunque l’assurdità e la dolcezza della storia sono quello che la rendono interessante.
Reading Challenge: Un libro di un autore debuttante.


Rooftoppers, di Katherine Rundell.
Ho deciso di leggere il libro del club di lettura questo mese anche se ancora manca un po’ di tempo al club, perché così in Giugno posso concentrarmi su letture a tema LGBTQIA+. La cosa che mi è piaciuta di più sono sicuramente i personaggi, specialmente Charles e Anastasia. Non mi è piaciuto particolarmente lo svolgimento della storia: in particolare ho trovato tutti i dettagli di come si svolge la vita dei rooftoppers un po’ noiosi; ma comprendo che per il target di età a cui questo libro è rivolto, questa parte potrebbe piacere. Il finale mi ha lasciato un po’ basita, perché mi aspettavo un epilogo o qualcosa in più che facesse proseguire la storia.
Reading Challenge: Un libro con un protagonista che è stato adottato.

Wrap up della librovora Gioneb


Book Count: 5
Libri letti:


The Tea Dragon Society, di Katie O'Neill.
Voglio un drago del tè!
Lo stile dei disegni di questa web novel non è il mio preferito, ma mi è piaciuto molto. Anche la storia è davvero carina.
Reading Challenge: un libro con la copertina multicolor.


The Night Ocean, di Paul la Farge.
Era iniziato così bene!
Il libro gira attorno alla figura di H.P. Lovecraft. Non sono una sua fan e non ho mai letto nessuna delle sue opere, ma non importa, perché ho comunque potuto apprezzare questo libro. Il romanzo è composto da storie separate, ma intrecciate tra loro: la narratrice ci racconta della vita sua e di suo marito, di Lovecraft e del suo presunto amante Barlow e di L. C. Spinks.
Tutta la prima parte, dove si parla H.P. Lovecraft, è molto affascinante, e ho fatto spesso tardi la sera per leggere ancora un capitolo in più. Poi il focus si è spostato su Barlow, il presunto amante di Lovecraft, ed è calato l’interesse, ma ancora si giocava il bollino. Quando, alla fine, l’attenzione si è spostata su Spinks, la storia è diventata meno interessante, perché tanto ormai si era capito che personaggio fosse.
Alla fine sono indecisa se assegnare a questo libro il bollino o no: nonostante il mio interesse sia calato mano a mano che lo leggevo, mi sono trovata a volerlo consigliare a un po’ di gente… sì dai, mettiamolo.
Reading Challenge: un libro con la copertina in bianco e nero.


Una stanza piena di gente, di Daniel Keyes.
Questa biografia racconta la storia di Billy Milligan, ovvero la prima persona ad essere stata dichiarata non colpevole di gravi crimini per ragioni di infermità mentale negli Stati Uniti. L’ho trovato un libro davvero interessante e credo faccia comprendere a pieno cosa significhi avere un disturbo dissociativo della personalità; perché è questo il problema di Billy: nella sua mente coesistono ben 24 personalità distinte. Non ci sono filtri in questo libro: racconta tutte le ingiustizie e gli abusi subiti dal protagonista e tutti i crimini da lui commessi. Per fortuna non entra nei dettagli degli abusi subiti da Billy che lo hanno portato a questa divisione, ma basta quel poco che si legge per rimanere inorriditi. Mi ha impressionato quanto il libro sembrasse un romanzo, anche se subito dalle prime pagine viene specificato che quello che viene raccontato è tutto vero.  


A study in Scarlet Women, di Sherry Thomas.
È stata una bella lettura, a volte un po’ confusionaria, e ammetto che non mi sono mai veramente interessata al mistero da risolvere. Diciamolo, mi aspettavo un altro Stalking Jack the Ripper e non l’ho avuto, ma ci è andato vicino. Uno dei difetti di questo romanzo sono i personaggi: sono un po’ piatti e ci ho messo un po’ a distinguere tra i vari lord nominati e tra le varie sorelle. Se per le donne la distinzione è risultata ben chiara solo dopo pochi capitoli, per gli uomini è stato più lungo distinguerli.
La parte davvero interessante del libro sono state tutte gli escamotage con cui l’autrice ha trasformato Sherlock Holmes in una donna; non voglio entrare nei dettagli perché non voglio togliervi la sorpresa.
A questo punto non so se voglio andare avanti nella serie, perché, non essendomi affezionata ai personaggi, non sono spinta a leggere il secondo.


Grazie, Jeeves, di P.G. Wodehouse.
Ho letto questo libro perché mi è stato consigliato caldamente da un collega di lavoro, ma non gliel’ho ancora riferito, perché non c’è stata l’occasione. Questo romanzo è assolutamente tipicamente inglese, scritto da un inglese per gli inglesi e per chi si sente tale, ma non lo è. Grazie, Jeeves, è considerato il quinto della serie anche se dalla copertina del libro sembrava il primo. Adesso sono curiosa di leggere il primo della serie per conoscere meglio Jeeves, il cameriere personale super intelligente che risolve tutti i problemi, e che in questo libro è quasi sempre fuori scena.

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