Recensione di The Dreamers, di Karen Thompson Walker
Titolo: The Dreamers
Autore: Karen Thompson Walker
Editore: Random House (inglese)
Lingua: Solo inglese, al momento
Genere: E’ classificato su Goodreads come Sci-Fi, ma è decisamente molto più un contemporary, almeno secondo me.
Trigger: Solo una scena violenta, ma niente di traumatico rispetto al libro medio.
Note: Questo è un libro molto difficile da raccontare e spiegare. Abbiate pazienza, farò del mio meglio.
Sinossi: In an isolated college town in the hills of Southern California, a freshman girl stumbles into her dorm room, falls asleep—and doesn’t wake up. She sleeps through the morning, into the evening. Her roommate, Mei, cannot rouse her. Neither can the paramedics who carry her away, nor the perplexed doctors at the hospital. Then a second girl falls asleep, and then another, and panic takes hold of the college and spreads to the town. As the number of cases multiplies, classes are canceled, and stores begin to run out of supplies. A quarantine is established. The National Guard is summoned. Mei, an outsider in the cliquish hierarchy of dorm life, finds herself thrust together with an eccentric, idealistic classmate. Two visiting professors try to protect their newborn baby as the once-quiet streets descend into chaos. A father succumbs to the illness, leaving his daughters to fend for themselves. And at the hospital, a new life grows within a college girl, unbeknownst to her—even as she sleeps. A psychiatrist, summoned from Los Angeles, attempts to make sense of the illness as it spreads through the town. Those infected are displaying unusual levels of brain activity, more than has ever been recorded. They are dreaming heightened dreams—but of what?
Letto da: miki_tr
Recensito da: miki_tr
Commento:
Q&A
1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Oltre un anno fa la Librovora Gioneb aveva proposto al club di lettura un altro libro di questa autrice, L’Età dei Miracoli. L’avevo votato, ma non è mai stato il libro scelto per il club. Mi era rimasta l’idea di leggerlo, ma tra tanti libri si era un po’ perso e alla fine non l’ho mai preso in mano. Mi è tornata la voglia quando ho visto questo libro, uscito da poco. In realtà mi affascinava di più la premessa di The Dreamers, quindi ho deciso di iniziare a scoprire questa autrice da questo libro.
2) Valeva la pena leggerlo?
Assolutamente sì. Mi è piaciuto moltissimo, e per motivi molto diversi da quello che avrei potuto immaginare leggendo la sinossi.
3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Per me è il modo in cui è scritto, lo stile narrativo. Probabilmente sarà anche il motivo per cui a molti altri lettori non piacerà questo libro, ne sono consapevole. Non ha un’impostazione classica, non c’è un personaggio principale, o un antagonista, o una vera e propria risoluzione. Non ci sono tante delle cose che ci si aspetta quando si legge un libro. E’ raccontato come una cronaca, con un narratore onniscente e un focus molto vicino ai personaggi, ma senza una vera immedesimazione dell’autore nelle loro vicende. E’ come se parlasse di un evento di cronaca, di qualcosa di realmente accaduto. Non c’è neanche il senso che tutto abbia un senso, alla fine, o una spiegazione precisa delle cause degli eventi. Tutto questo, invece che rovinare il libro, per me lo ha reso assolutamente più realistico, più sensato, e ha fatto sì che io abbia partecipato alle vicende di cui leggevo con un interesse maggiore di quello che ho di solito, senza sapere cosa aspettarmi, più come quando seguo un fatto di cronaca, che quando leggo un libro.
4) E invece, il punto debole di questo libro?
Se non mi ha disturbato la mancanza di risoluzione finale, un pochino mi è mancata l’attenzione sugli aspetti medici in un libro che, di fondo, parla dell’esplosione di un’epidemia. La storia si concentra chiaramente principalmente sulle vicende umane e sulla situazione psicologica della popolazione in un contesto così estremo; però un po’ più di attenzione agli aspetti medici mi sarebbe piaciuta.
5) Qual è il tuo personaggio preferito?
E’ difficile in un libro così avere un personaggio preferito. Non so chi sia stato; so però per quali dei personaggi facevo il tifo maggiormente, quali delle storie intrecciate speravo avessero un lieto fine. Sicuramente la storia che mi è piaciuta di più è quella di Nathaniel, e quella che mi ha coinvolto di più quella di Ben e Annie.
6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
L’Età dei Miracoli è salito molto più in alto di quanto fosse prima nella mia TBR, onestamente. Certamente terrò d’occhio questa autrice anche in futuro.
7) A chi lo consigli?
Non è un libro per tutti, lo dico chiaramente. Se un lettore ha bisogno di sentirsi coinvolto, di entrare in contatto con un personaggio, di poter prevedere in qualche modo in che direzione si svilupperà la storia, o di avere alla fine una chiara risoluzione in cui tutti i pezzi hanno il loro posto, allora forse questo non è il libro giusto. A chi invece vuole provare qualcosa di diverso, che rompa varie convenzioni a cui siamo abituati, consiglio di dare un’occhiata a questo libro.
8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Corvonero. Non per uno dei motivi per cui di solito assegno un libro ad una casa; ma perché l’atteggiamento di totale osservazione passiva dell’autore/narratore di questa storia mi fa pensare a qualcuno che starebbe davvero bene nella mia casa.
Nessun commento:
Posta un commento