Recensione (atipica) di La Nuova Dinastia, di Silvana de Mari
Titolo: La nuova dinastia
Autore: Silvana De Mari
Editore: Lindau
Lingua: Italiano
Genere: Fantasy
Note: Non fate come noi: non aspettatevi L’ultimo Elfo.
Sinossi: Mi chiamo Astridius, principe dei folletti, re degli stracci, ultimo miserabile rampollo di una stirpe perseguitata, e in questo libro racconto la mia storia.
Sono figlio di un uomo buono giustiziato con una falsa accusa di stregoneria, per il fatto di essere un divinatore. Questo è il nome che danno a coloro che possono vedere i folletti, creature fatte di aria e di follia. Vederli e ascoltarli: i folletti non tacciono mai. La loro compagnia, vi do la mia parola, non è uno scherzo, anche se hanno riempito la mia sterminata solitudine permettendole di non essere totale. I folletti ci danno la capacità di conoscere il futuro, perché ce lo raccontano con le loro piccole voci ossessive. Ma del futuro ci raccontano soprattutto i disastri. Hanno una predisposizione per i disastri. La vita di un divinatore è assordata da questo continuo triste cicaleccio. In effetti è terribile essere a conoscenza delle sciagure che stanno per arrivare. L’ossessione di evitarle vi riempie l’anima. E quindi noi divinatori ripetiamo le profezie udite, nella speranza che qualcuno faccia qualcosa per scongiurarle, qualcosa di intelligente, ma l’intelligenza è un bene prezioso e non sempre abbondante. Quello che puntualmente otteniamo sono odio e persecuzioni. Le persone non vogliono conoscere le verità terribili e odiano chi le preannuncia. Ci accusano di essere noi a causare, evocandolo, il dolore che invece vogliamo solo evitare. Quando ho scoperto di avere lo stesso dono di mio padre, di essere anche io un divinatore, per qualche istante ho avuto la scelta: tapparmi le orecchie, vivere in pace, pascolare le mie pecore, fabbricare il formaggio. Oppure come mio padre intervenire e battermi con tutte le mie poche forze perché il male non inghiotta il mondo. Ho fatto la scelta di combattere.
Mi chiamo Astridius, principe degli stracci, re dei folletti, e ho vinto la mia guerra.
Letto da: tutte le librovore
Recensito da: tutte le librovore
Commento:
Q&A
1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Era il libro del Club di Lettura per Aprile. Non è una scusa: l’abbiamo votato tutte. Ci siamo fidate del nome di Silvana de Mari, della quale avevamo letto ed amato L’Ultimo Elfo agli albori del nostro club.
2) Cosa ti ha fatto pensare che ti sarebbe piaciuto?
Appunto il fatto che conoscessimo l’autrice. L’Ultimo Elfo è un libro che fa decisamente venire voglia di leggerne un altro simile.
3) Salveresti qualcosa di questo libro?
I folletti sono l’unica cosa che ci è davvero piaciuta. A parte questo, l’idea poteva anche essere buona in partenza, ma ci sono problemi in tutta la storia che la mettono in ombra.
4) Quali sono i problemi maggiori?
La storia manca di coerenza. Sembra una serie di scene scarsamente legate, che non vanno veramente da nessuna parte. La trama è lineare in senso assoluto, gli avvenimenti si susseguono senza un vero e proprio senso, solo per mandare avanti la storia.
I personaggi mancano sia di complessità che di coerenza.
Non c’è una morale, né per la verità un pensiero originale.
Ultimo ma non meno importante, ci sono problemi ed errori colossali nello stile e nella scelta del linguaggio, che non solo non è efficace, ma è veramente incoerente con la trama stessa.
5) Lo hai finito o interrotto? Perché hai scelto questa opzione?
Lo abbiamo finito. Un po’ perché siamo virtuose e volevamo parlarne con cognizione di causa al Club di Lettura, un po’ perché arriva appena a cento pagine, e comunque non era un impegno così impegnativo.
6) Daresti un’altra occasione a questo autore?
Siamo passate da un sicuro “Sì, vorrei leggere ogni suo libro”, ad un dubbio più che legittimo sul fatto di prendere ancora in mano qualcosa di scritto da Silvana de Mari. Vedremo in futuro se darle un’altra possibilità.
7) Cosa bisognerebbe sapere prima di cominciare a leggerlo?
Tutto quello che abbiamo scritto fin qui si basa su un presupposto che sinceramente non ci sembrava di dover mettere in discussione: se qualcuno acquista un libro su cui è stampato il nome dell’autore, si aspetta di trovarsi in mano un libro di quell’autore.
Quello che bisogna sapere prima di leggere questo libro è che non è questo il caso.
Qualche anno fa è stato fatto un progetto (“Scrittori di Classe”) nell’ambito del quale alcuni autori, tra cui la Signora Silvana de Mari, hanno fornito un incipit e alcune classi scolastiche della scuola primaria e secondaria hanno elaborato la storia sulla base di quanto scritto dagli autori. Questo libro, ripubblicato dalla casa editrice Landau al costo di 9.50€, è la storia che ha vinto questo concorso.
Onestamente non è affatto male come storia scritta da una seconda media (2C della scuola secondaria di primo grado Luigi Varoli, di Cotignola-RA). Possiamo anche pensare di leggerlo in questa chiave.
Ma la casa editrice ha scelto di pubblicare e far pagare questo libro come un’opera unica di Silvana de Mari. La classe coinvolta e il progetto non sono nominati in nessuna parte del volume. Non c’è un accenno a nulla della genesi di questo libro, anche se sarebbe stato semplicissimo inserire una nota, anche solo in calce alla biografia dell’autrice.
E questo, onestamente, è vergognoso. In primis, i ragazzi che hanno lavorato su questa storia dovrebbero esserne riconosciuti come co-autori, anche legalmente. In secondo luogo, viene venduto un libro su cui qualcuno guadagna, che ha un copyright e incassa degli utili, e chi lo acquista non ha idea di non avere in mano quello che la copertina promette.
Per questo non possiamo fare a meno di sentirci indignate, al di là della scarsa qualità del libro. E pensiamo che questo si debba sapere.
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