Green Pass
Qualche mese fa ci siamo cimentate in una sorta di Book Tag che consisteva nel collocare un libro in ciascuna delle zone in cui era suddivisa l’Italia (rossa, arancione o gialla). Poi ci siamo dimenticate per un po’ di quell’esperienza, ma ci è tornato in mente in questi giorni proprio quel tipo di post, che era stato molto divertente da fare. Abbiamo pensato di riproporlo… ma, per restare attuali e fare riferimento alla situazione odierna, ci siamo ispirate al tema del momento: il Green Pass. Questa volta abbiamo ben quattro categorie a cui fare riferimento, ispirate proprio a questa novità nelle vite di tutti noi. Ci piace l’idea di fare di questo un post veloce da leggere, quindi non vi racconteremo perché abbiamo deciso di mettere un libro in una determinata categoria, ma per ciascuno indicheremo tre elementi che ci hanno spinte alla nostra scelta. Buona lettura!
1 - You Shall Not Pass!
Senza Green Pass, non puoi entrare in molti posti. E da domani, neanche al lavoro.
Un libro pessimo.
Gi: Girl in Hyacinth Blue, di Susan Vreeland: noioso, confusionario, troppi personaggi.
Ma: Kitchen, di Banana Yoshimoto: noioso, lento, personaggi anonimi.
Mi: I Cavalieri del Congiuntivo, di Erik Orsenna: nonsense, inconcludente, disgustoso.
2 - Io non c'ero e se c'ero dormivo
Ah, perché, devo avere il Green Pass? Non l’avevo capito…
Un libro bruttino
Gi: L'allieva, di Alessia Gazzola: protagonista antipatica e viziata.
Ma: A Boy Worth Knowing, di Jennifer Cosgrove: troppa storia d’amore, poca trama, ripetitivo.
Mi: Dark Constellation, di Pola Oloixarac: incoerente, poca sostanza, molto virtuosismo.
3 - Vaccinati last minute
E’ stato necessario imporlo al lavoro per convincerli a vaccinarsi.
Un libro carino
Gi: La ragazza che leggeva nei cuori, di Teri Brown: anni venti, medium, illusionismo.
Ma: Landline, di Rainbow Rowell: dolce, nostalgico, storia d’amore sopportabile.
Mi: Verdigris Deep, di Frances Hardinge: atmosferico, originale, buon ritmo.
4 - No-vax No-party
Con il Green Pass, ormai siamo quasi tornati alla normalità.
Un bel libro.
Gi: Deposing Nathan, di Zack Smedley: Cam, personaggi interessanti, colpo di scena finale.
Ma: Vicious, di V.E. Schwab: personaggi morally gray, poteri soprannaturali, ambientazione da paura.
Mi: The House in the Cerulean Sea, di T.J. Klune. Semplicemente, il, meglio.
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