30 giugno 2018

Wrap Up: Giugno 2018

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Wrap Up: Giugno 2018

Come è andato, vi chiederete, questo esperimento di mese a tema LGBTQIA+ delle vostre librovore preferite?
Possiamo dire che in definitiva è andato bene. Abbiamo letto tanti libri interessanti anche se, siamo oneste, occasionalmente avevamo proprio voglia di leggerne uno che purtroppo non rientrava nel tema. Ma alla fine è per questo che era una sfida, no? Vediamo cosa abbiamo letto.

Wrap up della librovora miki_tr

Book Count: 22
Libri letti:

The Errant Prince, di Sasha L. Miller.
Visto che in maggio abbiamo dovuto preparare il Wrap Up in anticipo, in questo di giugno ci sono un paio di libri che ho finito in maggio. Questo è uno di quelli, che avevo sorteggiato per il mese scorso. Per coincidenza, si adatta perfettamente al tema LGBTQIA+ di questo mese! Questo libro, molto corto ma sicuramente soddisfacente, è uno di quelli che non posso fare a meno di definire “adorabile”. Nonostante la storia sia estremamente semplice in sé, l’ambientazione ed il sistema magico sono curati e potrebbero sostenere un libro più lungo. Inoltre i personaggi mi sono piaciuti molto, pur nel poco tempo in cui sono stata in loro compagnia. Ma soprattutto, ho shippato come una disperata la coppia protagonista. Mi hanno preso fin da subito, ed è un peccato che io non abbia letto questo libro in tempo per metterla come la mia ship preferita di maggio.
Alfabeto Challenge: Lettera E

The Plastic Magician, di Charlie N. Holmberg.
Non vedevo l’ora di leggere questo libro, ma alla fine ho aspettato gli ultimi giorni di maggio (sì, è un altro di quelli che non sono stati nell’ultimo wrap up) per farmelo prestare dalla Librovora Marty e leggerlo cartaceo. Le mie colleghe che mi hanno preceduta nel commentarlo hanno già più o meno detto tutto: è meno coinvolgente della trilogia originale, probabilmente anche perché la posta in gioco è meno alta e l’azione è molto più concentrata nell’ultima parte del libro. Però è comunque molto carino, si legge bene e i personaggi mi sono simpatici, cosa che comincio ad aspettarmi da questa autrice. Non sarebbe male, volendo, come primo libro di una nuova trilogia. Chi ha orecchie per intendere…

My Sister Rosa, di Justine Larbalestier.
Ultimo libro che ho completato ancora in maggio. Avevo inserito questo libro nel mio elenco di LGBTQIA+ da leggere in giugno, ma visto che, a parte la citazione in una lista di Goodreads, non avevo trovato riferimenti al tema, ho deciso di leggerlo prima perché ero comunque curiosa, anche per vedere se ci fossero elementi a tema o se fosse finito nell’elenco per errore. Ci sono: uno dei personaggi ha due madri, un’amica del protagonista ha una relazione con un’altra ragazza, un altro amico è solo se stesso, senza genere e pronomi (e quanto è impossibile descriverlo in italiano, dove comunque devo usare il maschile o il femminile?). Nessuna di queste cose è il fulcro della storia, il che comunque mi piace, nel senso che tendo a preferire i libri che parlano di diversità senza farne “la questione”. Premesso questo, questo libro parla di diversità soprattutto in senso neurologico: fin dall’inizio ci viene detto che la sorellina di dieci anni del protagonista è psicopatica. Il libro mi è piaciuto molto, e Rosa, la sorella in questione, mi ha inquietato come pochi personaggi al mondo. A parte lei, i personaggi mi sono piaciuti molto, non necessariamente buoni o cattivi, ma molto disegnati a tutto tondo. E’ uno di quei libri in cui impariamo molto di più sui personaggi di quanto sia funzionale per la storia, e questo mi piace. La storia in sé è in parte inquietante, in parte però più leggera, quando il protagonista si dedica a cose più tipiche per la sua età, come la boxe o la ragazza per cui ha una cotta. In generale a tratti è un po’ dispersivo, ma mi è comunque piaciuto molto!

Simon Vs the Homosapiens Agenda, di Becky Albertalli.
Finalmente, questo libro l’ho letto effettivamente in giugno. Devo essere brutalmente sincera? Mi aspettavo molto di più. In teoria sapevo che non era esattamente il mio genere di libro, ma ne avevo sentito parlare così bene da pensare che ci fosse qualcosa di più dell’ovvio. Leggevo aspettandomi qualcosa che mi colpisse. Invece ho trovato una storia che sì, è carina, ma non mi ha stupito e un protagonista che a tratti proprio non mi andava a genio (e qualche leggero accenno di bi bashing? Forse me lo sono sognato…); ma a tratti anche conversazioni e soprattutto mail adorabili e qualche scena particolarmente divertente. Ci sono stati altri due libri quest’anno che mi hanno fatto un effetto simile: Boy Meets Boy e Dress Code for Small Town. Questo mi è piaciuto decisamente più degli altri due, ma comunque comincio veramente a pensare che questo proprio non sia il mio genere.

Ship It, di Britta Lundin.
Vai a capire perché ultimamente mi metto sempre in situazioni in cui è difficile valutare un libro, e ancor di più scrivere un wrap up senza farlo diventare un saggio di dieci pagine.
Ok, andrò per punti. In primis, questo libro è chiaramente ispirato a casi accaduti in almeno tre fandom, due dei quali frequentavo assiduamente all’epoca, e di uno dei quali ero informata a causa di un’amica appassionata. Penso che chi legge il libro riconosca l’ispirazione da Supernatural (anche dello show, nonostante a me sembri più ispirato a Buffy). Ci sono vari riferimenti ad X-Files, inclusi un paio più oscuri, che riprendono affermazioni poco carine fatte dal creatore dello show ormai oltre dieci anni fa. Curiosità, ci sono riferimenti molto letterali a Torchwood, inclusa la parola chiave della polemica che si sviluppò all’epoca della terza serie tra il creatore e il fandom (anche se in quel caso le rimostranze delle “25 hysterical women” non avevano a che fare con le ship all’interno della serie). Tutti questi riferimenti e il peso che la storia dà all’opinione dei fan sono stati per me una cosa spettacolare da leggere. Mi esalto quando si parla di queste cose e in questo specifico caso sono assolutamente d’accordo con il senso del libro: quello che proviamo e immaginiamo quando siamo fan di una storia è assolutamente legittimo.
Il secondo punto all’ordine del giorno è che semplicemente il libro mi è piaciuto, i personaggi mi sono piaciuti, l’atmosfera generale mi è piaciuta e per una volta il punto di vista alternato valorizza il libro invece che rendermi più difficile la lettura.
Il terzo punto… è il motivo per cui sulla copertina di questo libro non c’è il mio bollino. Ho avuto problemi notevoli con la storia d’amore, e non solo perché non le amo. C’è una scena in particolare che mi urta terribilmente e che non ha sensibili conseguenze a lungo termine all’interno del libro. Invece mi sento di dire che non mi piace che passi l’idea che sia ok, tutto sommato, fare outing per qualcun altro. Non solo nel caso si parli di orientamento sessuale (ma soprattutto: è gravissimo spingere una persona a definirsi in una maniera in cui non è pronta a definirsi, punto). Ma anche quando si parla di appartenenza ad un fandom, di un hobby, di una passione… divulgare informazioni su un’altra persona senza il suo consenso secondo me è una violazione di fiducia su cui difficilmente si può soprassedere dopo delle vaghe scuse. I personaggi in questo libro non fanno altro che spiattellare al mondo cose che altri personaggi non vogliono che si sappiano, e questo passa sempre molto sotto silenzio o viene facilmente perdonato. Non so, questo aspetto del libro proprio non mi è piaciuto.
Tuttavia la sensazione che mi lascia la storia è di un libro divertente su uno dei miei argomenti preferiti, con un concetto di base solido e realistico, quindi così lo valuto. Ma siccome questo libro ci insegna che “le nostre opinioni contano”, metto nero su bianco il tutto.

E’ il secondo mese di fila che per me il Classico del Mese è un successo, il che mi porta ad essere molto contenta dell’idea che ho avuto di imbarcarmi in questa impresa. Questo libro è bellissimo, e mi ha fatto venire tantissima voglia di rivedere il film, che non ho più rivisto da quando ero una ragazzina, ma che avevo amato molto. Questa è una storia che racchiude tantissime storie di personaggi diversi, assurdi e meravigliosi, che hanno vissuto le loro vite attorno al Caffè di Whistle Stop, in Alabama, a partire dagli anni venti. E’ una storia che affronta temi come le questioni razziali, sociali, la condizione femminile, persino l’omicidio, con tatto e delicatezza; e mi sono innamorata di ogni personaggio per come veniva raccontato dalla voce di una delle ultime rimaste. E’ un libro che fa venire fame quando racconta del cibo, caldo quando descrive l’estate, e soprattutto voglia di sentire parlare ancora e ancora di questi personaggi. Nonostante in qualche punto il modo in cui la narrazione salta da un tempo ad un altro non aiuti la lettura, è veramente facile immergersi nelle sue pagine e avere voglia di non uscirne mai.
Il Classico del Mese: Giugno
Reading Challenge: Un libro ambientato in due diversi periodi di tempo.

Queens of Geek, di Jen Wilde.
Mentre leggevo la prima metà abbondante del libro pensavo ad una valutazione più alta di quella che alla fine ho deciso di dargli. La storia, se anche non ha molta azione, è carina nella sua idea: tre ragazzi che per la prima volta si trovano ad andare ad un grande Comicon, e la trama segue le loro avventure nei tre giorni della fiera. Quello che ha abbassato sostanzialmente la mia valutazione è la quantità di melensaggini nella seconda parte del libro. Ora, per essere equa, ho valutato il libro senza tenere conto del numero di carie che mi ha procurato, ma, anche tenendo conto della mia allergia al romanticismo, la seconda parte è comunque più banale e meno interessante della prima.
Alfabeto Challenge: Lettera Q

White Rabbit, di Caleb Roehrig.
Ciao, sono la Librovora miki_tr ed ho un problema: sono in una fase in cui ogni paio di libri ho voglia di leggere un bel thriller per rilassarmi. Sopportatemi, vi prego… Comunque non ho tradito il tema del mese, perché questo libro racconta di un ragazzo che cerca di risolvere un omicidio con l’improbabile aiuto del suo ex, che potrebbe avere intenzione di riaprire le cose tra loro… Insomma, la storia d’amore (che, per inciso, è sufficientemente discreta come importanza nella storia da non avermi fatto venire voglia di lanciare qualcosa dalla finestra) è LGBTQIA+ a tutti gli effetti. A parte questo, si tratta di un thriller piuttosto ben fatto; forse gli manca quella precisione di dettagli dei miei preferiti, ma comunque la storia tiene incollati, e devo ammetterlo: per la prima volta da un pezzo non ho capito chi fosse l’assassino finché non stava per essere rivelato. Tanto di cappello, ultimamente non ne stavo mancando uno. Invece ho sospettato di tutti praticamente per tutto il libro! Una bella lettura ed esattamente quello che mi ci voleva.


Questo libro è la prova che a volte giudicare un libro dalla copertina serve. La trama suonava interessante, ma sono onesta, meno di tanti altri libri che languono nella mia TBR. Tuttavia questa copertina splendida continuava ad attirarmi. E meno male, perché questo libro mi è piaciuto tantissimo. Sorprendentemente, incluse le storie d’amore. Anzi, sintetizza benissimo uno dei motivi per cui di solito non mi piacciono, cioè che spesso nei libri viene assolutamente tralasciato tutto il lavoro che implicano in favore di banalità e dramma.
Un altro grande più di questo libro è assolutamente l’ambientazione, che è fatta veramente bene. Ed è un’ucronia, il genere che mi ero ripromessa di sperimentare all’inizio dell’anno! La trama del libro non è super articolata, ma mette bene in risalto l’ambientazione e parla di problemi anche molto attuali, oltre ad includere una visione molto positiva della diversità (e una lettera della sigla LGBTQIA+ di cui non avevo mai letto prima!). Penso che avrei gradito che la storia fosse un po’ più complessa, e ammetto che non disdegnerei affatto un seguito. Ma in realtà la storia finisce esattamente come avrei voluto e non osavo sperare, quindi sono molto soddisfatta di questo libro!

Fence, Volumi dal numero 1 al numero 6, di C.S. Pacat.
Mi piace questa graphic novel. Al momento sto leggendo volumi molto corti, e mi sembra di barare un po’ con i numeri (ma devo contarli singolarmente se non voglio alterare il conto rispetto a Goodreads), perché ciascun episodio si legge in una decina di minuti. La storia ancora deve svilupparsi, ma al momento posso dire che promette bene, che il disegno mi piace moltissimo, e che c’è un sacco di diversità in questa storia, il che non è niente male! La valutazione che ho dato fino a qui è una media.

Every Exquisite Thing, di Cassandra Clare e Maureen Johnson.
Più leggo questi racconti, più sono pronta per un’epopea con questi personaggi. Anna Lightwood, che qui è la protagonista, mi è piaciuta particolarmente perché anche in un racconto così breve fa un percorso di crescita non indifferente. Ma tutta questa generazione di Shadowhunters promette veramente bene! Avrei giusto voluto un po’ più Jem, ma probabilmente sono io che non ne ho mai abbastanza… Comunque sono curiosa di sapere cosa ci riserveranno i prossimi racconti.


If I Was Your Girl, di Meredith Russo.
Mi è piaciuto molto questo libro. E’ un libro intelligente, che nasconde dietro una struttura semplice un sacco di informazioni. Si sente molto l’intento di arrivare ai lettori e di dare una rappresentazione il più possibile positiva delle difficoltà che affronta la protagonista della storia. E’ un libro che ha un messaggio importante e lo racconta con molta cura, e in più trova anche lo spazio per mostrare personaggi interessanti e soprattutto credibili, né buoni né cattivi, ma molto umani. Come al solito la storia d’amore non mi ha particolarmente impressionato, ma a questo riguardo mi ha soddisfatto il finale.

The Charioteer, di Mary Renault.
Sarò onesta: ho fatto una fatica assurda a leggere questo libro. Questo non ha niente a vedere con il libro in sé che è splendido e probabilmente mi è piaciuto un po’ di meno di altri di questa autrice solo perché l’ambientazione (Inghilterra nel pieno della Seconda Guerra Mondiale) è meno nelle mie corde delle altre sue (per la maggior parte i libri di Mary Renault sono ambientati nell’antica Grecia). Quello che mi ha fatto sudare sette camicie è stato l’inglese. Sono abituata a leggere in inglese con la stessa velocità con cui leggo in italiano, senza tradurre mentalmente e senza fare fatica. Ma in questo caso avrei preferito avere una traduzione, perché il libro è stato scritto negli anni cinquanta e contiene molto slang che all’epoca probabilmente era nell’orecchio di tutti, ma che mi ha fatto sudare sette camicie. Inoltre Mary Renault utilizza un linguaggio meraviglioso, ma molto difficile di suo e spesso e volentieri nelle frasi che usa si nascondono metafore e significati profondi che non sono di per sé adatti ad una lettura veloce. Ammetto quindi che questo libro ha messo a dura prova le mie capacità. Comunque è stato un viaggio meraviglioso ed ho adorato ogni singolo momento. Sono assolutamente felice (e un po’ fiera) di averlo finalmente letto.

The Love Interest, di Cale Dietrich.
Dopo aver sudato sette camicie per leggere The Charioteer volevo qualcosa di assolutamente semplice, veloce e non necessariamente sconvolgente. Ammetto di aver scelto dalla mia TBR il libro che mi sembrava in assoluto meno portato a farmi pensare troppo. Invece penso che questo libro (che ho letto in quattro ore scarse perché sì, mi ha preso) abbia cambiato il mio modo di vedere qualsiasi YA abbia letto e leggerò in futuro, soprattutto quelli che hanno la classica love story a triangolo che sembra seguire un copione prestampato… perché questo libro mi fa chiedere, e se stesse davvero seguendo un copione prestampato? Mentre lo leggevo non potevo non pensare a The Truman Show, e questo dovrebbe dare discrete indicazioni sulla trama di questo libro. Sono soddisfatta della lettura: è veloce e divertente e, anche se avrei potuto vivere con la curiosità di non sapere cosa indossasse ogni singolo personaggio in ogni dato momento, l’ho trovato una lettura molto piacevole.

Funny Boy, di Shyam Selvadurai.
Non so se vi è mai capitato che un libro vi incantasse completamente senza sapere bene come. E’ una cosa bellissima quando succede, ed è esattamente quello che è successo a me con Funny Boy. E’ una storia dove non succedono poi moltissime cose, perché è la storia di un bambino che cresce e capisce mano mano cose su se stesso e sul mondo che lo circonda, ma è scritto così bene e mi ha trascinato così all’interno del mondo che descrive, che non ho fatto caso alla trama. Mi sono semplicemente lasciata trasportare, anche se non sapevo nulla o quasi della cultura e della storia di cui stavo leggendo, fino al punto di non accorgermi che il libro stava finendo e che avrei dovuto, mio malgrado, lasciare queste pagine.
Bellissimo.

Leah on the Offbeat, di Becky Albertalli.
Questo libro mi è piaciuto più di Simon Vs. the Homosapiens Agenda per certe cose, e meno per altre. Sicuramente ero meno interessata alla storia, un po’ perché Leah non mi aveva fatto impazzire nel primo libro, un po’ perché mancava l’elemento di mistero che invece c’era in Simon. Però devo dire che la voce di Leah è stata… interessante. In parte mi veniva da dirle di darsi una scrollata e riprendersi, perché è un personaggio che si piange molto addosso e spesso e volentieri il modo in cui tratta le persone che le vogliono bene è così ingiusto che diventa molto difficile credere che nessuno decida che è troppo lavoro e la pianti. In certe parti però devo ammettere che il suo cinismo è divertente. E onestamente mi sono rivista in lei in certi momenti (anche un paio non particolarmente brillanti); soprattutto è resa bene quella sensazione che penso provino tutte le ragazze sovrappeso, e che anche io ho provato tante volte: amo il mio corpo e non ci vedo nessun problema, ma il fatto che tanto del resto del mondo lo veda come un problema mi dà un fastidio assurdo e mi fa venire voglia di essere molto cattiva con qualcuno.
In generale, comunque, è stata una lettura piacevole, ma come Simon non mi ha del tutto incantata.
Reading Challenge: Un libro con una o più tazze in copertina

Ink and Bone, di Rachel Caine.
(Letto per la seconda volta.)
Erano mesi che aspettavo con ansia il momento di rileggere questa serie. Mesi. E ad oggi è meno di un anno dalla prima volta che l’ho letta, ma comunque non vedevo l’ora di rileggerla. Quanto è bello quando torni dentro ad un libro che hai amato e scopri che anche alla seconda lettura lo ami come alla prima? Ah, sono nel paradiso delle librovore…
Su una nota più seria, questo libro ha tutto quello che cerco in un primo capitolo di una serie: avventura, personaggi che hanno un loro spazio, una loro personalità e una loro crescita; un’ambientazione curatissima e semplicemente stupenda; una ship che adoro con tutto il mio cuore, e altre storie in via di sviluppo che non mi danno fastidio. Ci sono troppe cose che mi fanno impazzire di questa serie per elencarle tutte e convincervi a leggere questi libri, ma credetemi, vorrei tanto farlo. Perché ci sono mille motivi per leggerli ed amarli. Davvero, se qualcuno legge queste righe ed ha intenzione di ascoltare uno dei miei consigli di lettura, dia una possibilità a questo libro.

Paper and Fire, di Rachel Caine.
(Letto per la seconda volta.)
Avevo rimosso il finale di questo libro. Chissà perché mi ricordavo che non finisse con la madre di tutti i colpi di scena, ma mi sbagliavo assolutamente. Diciamo che sono molto contenta di non dover aspettare il prossimo neanche questa volta… e l’attesa per il quarto è quasi finita! Comunque questo è uno di quei libri in cui sembra non succedere molto fino a metà libro, e poi non c’è più un secondo di tregua. Probabilmente è il più puramente avventuroso, nonché quello dove un paio di personaggi danno il meglio di sé. Spettacolare come sempre.

Ash and Quill, di Rachel Caine
(Letto per la seconda volta.)
Mi sento ripetitiva, ma anche questo libro mi ha di nuovo fatto innamorare. Il conto alla rovescia per il quarto ormai è quasi finito, ed è un bene, perché il cliffhanger alla fine non è facile da digerire neanche questa volta…


Wrap up della librovora Marty

Book Count: 12
Libri letti:

Eliza and her Monsters, di Francesca Zappia.
Questo libro l’ho letto ancora in Maggio. Contavo di finirlo per il Wrap Up del mese scorso, ma non ho fatto in tempo ed è finito nel mese di Giugno. Purtroppo non si adatta al tema del mese, ma tecnicamente non l’ho letto in Giugno quindi va bene lo stesso. Ho adorato tantissimo questo libro, e pensavo fosse una storia più leggera di quella che, in fondo, si è rivelata essere anche una storia con tematiche come ansia, attacchi di panico, depressione, e anche pensieri tendenti al suicidio; tutta quella branca della salute mentale che molte volte non prendiamo in considerazione perché passa in secondo piano rispetto a malattie più gravi.
Ho adorato i personaggi: per una volta non ce n’è stato uno antipatico, anche se alcuni comportamenti di Wallace verso la fine del libro mi hanno fatto storcere il naso.
Alfabeto Challenge: Lettera E  

Every Heart a Doorway, di Seanan McGuire.
Wow! Tutto mi aspettavo, tranne quello che ho letto. Devo ammettere che mi ero avventurata in questo libro conoscendo solo i costanti apprezzamenti delle mie colleghe librovore, senza aver letto la trama ufficiale, quindi non mi aspettavo certo questo. La storia è veloce, molto veloce, forse troppo, ma io non mi lamento di certo, anzi posso affermare che è una delle più belle storie lette quest'anno. Ma parliamo dei personaggi, uno più unico dell'altro, e di certo con loro non ci si annoia mai. Mi sono piaciuti persino quelli più morbosi e subdoli, come Jack, Jill e Christopher o quelli più strani e ancora non ben delineati come Sumi o Lundy. E ho adorato Kade. Provate voi a fare diversamente se ci riuscite. Comprendo che in questo libro la protagonista dovrebbe essere Nancy, ma lo vedo più come una storia corale, in cui tutti i personaggi portano qualcosa per arricchire la trama.

Down Among the Sticks and Bones, di Seanan McGuire.
Che figata questo libro. All'inizio della storia il mio cuore ha provato molto dolore per tutti i complessi che i genitori hanno fatto venire a quelle due povere ragazze. Ma proseguendo mi sono rallegrata a vedere che comunque le due ragazze trovano il loro posto e ruolo nel mondo, anche se uno di questi non è proprio sano. Non posso dire molto sul libro perché sarebbe spoiler anche per il primo, se non che credo mi sia piaciuto ancora di più questo.
Alfabeto Challenge: Lettera D

Smoke in the Sun, Renée Ahdieh.
Non so cosa dire, sono senza parole. Quando dicevo nei mesi scorsi che non eravamo pronti per il finale di questa duologia, un po’ avevo ragione. Di certo non volevo che finisse, perché l’atmosfera è stupenda e se c’è qualcosa che adoro più di un’ambientazione giapponese sono gli intrighi a corte, e questo libro ne è pieno. Ho adorato ogni singola scena di questa seconda parte della duologia, anche i primi capitoli che riconosco essere un po’ lenti, visto che fanno una specie di riassunto della situazione in cui si trova ciascun personaggio. Ma, mano a mano che la storia va avanti, è un turbinio di emozioni immenso. Le scene che non deludono sono sicuramente quelle tra Mariko e Okami, che sono dolci ma non troppo smielati. Tra i personaggi che vengono introdotti o approfonditi ho apprezzato Raiden, Kanako, Roku e Suke; e per i miei gusti c’è troppo poco Tsuneoki, ma quando c’è le sue conversazioni con un altro personaggio sono assolutamente fantastiche. Il finale non è perfetto: ci sono delle cose che potevano essere approfondite meglio, personaggi di cui mi sarebbe piaciuto leggere di più, ma sinceramente l’unica cosa di cui mi dispiace veramente… è che sia finita. Per quanto mi riguarda poteva durare anche altri cinque o sei libri.
E anche se questo libro non è in tema con il progetto di questo mese, mi è sembrato di capire che una piccola rappresentanza LGBTQIA+ ci sia anche qui… ma non vi dirò certo di chi si tratta. Sta a voi scoprirlo.

Interlude: E dopo il quarto libro (su quattro letti) a cui do il massimo dei voti, non ho la più pallida idea di come farò a fare i preferiti questo mese! Ma andiamo avanti...

Every Exquisite Thing, di Cassandra Clare e Maureen Johnson.
Benvenuti signore e signori al nostro appuntamento mensile di
Shadowhunters: Lo sclero. Come tutti i mesi vi propongo il commento del nuovo mini racconto della saga. Siete pronti per scoprire cosa ci riserva Giugno? Io non lo ero… ma l’ho letto lo stesso. Ma passiamo allo scler...al commento.
- Anna che ruba i vestiti al fratello Christopher… che carina, già la adoro.
-... e ho già capito che qui finisce male!
- Christopher, sei senza speranza.
- Prevedo guai… molti, grossi guai.
- Oddio già le shippo!
- Gideon e Christopher che si addormentano nella carrozza appoggiati l’uno all’altro dopo una semplice cena A.K.A. questi uomini che non reggono la serata… che carini.
- Ma Ragnor non si doveva trasferire a Parigi?
- Ho bisogno di saperne di più su Lucie Herondale.
- Anna ha un carattere molto protettivo, e in questo ricorda Alec, ma è anche sicura di se stessa. In questo invece mi ricorda Isabelle.
- Questa nuova generazione di Shadowhunters è favolosa… tutti adorano i libri!
- Anna e Matthew compagni di marachelle.
- Matthew, che stai combinando?
- “She was definitely in love with her”... Anna, cara, solo adesso lo hai capito?
- Oddio… mi spezzeranno il cuoricino, già lo so.
- Figa la rivelazione su Tessa, ora ne abbiamo due.
- Lo sapevo sarebbe finita male.
- Cecily è un genio, Gideon ti adoro… in generale, LIGHTWOODS ARE THE BEST.
Ora, per un commento serio: anche se avrei preferito un finale più allegro, penso che Anna alla fine abbia capito veramente chi è, e questo vale molto di più di un cuore spezzato.
Poco Jem in questa storia, ma i suoi momenti sono sempre adorabili.

Interlude 2.0: SOMEBODY SAAAAAAAVE MEEE!!

Peter Darling, di Austin Chant.
(Primo capitolo, che poi è il prologo, e già mi è partita la ship. Sono senza speranza.) Devo ammettere che per me il libro non ha avuto un gran inizio, per il semplice fatto che non mi andava genio Peter. Non mi è piaciuto come si è comportato una volta ritornato a Neverland, e non mi è piaciuto quello che ha comportato per i bambini sperduti, anche dopo aver scoperto alcuni segreti su di loro. Nel corso della lettura ho cominciato ad affezionarmi sempre di più. Ma nessuno batte Hook in questo libro, e le sue conversazioni con Peter sono favolose. In generale, una volta superato lo shock iniziale, mi è piaciuto molto. Peter Pan è una delle favole che mi è sempre piaciuta poco, ma se fosse stata anche vagamente uguale a questa l’avrei adorata all’infinito.

Devo ammettere che ho fatto fatica a leggere questo libro. Anche adesso, dopo averlo finito, non so assolutamente associare i nomi dei personaggi al periodo in cui sono vissuti, e non ricordo chi era bianco e chi nero. Direi che il libro ha fatto il suo lavoro. E poi, alla fine, lacrime a non finire, sia per quello che succede nel presente, sia per gli avvenimenti del passato. Nel complesso, a parte qualche minuto di confusione, mi sono divertita molto a leggere le storie di questa bizzarra cittadina, con tutti i suoi problemi e i suoi misteri, la cui risoluzione mi ha veramente lasciato di stucco.
Il Classico del Mese: Giugno

The XY Axis, di Karin Bishop.
Questo libro dovrebbe chiamarsi “Guida per essere se stessi” o anche “Come scoprire chi si è davvero dentro”... o cose del genere. Se una persona avesse dei dubbi sulla propria identità, dovrebbe leggere questo libro per capire come ragionare, come pensare per capire chi si è veramente. Inoltre penso che possa essere utilissimo per capire il percorso che una persona transgender deve affrontare da quando capisce chi è veramente. Devo dire la storia della famiglia della protagonista mi ha affascinato molto, un po’ meno i discorsi sulla genetica. Una cosa strana, e forse poco reale, è il fatto che la protagonista non incontra nessun tipo di difficoltà o di ostacolo nella storia, se non per qualche parola poco garbata di qualche suo compagno di scuola. Non penso sia una visione veritiera della realtà che deve affrontare una persona transgender. Facendo il punto della questione, ci sono forse troppe situazioni fortunate o casualità che vanno a favore di Michelle, che rendono la storia strana e molto lontana dalla nostra realtà.
Alfabeto Challenge: Lettera X

Beneath the Sugar Sky, di Seanan McGuire.
Terzo, ed ultimo per ora, libro della serie Wayward Children, che non capisco perché debba finire, visto che è bellissima.
Dei tre questo è forse quello che mi è piaciuto un poco di meno, semplicemente perché l’ambientazione carina e zuccherosa non fa per me, e molte volte le descrizioni mi facevano venir voglia di mangiarmi un pugno di rucola per compensare. Ma il gruppo di personaggi protagonisti è assolutamente favoloso (beh, c’è Kade), e sono perfettamente amalgamati tra di loro. Ho adorato gli ultimi capitoli, quelli in cui c’è Layla, per intenderci, e la descrizione dei meccanismi del suo lavoro, e non vedo l’ora di continuare questa stranissima serie.

Juliet Takes a Breath, di Gabby Rivera.
Ci sarebbero tante cose da dire su questo libro, ma forse non sono la persona più adatta per relazionarmi con la protagonista e raccontare quello che sta vivendo. In sostanza credo che la ragazza abbia paura di vivere uno stereotipo di vita in quanto ragazza di colore, lesbica, portoricana che vive nel Bronx. Ma lei è molto di più di tutte queste etichette che cercano di darle gli altri e dimostrerà a tutti che non è solo questo, ma molto di più. E’ una guerriera, una femminista all’ennesima potenza, e vuole semplicemente vivere e respirare e innamorarsi. Il libro non è perfetto: l’autrice rilascia talmente tante informazioni sulla comunità LGBTQIA+ da far girare la testa, e non sempre ho capito cosa stesse intendendo, ma allo stesso tempo ho scoperto tante cose, specialmente su cosa significa essere in una relazione poliamorosa e su come in generale essere se stessi.
Alfabeto Challenge: Lettera J

Blue is the Warmest Color, di Julie Maroh.
(Ricordatevi di me adesso, perché alla fine di questo commento sarò a piangere in qualche angolino) E anche questo mese sono riuscita a leggere una graphic novel, e quindi dico… ma che diavolo mi è venuto in mente? Non che questa storia sia brutta, anzi, è bellissima, ma troppo triste, fin dalle prime pagine avevo già il magone. Tra una lacrima e l’altra ho comunque apprezzato tantissimo la storia che, pur essendo triste, è forse una delle storie più vere di cui abbia mai letto, e ho adorato i disegni, che racchiudono molto significato anche per lo stile.

Heart of Iron, di Ashley Poston.
Sì, va beh… e quindi? Non è finito qui, vero? Ci sono dei capitoli in più che mi sono stati nascosti per qualche inspiegabile e crudele ragione, vero? Devo veramente aspettare il seguito? Ok, comunque se non si fosse già capito, questo libro mi è piaciuto, e anche tanto. Da come era iniziato non mi aspettavo che la storia andasse così, cioè un colpo di scena dopo l’altro. Visto che si tratta di un retelling di Anastasia, avevo già delineato i ruoli dei vari protagonisti, ma ci sono state delle sorprese positive che me lo hanno fatto adorare ancora di più.

Wrap up della librovora Gioneb

Book Count: 7
Libri letti:

The Danish Girl, di David Ebershoff. Questo romanzo parla di amore, amore di tutti i tipi. È questo l’elemento che mi ha colpito di più: Greta ama il marito così tanto da accettare senza problemi il suo diventare una donna, è sempre al suo fianco senza dubbi o ripensamenti. Tra tutti i personaggi presentati, solo uno reagisce in modo negativo riguardo al cambiamento di sesso del protagonista e forse qui sta la parte di fantasia, perché faccio un po’ fatica a credere che una cosa così grande venga accettata da tutti: non capita adesso che siamo nel 2018, figurarsi nella prima metà del novecento.
Alfabeto challenge: Lettera T

Superior, di Jessica Lack.
L’ho letto in poco piú di un’ora e ho deciso fin da subito che gli avrei dato il bollino. Per farvi capire com’è il libro (nonché quello che mi è piaciuto di più) vi cito l’autrice stessa: “So Superior is a superhero story that, really, doesn’t care about the superheroes. Or the big battles. Or saving the world. Instead, it focuses on how the normal people on the periphery of these “super” things respond to and deal with them.”

Leah on the Offbeat, di Becky Albertalli.
Sono solo a pagina 100 e già ne ho abbastanza dei drammi di Leah. Non mi piace proprio la protagonista di questo libro e quindi ci sto mettendo molto piú tempo del previsto a leggerlo. Avendo adorato il libro precedente della serie pensavo di adorare anche questo, ma non è stato così: per tutto il libro ho continuato a pensare che semplicemente non è il mio genere. Simon vs The Homo Sapiens Agenda l’ho apprezzato così tanto per il mistero di Blue, qui non c’è nessun mistero a rendere tutto un po’ interessante.
Reading Challenge: Un libro con una o più tazze in copertina.

Every Exquisite Thing, di Cassandra Clare e Maureen Johnson.
Faccio sempre un po’ fatica a scrivere il wrap up di questi racconti, perché hanno già detto tutto le mie colleghe:
- Questa generazione è interessantissima, voglio saperne di più. Detto;
- Anna è un personaggio molto interessante. Detto;
- In questo racconto c’è stato poco Jem. Detto.
E mi fermo qui, tanto hanno già detto tutto.

Faccio molta fatica a scrivere questo wrap up e non ne so il motivo. Da qualche parte devo partire, quindi partirò dai personaggi perché ritengo che siano il punto forte di questo libro: nessun personaggio è piatto e sono tutti unici.
Ho adorato leggere i bollettini della Signora Weems, che mi hanno fatto morir da ridere, soprattutto quando parla del marito.
Poi c’è tutta la questione razziale dell’epoca che può sembrare lontana da noi in Italia, ma non è così, sopratutto adesso.
Il Classico del Mese: Giugno
Reading Challenge: Un libro ambientato in due diversi periodi di tempo.

I ponti di Madison County, di Robert James Waller.
Questo non è un romanzo LGBTQIA+, quindi è fuori dal tema, ma l’ho iniziato tempo fa (in aprile, secondo Goodreads) e un finesettimana di questo mese mi sono impuntata che volevo finirlo, e così è stato. La storia è carina e forse un po’ troppo romantica in certi punti. L’ho letto in due giorni, anche se molto distanti tra loro, e quando l’ho ripreso non ho fatto nessuna fatica a riallinearmi alla storia. Entrambe le volte mi ha preso così tanto che facevo fatica a staccarmi, ma una volta chiuso non mi mancava.
Reading Challenge: Un libro con un monumento in copertina

Peter Darling, di Austin Chant.
Questo libro ci ha messo un po’ troppo a partire per i miei gusti; ho dovuto aspettare il 40% per capire come mai sia piaciuto così tanto alle colleghe librovore. Peter non mi piace per niente, e devo dire che anche Hook non mi è piaciuto all’inizio, ma poi l’ho adorato.
Andando avanti a leggere il libro mi è piaciuto di più, ma non molto, perché la storia non mi ha mai detto nulla. Ci sono stati tantissimi elementi originali molto belli e che mi hanno colpito, ma non sono bastati.
Hook resta comunque un bellissimo personaggio.
Reading Challenge: Un retelling con un personaggio appartenente alla comunità LGBTQIA+

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