2 giugno 2018

Recensione di Chaotic Good, di Whitney Gardner

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Recensione di Chaotic Good, di Whitney Gardner
Titolo: Chaotic Good
Autore: Whitney Gardner
Editore: Knopf (Inglese)
Lingua: Solo inglese
Genere: YA, Contemporary
Note: Nonostante la storia principale di questo libro sia incentrata su altri argomenti, questo libro è LGBTQIA+, quindi a tema con il nostro mese di giugno. Leggere per credere.


Sinossi:  Cameron's cosplay--dressing like a fictional character--is finally starting to earn her attention--attention she hopes to use to get into the CalTech costume department for college. But when she wins a major competition, she inadvertently sets off a firestorm of angry comments from male fans.  When Cameron's family moves the summer before her senior year, she hopes to complete her costume portfolio in peace and quiet away from the abuse. Unfortunately, the only comic shop in town--her main destination for character reference--is staffed by a dudebro owner who challenges every woman who comes into the shop.  At her twin brother's suggestion, Cameron borrows a set of his clothes and uses her costuming expertise to waltz into the shop as Boy Cameron, where she's shocked at how easily she's accepted into the nerd inner sanctum. Soon, Cameron finds herself drafted into a D&D campaign alongside the jerky shop-owner Brody, friendly (almost flirtatiously so) clerk Wyatt, handsome Lincoln, and her bro Cooper, dragged along for good measure.  But as her "secret identity" gets more and more entrenched, Cameron's portfolio falls by the wayside--and her feelings for Lincoln threaten to make a complicated situation even more precarious.




Letto da: miki_tr
Recensito da: miki_tr
Commento:


Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Onestamente: mi piace questo genere di libri. Oggi si parla parecchio di tutte queste cose da nerd (definizione di mia mamma, letteralmente da una conversazione qualche giorno fa), ma quando ero una ragazzina io non esisteva praticamente nulla a livello di libri che toccasse l’argomento, men che meno qualcosa vagamente indirizzato ad un pubblico femminile. Probabilmente sono spinta a tenermi più o meno in pari con questo genere di pubblicazioni proprio per rifarmi di tutto quello che non ho letto anni fa.


2) Valeva la pena leggerlo?
Yes, assolutamente. Questo libro affronta tre argomenti principali: il mondo dei cosplayer, che conosco solo marginalmente, soprattutto dal punto di vista della creazione dei costumi (la protagonista vede tutto nell’ottica più del costumista che del cosplayer). Oltre a questo il libro si immerge nel mondo di D&D (non il mio gioco di ruolo preferito, ma ormai sono vent’anni che bene o male ci gioco), e soprattutto affronta il problema delle ragazze appassionate di “cose da nerd” e del modo in cui vengono trattate dai ragazzi. Raramente, per la mia esperienza personale, mi sono rivista tanto in un libro.


3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Mi sono piaciuti moltissimo sia i personaggi che la trama, per non parlare delle splendide vignette che rappresentano la campagna di D&D che i protagonisti giocano; ma la cosa migliore di questo libro probabilmente è la passione dell’autrice per gli argomenti di cui parla e il modo in cui traspare. Da persona che ha vissuto molte cose in comune con la protagonista, il modo in cui il libro ne parla suona molto vero.
Oh, e inoltre: finalmente gli adolescenti in questo libro hanno dei genitori che esistono e, sorpresa delle sorprese, occasionalmente sono anche utili per qualcosa! Senza precedenti…  


4) E invece, il punto debole di questo libro?
Non sono sicura di quanto sia attuale. Voglio dire, io ho apprezzato un sacco di cose, ma io avevo l’età della protagonista vent’anni fa. Non so se sia ancora vero che una ragazza che entra in una fumetteria venga immediatamente presa per un’incompetente (o una che deve fare un regalo: giuro, a me sarà capitato almeno trenta volte). Oggi però ho l’impressione che le cose da questo punto di vista si siano molto appianate. O forse sono abbastanza vecchia che i ragazzini dietro il banco si sentono intimiditi e evitano di trattarmi da fenomeno da baraccone? Non lo escludo…
Scherzi a parte, un’altra cosa che non mi ha fatto impazzire è la protagonista: per quanto mi sia simpatica e in parte la capisca, si ficca in un sacco di guai ed è molto poco disposta a pagarne le conseguenze. Persino io so bene che non è proprio il massimo presentarsi ad un concorso in cosplay, vincere il concorso e ritirare il premio, per poi ammettere candidamente di non sapere chi sia il personaggio da cui sei vestita. I cosplayer queste cose le prendono molto seriamente, e francamente mi dispiace se la poveretta si ritrova assediata dai troll, ma non so cosa si aspettasse di diverso. L’episodio in sé potrebbe averle insegnato qualcosa, invece poi ha comunque problemi a confessare ai suoi amici una cosa importante (evito gli spoiler), salvo poi rimanere distrutta quando inevitabilmente si scopre. Speriamo che abbia imparato qualcosa da queste esperienze…


5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Probabilmente Lincoln. Non solo è il Dungeon Master dei miei sogni, ma è anche un personaggio di cui si intuisce una backstory interessante fin dall’inzio.
6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Assolutamente sì. Al di là delle considerazioni puramente sulla trama che mi sono venute spontanee in questa recensione, dovute al fatto che appunto mi ha preso molto il tema trattato, è un libro scritto molto bene, con molta passione e con un bello stile, sempre efficace.


7) A chi lo consigli?
Vi è mai capitato di entrare in un negozio, comprare un manuale di un gioco di ruolo, e sentirvi chiedere se possono farvi una foto per dimostrare che anche le ragazze giocano di ruolo? Se avete fatto un’esperienza del genere (a me è capitato), e vi siete magari trovate a pensare che sarebbe stato tutto più facile in abiti maschili, probabilmente questo è il libro per voi.


8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Ecco, questa è una domanda difficile. Ci sono elementi del libro che mi hanno fatto pensare a Grifondoro, perché la storia è molto incentrata sul fatto di essere quello che si è ed essere visti e compresi per quello che si è, senza compromessi, e questo mi fa pensare ad un percorso di crescita basato sull’acquisire coraggio. Dall’altra parte, la protagonista è piuttosto brava sia a mentire che a trovare scuse per i suoi atteggiamenti che gli altri reputano sbagliati, e questo comportamento è più Serpeverde. Quindi magari un misto delle due case?

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