19 aprile 2018

Recensione (atipica) di Children of Blood and Bone, di Tomi Adeyemi

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Recensione (atipica) di Children of Blood and Bone, di Tomi Adeyemi
Titolo: Children of Blood and Bone
Autore: Tomi Adeyemi
Editore: Henry Holt Books for Young Reader
Lingua: solo inglese
Genere: Fantasy, YA
Trigger: Violenza, Razzismo
Note: Questa non sarà una recensione tipica per me. Di solito recensisco cose che mi entusiasmano o comunque sono particolarmente interessanti, abbastanza da farmi venire voglia di parlare del libro. Questa volta la mia voglia di parlare del libro deriva dal fatto che non mi è piaciuto al punto da decidere di non finirlo. E voglio parlare del perché.
Questa recensione contiene spoiler senza censura; comunque sono solo dal primo 40% del libro, perché questa librovora ha deciso di non leggere oltre.

Sinossi:  Zélie Adebola remembers when the soil of Orïsha hummed with magic. Burners ignited flames, Tiders beckoned waves, and Zelie’s Reaper mother summoned forth souls.  But everything changed the night magic disappeared. Under the orders of a ruthless king, maji were targeted and killed, leaving Zélie without a mother and her people without hope. Now, Zélie has one chance to bring back magic and strike against the monarchy. With the help of a rogue princess, Zélie must outwit and outrun the crown prince, who is hell-bent on eradicating magic for good.  Danger lurks in Orïsha, where snow leoponaires prowl and vengeful spirits wait in the waters. Yet the greatest danger may be Zélie herself as she struggles to control her powers—and her growing feelings for the enemy.




Letto da: miki_tr
Recensito da: miki_tr
Commento:


Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
L’idea di base è molto interessante. Per di più appena il libro è uscito hanno cominciato a fioccare recensioni entusiaste, e mi sono fidata.


2) Cosa ti ha fatto pensare che ti sarebbe piaciuto?
Mi piace molto quando un libro fantasy esce dagli schemi del suo genere, e propone qualcosa di nuovo ed interessante, soprattutto riguardo all’ambientazione, al world building e al sistema magico, se è presente. Questo libro prometteva tutte queste cose in abbondanza. Peccato che per me non abbia mantenuto nessuna di queste premesse.


3) Salveresti qualcosa di questo libro?
Sì, l’idea iniziale per l’ambientazione era ottima e probabilmente il sistema magico ben studiato, bisogna riconoscerlo. Ma una buona idea dietro le quinte non basta se non ne trasmetti il senso e l’atmosfera, e questo libro, per me, ha mancato totalmente di farlo.


4) Quali sono i problemi maggiori?
Il primo problema di cui mi sono accorta erano i personaggi. Ci sono tre punti di vista che si alternano: quello della protagonista Zélie, quello della principessa Amari e quello di Inan, suo fratello. A meno che non stessero raccontando qualcosa di assolutamente inerente allo loro storia personale (o usando il maschile, nel caso di Inan), mi bastava appoggiare il libro un minuto per dimenticarmi di quale dei tre personaggi era in quel momento il punto di vista. Le loro voci erano assolutamente identiche, e le loro personalità, a ben guardare, inesistenti: gli unici dettagli su di loro sono riferiti ai traumi del passato di ciascuno, ma differenze caratteriali e di pensiero non ce ne sono. Non mi interessava di loro e neanche ai fini della storia era significativo sapere se stesse parlando Zélie o Amari, dal momento che stavano facendo esattamente la stessa cosa.
Già nelle fasi iniziali poi ho perso interesse nella trama. Non c’è mai stato niente di più complesso che andare dal punto A al punto B e ricevere da qualcuno una conveniente spiegazione su quanto si doveva fare nella tappa successiva. Apparentemente, al punto in cui mi sono interrotta, lo scopo ultimo della storia era recuperare un oggetto magico, portarlo in un luogo specifico entro la scadenza apparentemente impossibile e compiere un rituale non meglio specificato, che posso immaginare la protagonista al momento giusto “sentirà” come fare perché è la Prescelta. Tutto questo è già visto e sentito più e più volte, e non esagero se dico che l’elemento più interessante a livello di trama è probabilmente cercare di indovinare cosa farà Inan, che sta inseguendo il gruppo di eroi, quando li raggiungerà convenientemente all’ultimo momento. Il che mi porta al prossimo punto.
Inan. E’ un personaggio che potrebbe avere uno sviluppo interessante sulla carta: agli ordini di suo padre sta inseguendo i “buoni” per aiutare l’ingiusto genitore a distruggere per sempre la magia, salvo scoprire (e nascondere) di avere lui stesso poteri magici. Ma la banalità ritorna: il ragazzo è traumatizzato dal suo triste e difficile passato e vuole accontentare il padre perché l’unico suo desiderio resta rendere fiero questo impossibile genitore. Posso scommettere da adesso che alla fine la sua lealtà per la sorella, nonché l’attrazione inspiegabile che prova per la sconosciuta (Zélie) che gli appare in sogno, avranno la meglio sul suo desiderio di obbedire al padre e il nostro anti-eroe finirà per ravvedersi, grazie al potere dell’amore? Perché è dal terzo capitolo che si capisce che andrà così.
Insomma, questi sono i punti salienti. Se si aggiunge che la promettente ambientazione è talmente poco sfruttata e spiegata che sembra non esistere (ed è uno sforzo ricordarsi che non siamo in un ambiente in stile Tolkien, per fare un nome), ci sono elementi a sufficienza per capire che questo libro non ha poi proprio molto da raccontare.

5) Lo hai finito o interrotto? Perché hai scelto questa opzione?
Ho interrotto il libro al 40%. Non mi stava dando niente e una scena particolarmente mal pensata e progettata ha definitivamente distrutto la mia sospensione dell’incredulità, nonché la mia pazienza con questo libro. C’è un limite a quanto posso sopportare cose già viste e riviste e trame noiose, ed evidentemente questo limite è il 40%.

6) Daresti un’altra occasione a questo autore?
Non credo. Il che è strano, perché si tratta di un’autrice giovane e in questi casi penso sempre che potrebbe migliorare, soprattutto se l’idea iniziale era buona, come in questo libro. Ma la reazione che ho visto, per cui questo libro sta spopolando e recensori scafati si uniformano all’improponibile consenso generale, mi fa pensare che difficilmente l’autrice potrà vedere cosa manca nel suo romanzo e avere lo stimolo per scrivere qualcosa di meno semplicistico, la prossima volta. Spero di essere smentita ma, dando per buono di non potermi fidare particolarmente delle impressioni altrui in questo caso, se accadrà probabilmente non lo saprò mai.

7) Cosa bisognerebbe sapere prima di cominciare a leggerlo?
Ci sono volte in cui ha senso che un libro sia atteso da tutti, e amato da tutti. Ci sono volte in cui non ha senso che questo avvenga. Questo è uno di quei casi. Non dico che questo libro non possa piacere a qualcuno, perché sicuramente ci sono lettori per cui toccherà le corde giuste, ed è giusto così; ma se cercano di farvi pensare che sia oggettivamente un fantasy di buona qualità e che se non vi piace è un problema vostro… in questo specifico caso direi che sbagliano, perché può essere un libro divertente da leggere, ma non riesce comunque ad arricchire il panorama del fantasy.

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