3 febbraio 2018

Recensione di The Secret Chord di Geraldine Brooks

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Recensione di The Secret Chord, di Geraldine Brooks
Titolo: The Secret Chord
Autore: Geraldine Brooks
Editore: Viking (Inglese), Neri Pozza (Italiano)
Lingua: Inglese ed italiano
Genere: Storico
Trigger: Violenza consona al periodo storico, stupro e incesto
Note: Letto in inglese; la versione italiana si intitola “L’armonia Segreta”, per chi, come me, non avesse la prontezza di capirlo da solo.


Sinossi:  È l’alba di una calda estate del X secolo a.C. quando il piccolo Natan è destato dal sonno da grida atroci, provenienti da ogni parte del villaggio lungo le rive del Mar Rosso, dove da tempo immemorabile la sua famiglia esercita il mestiere di vignaioli. Si precipita fuori casa, e la scena che si apre davanti ai suoi occhi è raccapricciante. Suo padre e suo zio giacciono in un lago di sangue, e davanti ai suoi occhi, la daga ancora stretta nella mano, si erge l’assassino: David, il figlio di Yshay di Bet Lehem. Accampato nei pressi del villaggio, chiedeva da qualche giorno una decina di otri di vino e qualche sacco di datteri per sé e i suoi uomini e, dinanzi al rifiuto del padre di Natan, è penetrato furtivamente di notte tra le case per vendicarsi. Col volto rigato di lacrime, Natan fissa negli occhi quel giovane uomo noto nell’intero Israel per il suo coraggio, la sua audacia e il suo talento nel trarre le armonie più segrete dall’arpa che tiene sempre con sé. Da ragazzo, a Emeq Elah, ha messo in fuga i Filistei, uccidendo con un colpo di fionda ben assestato il gigante Golyat. Valente guerriero, è stato a capo di tutte le armate di re Shaul, finché un giorno il re, accecato dalla gelosia, gli ha scagliato contro una lancia, e lo ha costretto alla fuga e a una vita da brigante e predatore di villaggi indifesi. Natan dovrebbe esplodere d’ira e di rabbia, ma, mentre una strana calma si impadronisce di lui, comincia a proferire delle parole che non riesce a sentire, ma che turbano profondamente David e i suoi compagni. Parole dettate da una Voce che parla attraverso la sua bocca. Parole che annunciano una grande profezia: il figlio di Yshay di Bet Lehem, il guerriero divenuto brigante per volontà di Shaul, sarà incoronato re di Yehudah, farà un solo popolo delle tribù del Nome, fonderà il regno imperituro di Israel. E lui, Natan, piccolo pastore e vignaiolo del Mar Rosso, sarà il suo profeta. Da eroe a brigante, da re amato a despota, tutti i volti di re David emergono in questo libro, in cui l’autrice di Annus mirabilis ripercorre l’appassionante storia di un uomo che oscilla tra verità e leggenda, creando un magnifico romanzo d’avventura e, insieme, una magistrale epopea sulla fede, il desiderio, l’ambizione, l’amore e il tradimento.


Letto da: miki_tr
Recensito da: miki_tr
Commento:

Q&A

1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
In parte il fatto che conoscevo già l’autrice e che avevo apprezzato altri suoi libri; in parte il fascino che ha sempre per me l’idea di scoprire di più sulla vita di un grande personaggio, talmente famoso che si pensa di conoscerlo, ma della cui umanità possiamo sapere qualcosa solo grazie alla fantasia e alla ricerca di grandi autori.

2) Valeva la pena leggerlo?
Avrei dovuto leggerlo prima, piuttosto. Amo alla follia questo genere di libri, e sì, questo è splendido. Mi chiedo come mi sia sfuggito così a lungo, ma l’importante è che ora l’ho letto e adorato come si deve!

3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Probabilmente è la scelta della voce narrante, che è quella di Natan, il profeta consigliere di David. Il punto di vista di Natan su David permette di mettere in luce le tante ombre del personaggio accanto ai suoi splendori, perché Natan è amico di David, e si sente l’affetto che prova per lui, ma è anche direttamente al servizio del Nome (come nel libro viene chiamato Dio) ed ha una visione più ampia di quello che accade. Questo fa sì che sia impietoso nei confronti dei difetti e degli errori del re, riuscendo a fare luce perfettamente sull’umanità del personaggio storico senza dimenticare il suo ruolo in una storia più grande.

4) E invece, il punto debole di questo libro?
Questo genere di libro non è per tutti. A me piace, ma penso che molti possano trovarlo lento, perché non ha il ritmo di un romanzo, quanto quello di una biografia. E la vita non segue strutture letterarie, quindi ci sono salti di tempo in cui non succede nulla e descrizioni caotiche. E’ qualcosa che a me piace tantissimo, ma che di sicuro non entusiasma altre persone.
Inoltre, proprio perché racconta la storia della vita di David, il libro finisce lasciando questioni aperte, soprattutto la storia di Sholmo (Salomone), che ha appena iniziato ad essere significativa e interessante quando David muore. Io ho scelto di prenderlo come un segno che magari, un giorno, Geraldine Brooks scriverà anche la sua storia…
5) Qual è il tuo personaggio preferito?
C’è veramente un solo personaggio in questo libro, ed è David. La sua storia è interessante (ed in parte la conoscevo dalla Bibbia), ma quello che colpisce è come l’autrice dipinge in maniera magistrale la sua parte oscura e nascosta, che è sempre in contrasto con quella più luminosa. David è un personaggio complessissimo e il ritratto che ne fa questo libro a tratti entusiasma e a tratti fa arrabbiare, ma è sempre terribilmente affascinante.

6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Oh, sì, conto di mettermi in pari con quelli che non ho letto un po’ alla volta.

7) A chi lo consigli?
A chi ama questo genere di libri, perché davvero è difficile apprezzarlo se non si è nella disposizione giusta. In più, a chi ha letto e amato i libri di Mary Renault, soprattutto la trilogia di Alessandro (o anche solo Il Ragazzo Persiano, che è l’unico edito in Italia). Questo libro mi ha ricordato moltissimo i suoi.
8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
La storia di David, e quindi anche la trama di questo libro, è una storia di potere, guerra, intrighi e tradimenti, e per questo penso possa essere una buona lettura per la casa di Serpeverde.



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