14 aprile 2022

Recensioni a tema, Aprile 2022: Setta

 

Recensioni a tema, Aprile 2022: Setta


Questo mese abbiamo sorteggiato un argomento molto interessante di cui discutere: parliamo di sette, o culti, o comunque di tutte quelle situazioni pseudo religiose in cui avviene una manipolazione mentale delle vittime che le porta a vivere in un contesto anomalo, considerandolo normale. Ci sono molte sfumature di questo tema, e a dire il vero sono tutte per lo meno interessanti. Vediamo cosa abbiamo letto su questo argomento.



Librovora Gioneb: Le sette religiose mi hanno sempre affascinata e, infatti, ho letto abbastanza libri con questo tema. La cosa che mi incuriosisce di più delle sette sono i meccanismi psicologici che si innescano quando si entra a far parte di questi gruppi e mi chiedo spesso come possa un singolo uomo convincere così tanta gente solo grazie alle sue parole. Leggendo The Project, di Courtney Summers, ci ero quasi cascata nella rete del The Unity Project e ci ho messo un po’ per capire cosa ci fosse che non andava. Questo è il motivo per cui ho adorato questo libro: assieme alla protagonista, ho iniziato anch'io a dubitare che ci fosse qualcosa di sbagliato nella setta. 

Molto diversa è stata la lettura di La 19ª moglie, di David Ebershoff, che parla di una comunità religiosa, i Primi, che deriva dai Mormoni. In questo libro i lati negativi di vivere in una setta sono molto più evidenti e viene da chiedersi come fa la gente a non scappare alla prima occasione; qui sta il fascino di studiare questi gruppi religiosi: l’individuo sparisce, resta solo la comunità, tranne per il capo della setta: lui è diverso, eletto, quindi la sua parola è legge.  


Librovora Marty: La definizione di setta è: “Associazione caratterizzata da distinzione o separazione ideologica nei confronti di una dottrina”, quindi mi sono chiesta, ma la setta deve essere per forza religiosa? Non ne ho idea, ma siccome non ho voglia di parlare di una setta religiosa parlerò di un libro in cui c’è una gruppo di persone molto simile ad una setta, senza la parte religiosa: The Circle, di Dave Eggers. Probabilmente l’azienda The Circle non è nata con l’intenzione di diventare una potenza nel campo della tecnologia, ma nel corso della storia vediamo come chi lavora all’interno di essa fa pressioni sui cittadini e su gli stessi impiegati per avere una vita sempre documentata online, perché se non sei online è come non esserci. Appena mettiamo piede negli uffici di The Circle e seguiamo Mae, la protagonista, nel suo primo lavoro nell’ufficio assistenza clienti, notiamo come dopo ogni risposta ad una domanda gli impiegati chiedano una recensione e i clienti siano quasi manipolati a darne una più positiva possibile, con svariate richieste che vanno ben oltre il tempo impiegato per risolvere qualsiasi problema avesse quella persona. Così come in altri casi notiamo quanto l’azienda spinga per una quasi totale mancanza di privacy da parte del pubblico. Quasi tutte le persone si sono conformate a questo stile di vita anche quando non ne avevano l’intenzione, e quelle che non lo fanno ne pagano le conseguenze o sono comunque forzate ad accettare come stanno le cose; come un personaggio che perde la vita perché si rifiuta di accettare la mancanza totale di privacy che deriva da queste nuove usanze. Purtroppo il libro non ha un finale in cui tutto viene smascherato e si torna alla normalità, ma ci sono un’accozzaglia di situazioni l’una dopo l’altra che fanno sempre di più credere che le cose peggioreranno e la società diventerà sempre più soggiogata da questa azienda, che mira a prendere il controllo di tutta la vita dei cittadini.


Librovora miki_tr: Da sempre, i libri che hanno un’ambientazione legata ad un culto o una setta sono tra i miei preferiti. E’ un argomento che mi affascina molto, sia che si parli di qualcosa di reale, come nel caso del La 19ª moglie, di David Ebershoff, che di qualcosa di assolutamente inventato, come in First, Become Ashes, di K.M. Szpara. In rari casi, questo tema è combinato con un altro genere che mi fa impazzire, il Dark Accademia, con risultati che spesso e volentieri sono eccellenti; basti pensare che il primo libro che mi viene in mente e che si spinge in questa direzione è Dio di Illusioni, di Donna Tartt. E chi mi ha sentito definire quel libro il mio preferito di tutti i tempi può facilmente capire che parliamo di una combinazione esplosiva: mentalità da culto instillata, volutamente o meno, nelle menti di ragazzi abbastanza giovani e suscettibili da venirne completamente divorati. 

In questa direzione si spinge con decisione un libro che mi è piaciuto molto anche se, proprio per le sue caratteristiche estreme, non ha avuto molto apprezzamento dal pubblico, almeno stando alla valutazione di Goodreads: sto parlando di Catherine House, di Elisabeth Thomas. 

A differenza di diversi esempi che ho fatto prima, Catherine House non è un libro sottile, di sfumature, in cui il processo di caduta viene presentato in maniera accennata. Il libro prende una posizione molto precisa, aiutato dal punto di vista della protagonista, che ha ben chiaro fin da subito in che tipo di situazione si è cacciata. Il suo occhio sempre disincantato permette di identificare fin dall’inizio i segnali di allarme della situazione che il libro racconta, e di vederne l’assurdità e la follia quasi da un punto di vista esterno. Eppure il libro segue la traccia che tanti altri, nel trattare questo tema, hanno individuato fin da prima: alla fine il culto fa i suoi prigionieri e, inevitabilmente, le sue vittime. Questa sfumatura di concetto mostra bene come il pensiero venga influenzato, in particolari condizioni, anche quando la persona è consapevole che la si sta manipolando. E’ un pensiero spaventoso, se lo si estrapola dalla letteratura e lo si applica alla vita reale, e proprio in questo sta il fascino di questa storia.


Nessun commento:

Posta un commento