18 novembre 2021

Recensioni a tema, Novembre 2020: Quanto è reale quello che vedo?

 

Recensioni a tema, Novembre 2020: Quanto è reale quello che vedo?


Oh, che bel tema che abbiamo sorteggiato questo mese! Ci ispira moltissimo… ma saremo anche capaci di trovare il libro giusto di cui parlare? Sembra facile, ma in realtà abbiamo avuto qualche piccola difficoltà… se non altro di telepatia involontaria! 


Gio: Con un tema del genere non posso non citare The Wicker King, K. Ancrum, un libro che si basa proprio su questa domanda, anche se sappiamo già dalla trama che tutto quello che Jack vede sono allucinazioni causate da una malattia. Nonostante questa consapevolezza, ogni tanto ho avuto il dubbio di una svolta fantasy della storia; e forse questo è uno dei punti di forza del libro, perché la storia ti assorbe così tanto da credere a quello che stai leggendo. 


Ma: Finalmente un tema strano e vago al punto giusto. Appena è stato scelto ho pensato subito a Game Changer, di Neal Shusterman, perché il protagonista si trova, grazie alle botte che prende sul campo da football, a viaggiare per varie linee temporali in cui i cambiamenti sono più o meno importanti. All’inizio Ash è spaesato e non si rende neanche conto di aver viaggiato in un’altra dimensione, perché il cambiamento è minimo. Accetta subito questa nuova dinamica come se fosse sempre stata normale, anche se ha ricordi diversi. Successivamente, nel corso degli altri viaggi, le alterazioni rispetto al mondo originale lo riguardano molto più da vicino: una volta a pagarne le conseguenze è il suo migliore amico, le altre volte lui stesso.

Da lì in poi, prova ad accettare questi cambiamenti, ma in cuor suo sa che invece di progredire, la società sta regredendo sempre di più. I cambiamenti sono notevoli sia nel mondo che in lui stesso, e sono sempre in contrasto con la norma della società in cui ci troviamo, quindi è piuttosto normale che Ash non voglia accettare questa come la nuova realtà e che si impegni a trovare una soluzione ai viaggi interdimensionali che causa. Il libro affronta sicuramente temi sociali importanti e molto (forse troppo) discussi; e anche noi, se fossimo abituati ad un’altra realtà migliore di quella in cui siamo in questo momento, finiremmo per chiederci se fosse vera o solo una brutta copia.


Mi: Se non mi fossi ridotta all’ultimo momento utile per preparare la mia parte di questo post, avrei sicuramente rubato l’idea alla Librovora Gioneb, che ha scelto un esempio brillante di questo genere. Invece ripiegherò su un altro uso di questo tema, e per farlo citerò il libro Incubo, di Wulf Dorn. Ovviamente, per spiegare quello che intendo con l’esempio di questo libro, sarò costretta a fare spoiler, quindi avviso subito (anche perché parliamo di un thriller e del colpo di scena chiave; in questo contesto, già citare il libro è uno spoiler). Nel genere thriller, dove di solito si invita il lettore a cercare di capire come si sono svolti i fatti e cosa stia succedendo, si trova spesso una voce narrante che omette o nasconde (talvolta anche a se stessa) elementi chiave della trama. Di solito il rischio, in questo genere di libri, è che il lettore si accorga di qualche discrepanza (a me succede spesso) e realizzi che il narratore gli sta mentendo. Invece, leggendo questo libro, fino agli ultimi capitoli non mi sono resa conto di avere davanti un narratore inaffidabile, ed è quindi solo alla fine che mi sono accorta del fatto che quello che leggevo non era del tutto reale e che non mi sarei dovuta fidare della storia per come era raccontata. In genere, in questi casi, c’è una grande soddisfazione per il lettore, ma in realtà proprio su questo il libro mi ha deluso: per ingannare la percezione che il lettore ha della storia bisogna essere estremamente accurati nei dettagli, in modo che alla fine tutti torni; invece questo libro in realtà ignora diverse contraddizioni che, di fatto, rendono poco credibile il ribaltamento di prospettiva del finale. Non mi sono chiesta se era reale quello che leggevo, insomma, perché ipotizzare che alla base della vicenda ci fosse il protagonista generava delle contraddizioni all’interno della trama, sia dal punto di vista delle tempistiche degli eventi, sia dal punto di vista degli interventi di altri personaggi che avrebbero dovuto notare le discrepanze, e non lo fanno. Insomma, la morale di questo post è una: cari autori, quando volete farmi dubitare della mia percezione degli eventi, state molto attenti ai dettagli, perché, se non siete abbastanza accurati, mi resterà solo la delusione di essere stata un po’ presa in giro.


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