20 ottobre 2019

Top Ten dei cinque libri che ho letto perché dovevo e cinque libri che ho letto perché dovevo

Top Ten dei cinque libri che ho letto perché dovevo (e mi sono piaciuti) e cinque libri che ho letto perché dovevo (e non mi sono piaciuti),
a cura della librovora Marty.

Ispirata da una connessione astrale particolarmente sfortunata con il Club di Lettura, ho elaborato una riflessione.
Molte volte capita di leggere un libro perché si deve: il club di lettura è un motivo, ma di certo anche la scuola aiutava ad avere libri “obbligatori”, e suppongo che in certi ambienti capiti anche sul lavoro. A volte in questi casi si scoprono a sorpresa libri belli, altre volte invece si sprofonda nella disperazione più totale, fino a giungere ad eccessi come voler gettare il libro da un burrone, sotterrarlo sotto chili di terra e poi annaffiare la terra, così che almeno il libro in questione faccia crescere qualcosa e abbia un senso la sua esistenza… O forse sono un po’ eccessiva, ma ammetto di aver pensato per certi libri ad un uso più orientato all’origami che alla lettura. Ecco qui, quindi, cinque libri che sono contenta di essere stata costretta a leggere, e cinque potenziali esche per il camino.

Libri che mi sono piaciuti.

-Romeo e Giulietta, di William Shakespeare.
Uno dei pochi libri che mi hanno assegnato da leggere alle scuole superiori. Oltretutto, io l’ho letto in inglese, perché era stato assegnato dalla professoressa di Inglese. Devo dire che dopo aver letto Shakespeare in inglese, non ho più temuto nulla e ho letto qualsiasi altra cosa mi fosse messa sotto gli occhi in questa lingua. Comunque la storia la conoscevo e mi piaceva già, quindi forse ho barato un po’. L’ho riletto recentemente in Italiano e non ho avuto nessun problema.

-Wonder, di R.J. Palacio.
Questo è un libro che ho letto per il Club di Lettura, e devo dire che mai scelta fu più azzeccata di questa. Per una volta non abbiamo avuto niente da ridire sul libro e ci siamo anche trovati in una situazione nella quale non sapevamo cosa dire oltre a: bello, scritto bene e ci piace. Per quanto mi riguarda, l’ho apprezzato moltissimo e lo consiglio sempre, perché c’è molto da imparare da questa storia.

-Il tulipano nero, di Alexandre Dumas. 
Non mi ricordo esattamente tutti i dettagli della trama; mi ricordo, però, che la storia mi aveva colpito molto, perché pensavo fosse tutta un’altra cosa. Invece mi è piaciuta per la sua semplicità e la sua chiarezza, che non mi aspettavo certo da un libro scritto a metà del 1800. 

-Il grillo del focolare, di Charles Dickens.
Ringrazio la librovora Gioneb per aver proposto questo libro perché, dopo qualche iniziale difficoltà nell’introduzione di tutti i personaggi, la storia mi aveva preso veramente tanto.
E’ una storia molto leggera e spensierata, adattissima per il periodo natalizio. E, anche se parliamo di Dickens, che potrebbe risultare un po’ difficile da leggere, la mia lettura è stata molto scorrevole.

-L’ultimo elfo, di Silvana de Mari.
Uno dei primi libri che abbiamo letto nel nostro club. Una lettura bella e azzeccatissima, che mi ha fatto innamorare di elfi e draghi. 

Libri che non mi sono piaciuti.

-Anna, di Niccolò Ammaniti.
Avrei voluto dire che il libro più brutto che ho letto quest’anno per il club di lettura fosse questo, ma recentemente un altro gli ha tolto la medaglia. Rimane comunque un buon contendente per l’ambita posizione di sostituto improvvisato dello scottex da cucina.

-La variante di Luneburg, di Paolo Maurensig.
Posso dire una sola cosa di questo libro: non ho capito nulla di quello che è successo. Quindi non so esattamente come descriverlo, ma so che non mi è piaciuto. Fortuna che l’ho letto: la mia scrivania aveva giusto una gamba più corta, e la dimensione di questo libro era perfetta.

-Lui è tornato, di Timur Vermes.
Uno dei pochi libri che ho letto al club di lettura che non ho finito. Mi è dispiaciuto anche parecchio non terminarlo, perché all’inizio mi stava piacendo; poi mi sono incagliata in un punto troppo complicato per i miei gusti e non sono riuscita più ad andare avanti. Spero di avere il tempo per riprenderlo in mano e riprovare ad iniziarlo per vedere se cambio idea, o almeno riesco a finirlo. Altrimenti, c’è sempre il decoupage.

-Peter Pan, di James M. Barrie. 
Anche questo era un libro del club di lettura. A causa di un’incomprensione, alcuni di noi hanno letto solo Peter e Wendy, mentre altri hanno letto anche I Giardini di Kensington. Tutti hanno trovato quest’ultima parte della storia particolarmente noiosa, rispetto al resto. Fortunatamente, io sono tra quelli che non l’hanno letta, perché anche la parte che è piaciuta a tutti mi ha fatto venire voglia, molto in tema, di far volare questo libro dalla finestra sotto forma di tanti aeroplanini di carta.

-Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde.
Forse, ma forse, è stato esagerato pretendere che dei quindicenni leggessero questo libro. Nonostante le buone intenzioni della mia prof, probabilmente non eravamo pronti a capirlo e ad apprezzarlo. Potrei dare una seconda occasione a questo libro, da adulta, ma dovrei ricomporre i coriandoli degli ultimi quindici compleanni.

P.S. Nonostante le apparenze, nessun libro è stato maltrattato per la stesura di questa Top Ten. Quando usiamo il termine Librovore, ci riferiamo a leggere i libri, non a masticarli.

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