Lucifer Book Tag - Edizione LGBTQIA+
Un po’ indecise su quali book tag a tema LGBTQIA+ potessimo fare in questo mese (che non avessimo già fatto negli anni precedenti), per questo giugno abbiamo deciso di “riconvertire” alcuni book tag già fatti limitando le nostre risposte a libri LGBTQIA+. Siamo partite da questo, ispirato al telefilm che abbiamo recentemente ripreso a guardare insieme, dopo la quarantena. (Per essere chiare: sì, da quando è possibile ci vediamo, e sì, lo facciamo mantenendo rigorosamente la distanza interpersonale.) Abbiamo già fatto il Lucifer Book Tag, che abbiamo trovato QUI, ma questa volta le nostre risposte saranno diverse! Andiamo a vedere.
Lucifer: un libro LGBTQIA+ che desideravate veramente tanto leggere.
Gi: The Fever King, di Victoria Lee. Aspettavo solo il momento giusto per farlo.
Ma: The Love Interest, di Cale Dietrich. E’ da un po’ che lo vedevo in TBR e volevo leggerlo.
Mi: The Starless Sea, di Erin Morgenstern. Dal momento in cui ho finito di leggere The Night Circus sono stata curiosa di leggere qualcos’altro dell’autrice.
Chloe: un libro LGBTQIA+ che vi ha reso vulnerabili, che vi ha commosso.
Gi: The Danish Girl, di David Ebershoff. La ricerca del vero sé di Einar/Lily e la lealtà che la moglie Greta gli/le dimostra, mi hanno davvero colpito.
Ma: The Shape of my Name, di Nino Cipri. Il rapporto che il protagonista ha con la madre è molto teso e per questo in certi passaggi mi ha commosso.
Mi: C’è una particolare scena nel libro If I Was Your Girl, di Meredith Russo, che ho trovato molto toccante.
Detective Douche: un libro LGBTQIA+ che all’inizio non vi piaceva, ma si è salvato nel finale.
Gi: Ho fatto una grandissima fatica a trovare una risposta per questa domanda e alla fine ho deciso per Peter darling, di Austin Chant, perché mi ricordo solo che non mi piaceva, e che la conclusione della storia con alcune scene mi ha colpito.
Ma: Wayward Son, di Rainbow Rowell. Stranamente ho fatto fatica a leggere questo libro della Rowell. Alla fine mi è piaciuto abbastanza, ma rispetto al primo non ho trovato quella voglia di non staccarmi più dalle sue pagine. Mi sono risollevata con il finale, anche dopo aver capito che la storia non sarebbe finita lì.
Mi: Soprattutto negli ultimi tempi, i libri che non apprezzo non si salvano nel finale, perché al finale non ci arrivo del tutto. Almeno, quello è il proposito. L’anno scorso, senza la restrizione di dover scegliere un libro LGBTQIA+, avevo indicato Aurora Rising, e, dal momento che uno dei personaggi si è confermato nel secondo libro come bisessuale, questa sarà la mia risposta anche questa volta.
Maze: un libro LGBTQIA+ adrenalinico.
Gi: The Gentleman’s guide to vice and virtue, di Mackenzie Lee. Adrenalinico forse non è il termine più giusto, ma Monty, Percy e Felicity affrontano tantissime sfide nel corso di tutto il libro.
Ma: White Rabbit, di Caleb Roehrig. Mi ha tenuto incollata alle sue pagine con la ricerca di un assassino e la risoluzione di vari misteri.
Mi: Black Wings Beating, di Alex London. L’ambientazione di questo libro è fantastica, e l’avventura ricca di colpi di scena.
Amenadiel: un personaggio LGBTQIA+ che avete detestato.
Gi: Leah, da Leah on the offbeat, di Becky Albertalli. Mi ricordo che ho fatto fatica a finire il libro proprio perché non sopportavo la protagonista.
Ma: Calix Lehrer, da The Electric Heir, di Victoria Lee. Ok, premetto che non detesto assolutamente il personaggio, anzi credo sia uno dei cattivi meglio scritti degli ultimi libri che ho letto. Tra il primo e il secondo libro (quello che ho citato) lo si vede sotto una luce completamente diversa, perché alla fine del primo volume si capiscono le sue intenzioni e il suo comportamente verso uno dei personaggi principali viene a galla. In The Electric Heir, la storia ha due punti di vista: quello di Noam e quello di Dara, i due personaggi principali. In tutti e due i punti di vista si possono notare i traumi causati dal comportamento di Lehrer ai due ragazzi, e sinceramente ho simpatizzato parecchio con loro. Per questo alle volte ho pensato seriamente di detestarlo.
Mi: Yetu, da The Deep, di Rivers Solomon. Ho avuto problemi per tutto il libro a comprendere sia la logica dietro le sue azioni, sia i suoi sentimenti, che non hanno mai avuto molto senso, per me, a parte quello di mandare avanti la storia nella direzione desiderata.
Linda: un libro con un personaggio LGBTQIA+ che fa da grillo parlante.
Gi: Penny, da Carry On, di Rainbow Rowell. Penny è il tipico personaggio “so tutto io” e non a caso è la controparte di Hermione.
Ma: Jericho, da The Toll, di Neal Shusterman. Lui/lei è un personaggio molto pacato/a, che spesso aiuta gli altri personaggi a capire cosa devono fare. E che non si offende quando sbagliano i suoi pronomi (è genderfluid e cambia a seconda del tempo atmosferico).
Mi: Henry Silver, da Silver in the Wood, di Emily Tesh. Il classico saputello curioso, senza dubbio, ma un personaggio anche molto simpatico.
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