14 febbraio 2019

Cliché Book Tag

Cliché Book Tag

Oggi è San Valentino. Sappiamo che la maggior parte delle persone festeggia un altro aspetto di questo giorno, ma noi ci siamo ispirate a quello che ci viene in mente quando pensiamo a questa festa: i cliché. Siamo onesti, i luoghi comuni abbondano oggi più che in qualsiasi giorno dell’anno, e perché non celebrarli? Solo perché sono cliché non vuol dire che non siano interessanti. Quindi abbiamo deciso di fare questo book tag, aspettandoci che fosse un’impresa… banale. Ma… Nonostante siano solo dieci domande, è uno dei book tag più difficili che abbiamo mai fatto. Alcune di queste domande ci hanno messe veramente in crisi. Quindi, per condividere la nostra sofferenza, abbiamo costretto a fare il book tag anche una vecchia conoscenza di questo blog, il Librovoro Filo, che ha dovuto patire con noi. L’abbiamo comunque graziato, risparmiandogli di dover commentare le sue risposte. Siamo state generose, non ha niente a che fare col fatto che quando ne abbiamo parlato con lui avessimo solo un pezzettino di carta su cui scrivere le sue risposte.


1. “Un’azione vale mille parole”. Un libro che non è stato all’altezza del film.
GI: Il castello errante di Howl, di Diana W Jones. Non ho ritrovato nel libro (che ho letto dopo aver visto il film) la stessa atmosfera di cui mi ero innamorata.

MA: The Maze Runner, il labirinto, di James Dashner. Ho letto il libro dopo aver visto il film, con una certa aspettativa, visto che il film mi era piaciuto; ma non ho trovato nel libro la stessa atmosfera del film, e quindi ho poi deciso di interrompere la lettura della serie.

MI: Canone Inverso, di Paolo Maurensig. In questo caso il perché è semplice: un libro in cui la musica è così importante rende molto meglio con la colonna sonora, che per altro, nel caso di questo film, è bellissima.

Librovoro Filo: Stardust, di Neil Gaiman.

2. “L’erba del vicino è sempre più verde”. Una storia con una scalata sociale… o una caduta.
GI: Cinders, the untold story of Cinderella, di . Il retelling di una delle scalate sociali più famose al mondo.

MA: Ash, di Malinda Lo. Ma guarda un po’, anche la mia scelta è un retelling della scalata sociale più famosa del mondo.

MI: Enchantée, di Gita Trelease. Non avevo neanche vagamente idea di cosa mettere in questa domanda, perché non si tratta di un tema che si solito mi attira (retelling di Cenerentola inclusi). Fortunatamente sto finendo questo libro proprio mentre scrivo questa risposta, e si adatta perfettamente al tema. Salvata in corner!

L.F.: La ragazza del treno, di Paula Hawkins.

3. “La mela non cade lontano dall’albero”. Una relazione genitore-figlio che hai amato.
GI: L’ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafon. Mi è piaciuta molto la relazione tra padre e figlio, soprattutto quando il padre ha fatto scoprire il Cimitero dei Libri Dimenticati al protagonista.

MA: Wonder, di R.J. Palacio. Adoro i genitori di Auggie, sempre pronti a aiutare il figlio, ma che allo stesso tempo non lo viziano.
MI: The Lotterys Plus One, di Emma Donoghue. In questo libro ci sono quattro genitori e nove figli. La famiglia in sé è adorabile, quindi una qualsiasi di queste relazioni risponde benissimo a questa domanda.

L.F.: Kitchen, di Banana Yoshimoto.

4. “Non si giudica un libro dalla sua copertina”. Un bellissimo libro che non ha la copertina che si merita.
GI: Sembrerà strano, ma tra le infinite copertine che esistono per Orgoglio e Pregiudizio, di Jane Austen, non ne ho trovata nessuna che mi abbia convinto a comprarlo. Devo specificare: ho già una versione del libro in italiano, ma voglio comprarne uno in inglese solo se ha una copertina che merita. Non l’ho ancora trovato.

MA: Boy Meets Boy, di David Levithan. La copertina è monocolore e ad una prima occhiata non si capisce bene cosa ci sia scritto sopra i cuoricini al centro.

MI: The Zero Blessing, di Christopher G. Nuttall. Questo libro mi è piaciuto. Forse non lo definirei bellissimo, ma mi ha comunque colpito la discrepanza tra la storia e quello che hanno combinato con questa copertina: non so voi, ma io sono letteralmente terrorizzata dalla bambina, e francamente trovo questa copertina più adatta ad un horror che ad un middle grade fantasy piuttosto innocuo.

L.F.: La prima copertina italiana di Harry potter e la pietra filosofale, e un po’ tutte le altre. Proprio orribili.

5. “Non puoi piacere a tutti”. Un libro che hai odiato/amato che tutti hanno amato/odiato.
GI: The XY Axis, di Karin Bishop. Con un voto di 4.03 su Goodreads, mi aspettavo davvero molto da questo libro che invece mi ha deluso.

MA: Lui è Tornato, di Timur Vermes. A tutti è piaciuto; io invece non sono riuscita a finirlo.

MI: Children of Blood and Bone, di Tomi Adeyemi. Devo dire di nuovo su questo blog che volevo lanciare questo libro dalla finestra? Penso di aver già stressato abbastanza sull’argomento, ma sembra che l’universo mondo non sia d’accordo con me.

L.F.: La Sirena, di Camilla Läckberg.

6. “Ciò che non mi uccide mi rende più forte”. Un libro che ti ha reso una persona migliore
GI: Vox, di Christina Dalcher. Questo libro mi ha fatto molto ragionare sulla condizione della donna nella società di oggi.

MA: Il cerchio, di Dave Eggers. Non sono molto sicura che sia una cosa bella, ma dopo aver letto questo libro sono molto più cosciente di cosa un cattivo uso di social media potrebbe causare in futuro.

MI: Wonder, di R. J. Palacio. Chiunque interagisca con dei bambini dovrebbe leggere questo libro, perché merita e insegna tantissimo allo stesso tempo.


7. “L’amore è cieco”. Un libro con un personaggio disabile o un amore cieco.
GI: Unisco un po’ le richieste e scelgo un libro con un personaggio (disabile o un amore) cieco: Tutta la luce che non vediamo, di perché la protagonista del romanzo è cieca.

MA: Six of Crows, di Leigh Bardugo. Uno dei protagonisti di questo libro ha paura di essere toccato, e ha una gamba che non funziona bene da quando ha avuto un incidente.

MI: The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue, di Mckenzie Lee. Per la cronaca, mi riferisco al personaggio disabile. In questo libro l’amore non è affatto cieco, anzi, è semplicemente adorabile. E anche la iella, garantisco, ci vede benissimo.

L.F.: Zoo, di Isabella Santacroce.

8. “L’ignoranza è una benedizione”. Un libro che sai non essere un granchè, ma non lo vuoi ammettere.
GI: Il grillo del focolare, di Charles Dickens. Forse c’è un motivo per cui il Canto di Natale è più famoso, ma io continuo a preferire questo.

MA: Ship It, di Britta Lundin. Ammetto che molte cose di questo libro mi hanno fatto storcere il naso, soprattutto per quanto riguarda alcuni comportamenti della protagonista e di un altro personaggio. Però il resto del libro mi è piaciuto abbastanza, quindi io continuo a consigliarlo a chi potrebbe amare il genere.

MI: Twilight, di Stephenie Meyer. Apriti cielo… ok, lo dico ufficialmente: Twilight è un libro carino. Non un capolavoro, non un orrore. E’ divertente e leggero, che era esattamente quello che chiedevo che fosse, quando l’ho letto. Mi è piaciuto. Per favore, tirate pomodori e non sassi, grazie.

L.F.: Il cannocchiale d’ambra, di Pullman.

9. “Il momento è adesso”. Il tuo libro contemporary preferito.
GI: Fangirl, di Rainbow Rowell. Questo libro ha appagato il mio lato nerd come pochi altri hanno fatto.

MA: Simon Vs. the Homosapiens Agenda, di Becky Albertalli. Non leggo molti contemporary, ma questo è uno dei libri che preferisco in assoluto.

MI: L’anno scorso ho letto All the Ugly and Wonderful Things, di Bryn Greenwood. Non so se è il mio preferito, ma ci penso spessissimo.


L.F.: The hours, di Micael Cunningam.

10. “Meglio prevenire che curare”. Un libro che non vuoi leggere perché hai paura che sia brutto.
GI: La nave di Teseo di V.M Straka, di  J.J. Abrams e Doug Dorst. Mi sono creata così tante aspettative su questo libro che adesso ho paura a leggerlo.

MA: Heartless, di Marissa Meyer. Tra tutti i libri della Meyer, di questo non mi hanno parlato benissimo, quindi ho paura di iniziarlo.

MI: Neverwhere, di Neil Gaiman. Questo è uno dei libri che mi ispirano di più tra quelli che mi sono stati ripetutamente consigliati da una persona di cui mi fido (la librovora Gioneb), ma proprio per questo sento la pressione di dover amare questo libro, ed è una cosa che mi intimidisce.

L.F.: Il discepolo del demonio, di Shirō Hamao.


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