13 novembre 2017

Top Ten: Libri della serie di Shadowhunter

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Top Ten della serie Shadowhunters
a cura della librovora Marty

“Tutte le storie sono vere.”
Ho scoperto questa serie di libri solo due anni fa e ha velocemente rubato il mio cuore. Il mondo degli Shadowhunters è molto ampio e complesso, ma anche ben delineato dall’autrice, che ha creato un universo in cui il passato si incastra benissimo con il presente. Durante la lettura non si può non innamorarsi dei protagonisti: Clary, Jace, Alec, Magnus, Simon e Izzy che conosciamo nel presente; e di Jem, Will e Tessa nel passato.
Andando sul lato pratico, siccome la serie è molto lunga e composta da diversi libri, ho deciso di fare una top ten, mettendo i libri in ordine da quello che mi è piaciuto di meno a quello che mi è piaciuto di più.
Questa top ten include solo i libri della serie The Mortal Instruments e The Infernal Devices, perché le due storie sono comunque collegate tra di loro, e perché sentivo che la trilogia Dark Artifices è una storia per la maggior parte staccata dalle altre due, oltre a non essere conclusa. E ho incluso anche the Bane Chronicles perché siamo seri… Magnus Bane è sempre Magnus Bane, e averlo in ogni libro fa bene alla salute.
Inutile dire che tutta la serie è consigliatissima.
La seguente Top Ten può contenere tracce di spoiler.





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“- Vuoi vedere una foto di Alec e Magnus a Berlino?
- A dire il vero no - rispose Simon.
- Magnus ha dei pantaloni in pelle tirolesi.
- Ripeto, no.”

Partiamo dal fondo, o per meglio dire, da quello che ho letto più lentamente! Dopo la semi-conclusione di City of Glass, questo libro è risultato leggermente più lento e ha dato origine ad una marea di problemi per i protagonisti che non vengono minimamente risolti alla fine del libro, ma che addirittura si aggravano. Questo fa sì che non sia così soddisfacente come gli altri.


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“Rifugio di San Magnus per Shadowhunters perduti”

Anche se la fine mi ha spezzato il cuore, questo libro è stato più veloce del suo predecessore e mi sono piaciute in particolare le dinamiche del Team Good e il Team Evil (o meglio ⅓ Evil, ⅓ Confuso, ⅓ Soggiogato). Punto di forza la relazione di amicizia tra Clary e Simon che, pur essendo distanti, rimangono legati da un rapporto molto profondo e durante tutto il libro faranno varie volte affidamento l’uno sull’altra.


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“Mamma. Ho qualcosa da dirti. Sono un morto vivente. Ora, so che potresti avere dei preconcetti sui morti viventi. So che potresti non sentirti a tuo agio all’idea che sono un morto vivente. Ma sono qui per dirti che che i morti viventi sono esattamente come me e te.”

Diciamo che Clary e Jace non sono esattamente i miei personaggi preferiti, quindi tutti i problemi che hanno durante questo libro non mi toccano particolarmente, ma alcuni momenti con tutti i protagonisti riuniti insieme a casa di Luke sono tra le scene più divertenti del libro.


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“Shadowhunters. Strafighi in nero dal 1234.”

L’inizio di tutti i guai! Questo è il libro in cui conosciamo tutti i protagonisti, in cui tutto sembra già avere il suo corso, salvo poi lasciarci a bocca aperta con il colpo di scena. Anche se personalmente non ho creduto molto alla storia che Valentine racconta a Jace, e ho cominciato subito a pensare ad una spiegazione alternativa.


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“Guardava Londra dall’alto, come un angelo malvagio che si sia impegnato a salvarla dai suoi sogni peggiori.”

Passiamo dagli anni 2000 a fine ‘800, con altri problemi, ma sempre con colpi di scena che sconvolgono. Dopo la serie The Mortal Instruments non pensavo che mi sarebbe piaciuta tanto questa, con personaggi totalmente diversi; invece mi sono innamorata dell’ambientazione vittoriana, dei personaggi e dell’atmosfera in generale.
Menzione speciale per Jem e Will, questa coppia di parabatai che sono diversi come il giorno e la notte, ma sono anche pronti a tutto per l’altro.


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“– Comincio a chiedermi se tu non sia stato mandato qui per mettermi alla prova, Will Herondale.
– E da chi, da Dio?
– Dall'Enclave. Che potrebbe benissimo essere Dio.”

Continuano le vicende di questi personaggi che si rivelano essere sempre più adorabili. In questo libro c’è meno azione che negli altri due, ma le cose cominciano a farsi comunque più complicate, per via dei sentimenti dei tre protagonisti. Verso la fine del libro si andrà sempre più a delineare quello che sia Will sia Jem provano per Tessa, e questo lascia un bel dubbio su cosa fará la ragazza.


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“Semplice e complessa allo stesso tempo. Ora Clary sapeva perché le era sembrata incompleta, quando l’aveva visualizzata in passato: per essere efficace, aveva bisogno di un’altra runa abbinata. Una gemella. Una compagna.
- Alleanza - disse Clary sollevando lo stilo. - È così che la voglio chiamare.”

In questo libro per la prima volta vediamo Idris e Alicante, il paese natale dei Nephilim, in tutto il suo splendore, e questo è proprio il motivo per cui mi piace molto questo libro.
Le scene nella sala degli Accordi sono tra le mie preferite di tutta la saga, e in queste parti ho sicuramente apprezzato molto di più Clary, che dimostra di essere cresciuta un sacco nel corso delle sue avventure.



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“Erchomai, sto arrivando.”

Ed eccola, la tanto agognata conclusione di The Mortal Instruments; un libro pieno di battaglie, momenti sconvolgenti, personaggi che muoiono e altri che non si sa bene ancora che destino avranno, un finale tristemente felice che però soddisfa abbastanza, anche facendoci tremare fino alla fine e temere per il destino di certi personaggi molto amati.


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“Cercate di avere un po’ di fiducia nelle mie dita magiche.”

Normalmente, se mi chiedono un libro con cui ho riso o mi sono divertita, questa raccolta è la mia risposta, perché, anche se alcuni momenti sono tristi, c’è sempre Magnus che risolleva il morale con qualche battutina o qualche situazione divertente.
Questo libro è una raccolta dei momenti più importanti o significativi nella vita di Magnus Bane, quindi lo vediamo in Perù con i suoi migliori amici, a Londra dove (purtroppo) conoscerà Camille Belcourt, ma anche Edmund Herondale, e poi a New York dove aiuterà un giovanissimo Raphael Santiago e avrà il primo scontro con il Circolo di Valentine.
Tutte queste avventure e tante altre ancora le vivrà con la sua solita leggerezza e ironia, ma anche con la saggezza che ha acquisito nel corso dei secoli.


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“Lo stregone fece un gesto noncurante.
-I Lightwood mi sembrano tutti uguali… -”

Anche se questo libro mi ha devastato e alla fine ero in una valle di lacrime, è stato il mio preferito tra tutti. L’inizio è stupendo, con la vicenda familiare dei Lightwood, e la storia prosegue in maniera magistrale e con un ritmo veloce in cui si alternano momenti felici a momenti tristi (A.K.A. tragici per me), che riguardano un po’ tutti i personaggi. Anche se in certi passaggi sembra che non ci sia speranza, ci sono sempre momenti in cui ti viene voglia di fare un sorriso.

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