Top five degli argomenti che non mi attirano per niente,
a cura della librovora Gioneb.
Dopo la mia ultima top five su cinque argomenti che mi interessano quando cerco dei libri da leggere, ora vi propongo l’opposto: cinque argomenti che mi fanno mettere giù il libro se li trovo nella trama quando sono a caccia di nuove letture in libreria.
1 - Contemporary con adolescenti.
Da notare che scrivo questa top five subito dopo aver finito Troublemakers, di Catherine Barther, che rientra in pieno nella categoria.
In realtà, ho letto e leggerò ancora libri di questo genere, ma per farli entrare nella mia TBR devono avere un qualcosa in più. Ho letto libri che non mi ispiravano solo perché erano piaciuti alla Librovora Marty o alla Librovora miki_tr ed ho fatto bene a seguire i loro consigli. Non sempre va a finire così perché, ad esempio, ho letto That Inevitable Victorian Thing, di E.K. Johnston, perché era piaciuto a una di loro, e per la copertina. Non è andata così bene, perché mi ricordo solo la noia del triangolo amoroso che va avanti per tutto il libro e il finale scontato.
Capita anche che sia l’autore a deludermi, come con Becky Albertally: ho adorato Simon vs. the Homo Sapiens Agenda, ma non mi è piaciuto per niente Leah on the Offbeat. Forse perché il primo ha il mistero di Blue a tenere tutto più interessante, mentre il secondo non ha niente di nuovo.
2 - Storia e cultura degli Stati Uniti.
Dopo aver letto molti libri e visto tanti telefilm, inizio a evitare gli Stati Uniti come ambientazione se vedo che è abbastanza importante nel libro. Mi sta capitando così spesso che sono riuscita anche a fare una top ten dei libri che parlano troppo di USA. L’idea che c’è alla base di queste due top ten è la stessa: ne ho abbastanza degli Stati Uniti. Alla fine la loro cultura è troppo simile alla nostra per subirne il fascino e di certo essere cresciuta con i telefilm americani non aiuta per niente. Due libri che vi consiglio di evitare se la pensate come me sono Kindred, di Octavia E. Butler, che gira attorno alla schiavitù americana, e Quiet, di Susan Cain, un saggio sugli introversi dove gli esempi sono quasi tutti legati agli Stati Uniti.
3 - L’uomo solo contro la natura.
Che sia in mezzo a una foresta o da solo nello spazio, non mi ha mai entusiasmato l’idea di leggere della lotta per la sopravvivenza di un uomo solo. Se si parla di un gruppo di persone diventa tutto più interessante, ma solo se l’autore sviluppa bene i personaggi e le loro interazioni.
Per questo argomento non ho libri da sconsigliare perché, oltre a Cuore di tenebra, di Conrad, che ho dovuto leggere alle superiori, ho sempre evitato storie di questo tipo.
Posso dire però che non troverete mai The loneliest girl in the Universe, di Lauren James, in uno dei miei wrap up, anche se è stato molto apprezzato dalle altre due Librovore con cui tengo questo blog. Allo stesso modo non vedrete La vita di Pi, di Yann Martel, per il quale, per quanto successo abbia avuto anche fra i miei parenti, non riesco a passare oltre al fatto che sia ambientato in mezzo all’oceano pacifico.
4 - La politica.
La politica mi annoia già nella vita reale, figuriamoci in un libro. Se nella vita di tutti i giorni mi sforzo di restare al passo con le notizie principali, nei romanzi cerco di evitarle del tutto. Ad esempio, ho trovato particolarmente noioso Il tempo della guerra, di Andrzej Sapkowski, il quarto libro della saga di The Witcher, dove si parla soprattutto di maghi e re e dei relativi intrighi politici, dimenticando quasi i protagonisti.
5 - Sport.
Non avevo preso in considerazione questo tema fino a che non ho letto la trama di La finale, di Leonardo Gori, dove il mondiale di calcio del 1938 fa da sfondo a una serie di intrighi e misteri. Ecco, ho pensato, questo è un libro che parla di sport che potrei leggere. E finalmente avere qualcosa per questo tema.
Ignoro così tanto lo sport quando si parla di libri, che non ne ho neanche da sconsigliare.
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