Ten dei libri più tristi che abbia mai letto
a cura della librovora Marty
Pensando alla top ten per questo mese ho deciso che sì, è il momento di farla, perché il mondo deve sapere a cosa va incontro, almeno in parte. Se no poi vi ritrovate come me, presi dalla disperazione totale, a piangere tutte le vostre lacrime sopra ai libri, carta o digitali che siano. Naturalmente non posso dire perché il libro mi ha fatto piangere senza fare degli spoiler, a volte anche grossi, sulla trama e anche sul finale del libro.
Ma non indugiamo e andiamo a rivivere le esperienze traumatiche che ho vissuto leggendo questi libri. *inserire sarcasmo qui* Che bello!
Cominciamo con un libro che è moderatamente triste, ma non tanto da strapparsi i capelli come altri che seguiranno.
Il libro alterna il punto di vista di Eleanor e quello di Park, e sicuramente il più triste dei due è quello di Eleanor, a causa della situazione familiare in cui si trova.
Il patrigno è abusivo nei confronti della madre, e anche nei confronti di Eleanor. Lei ha cercato in passato di difendere la madre, ma è stata sbattuta fuori di casa. Ora che è ritornata vive nel costante terrore che il patrigno possa farle qualcosa di brutto. Lei stessa pensa che se il patrigno dovesse arrabbiarsi veramente potrebbe perfino arrivare ad ucciderla. La tristezza deriva anche dal fatto che lei non riesce a godersi l’adolescenza come tutti i suoi coetanei, perchè è quasi schiava di quello che le dice di fare il patrigno, per fare in modo che lui non si alteri troppo.
Park cercherà di supportarla e la esorterà a chiedere aiuto. Il finale lascia una speranza per loro due, ma non si sa come andranno a finire le loro storie. Di certo la situazione famigliare di Eleanor migliora, ma non si sa esattamente di quanto.
Anche questo libro non mi ha fatto disperare, ma di certo non è stato allegro. Già dalla trama sappiamo che un personaggio morirà, per colpa di un poliziotto dal grilletto troppo facile. Tutta la storia gira attorno all’amica di questo sfortunato ragazzo, che si è trovata ad essere testimone di questo omicidio. La ragazza, Starr, è sconvolta da questa morte assurda e senza motivo. Non solo lei, ma tutto il quartiere dove vivono è quasi schifato da quanto accaduto, visto che il ragazzo non aveva essenzialmente fatto nulla. Scene come quelle del funerale, o del rinfresco dopo, sono impregnate di una profonda tristezza e rassegnazione, ma anche solidarietà per la famiglia della vittima. Purtroppo questo libro non mi ha fatto sognare un mondo migliore, anzi mi ha proprio tenuto con i piedi piantati per terra con la sua crudezza e il suo realismo schietto.
Certo, ci sono momenti di spensieratezza e gioia tra i protagonisti, momenti in cui dimenticano quello che li affligge. La fine però ci riporta bruscamente alla realtà, con una giustizia che non viene ottenuta, e con la vita che va comunque avanti per i personaggi, nel bene e nel male.
E certo che se scelgo libri in cui la protagonista è morta suicida (no spoiler, è nella trama), per forza è triste.
Ma procediamo per ordine: il libro inizia con Hannah, una dei protagonisti, che si è suicidata, e gli amici e genitori fondamentalmente non sanno il perché. Nell’arco della storia si scopre l’esistenza di queste cassette in cui Hannah ha parlato dei motivi che l’hanno spinta al suicidio. In questo caso tutto il libro ha un tono triste, perché ascoltiamo quello che racconta Hannah attraverso un suo compagno di scuola, e sentiamo quello che ha passato. Possiamo anche non concordare con lei, o pensare che sia stata troppo impulsiva, o troppo drammatica, ma i suoi pensieri verso la fine rimangono una delle parti più tristi e disperate che abbia mai letto in un libro.
Questo libro non è colpa mia, l’hanno scelto per il club di lettura; non ricordo chi l’ha proposto,(sono quasi sicura che è stata la librovora miki_tr - Sì, colpa mia! Miki), ricordo solo che per quasi tutto il libro aleggia un po’ di tristezza: personaggi che conosciamo all’inizio e che nella seconda parte scopriamo essere morti lasciando una figlia piccola; il vecchio drago cova un uovo, da cui nasce un nuovo drago, mentre il vecchio, troppo stanco, muore. Insomma una serie di eventi tristi. Ma il colpo di grazia me l’ha dato sicuramente la fine. Io pensavo “morto un drago se ne fa un altro, e tutto finisce bene”... Come no, aspetta e spera. Il nuovo drago muore proteggendo l’elfo da un attacco contro un esercito. Diciamo che questa non l’avevo proprio prevista. Un drago era appena morto, perché avrei dovuto pensare che anche il nuovo poteva lasciarci la pelle? E così mi sono ritrovata a versare non poche lacrimucce e imprecare contro l’autrice per diversi minuti. Morale della favola, da quel giorno in poi solo libri allegri per il club di lettura! (Ops! Mi sono appena ricordata che questo mese c’è Illuminae da leggere... vedere sotto per chiarimenti.)
Questo libro è un’ecatombe! Tutti morti! L’Intelligenza Artificiale è completamente pazza, uccide tutti. Queste cose così tragiche dovrebbero essere scritte come avvertimento, tipo: “Non aprire se non si è pronti a soffrire” o: “Attenzione, sterminio di massa in corso”. Così uno si prepara prima i fazzoletti, vi pare? Non solo questo, ma durante la lettura ti affezioni pure ai personaggi che poi moriranno. Alcuni sono anche abbastanza rilevanti, altri no, ma non vi farò nomi, così vi potete affezionare anche voi e poi piangere tutte le vostre lacrime dopo. Mica posso soffrire solo io, scusate! Da bravi Tassorosso dividiamo il carico di soff...ehm lavoro!
Tutto va bene (circa), fino a quelle ultime maledettissime 50 pagine in cui va tutto per aria e ci scappano dei gran morti. Complici i problemi non tanto Parabatai e molto romantici di Emma e Julian, i problemi tra Kieran, Mark e Cristina, questi di puro carattere romantico (che volendo si potrebbero risolvere in un battibaleno, ma sia mai che sti personaggi si diano una mossa), e le tragedie che accadono nel finale, di tutti i 50.000 libri di Shadowhunters questo è decisamente il più triste. A parte qualche morte inaspettata, e totalmente inutile a mio parere, i veri problemi, come già anticipato, sorgono nel finale. Stava andando tutto troppo bene in effetti, sembrava che si fosse trovata quasi una soluzione per tutto. Naturalmente, essendo questo il secondo libro di una trilogia, non poteva essere così facile, e alla fine ci scappano morti molto significative e importanti, che non credo che supereremo facilmente, ahimè! Si potrebbe però rimediare nel prossimo libro, e finire in bellezza con un bel matrimonio, uno a caso, prendiamo due persone e le facciamo sposare! (Se poi a sposarsi fossero Magnus e Alec di certo io non mi lamenterei...)
Sì, questa me la sono andata a cercare. Dopo una prima e veloce letta alla trama era chiarissimo che questo non sarebbe stato un libro felice. Ma io l’ho comunque letto, e ho giustamente pianto tutte le mie lacrime per quasi tutto il libro. Gioia e tripudio! Il protagonista deve vedersela con la malattia della madre e con un mostro che sembra appaia solo sette minuti dopo la mezzanotte, che non sembra voglia fargli del male, ma solo raccontargli storie. Il ragazzo si porta dentro tutta la tristezza che ha accumulato nei mesi in cui la madre è stata malata, e nel dolore se la prende con la nonna, con il padre e con i compagni di scuola (anche se questi se la sono andata a cercare). Il finale è inevitabile, e lascia sì molta tristezza, ma anche sollievo perché le preoccupazioni del ragazzo finalmente spariscono. Ma non essendo una che si accontenta, io sono andata a vedere anche il film. E altre lacrime che se ne sono andate.
Perché insisto a leggere libri che so che finiscono male?
Il commento di questo libro sarà breve, perchè se ci penso troppo scoppio di nuovo a piangere.
Questa storia la conosciamo tutti. E’ praticamente la storia dell'Iliade, solo raccontata per la maggior parte del libro da Patroclo. Non conosco così bene la storia dell’Iliade da poterla mettere a confronto con questo libro, ma l’unica differenza sostanziale credo sia la storia d’amore tra Achille e Patroclo (Ehm… diciamo che volendo c’è anche quella nell’Iliade. NdMiki). Una cosina da niente insomma, visto che l’autrice sviluppa la storia in maniera molto dettagliata e ci fa amare i personaggi a dismisura, e alla fine muoiono tutti e due, come da storia originale, e pure male!
Sicuramente ho sofferto tanto per questo libro perché sapevo come sarebbe andata a finire e non pensavo di affezionarmi così tanto ai personaggi, che sono caratterizzati benissimo, adorabili al punto giusto (come dovrebbero essere due guerrieri greci).
Ma non nominate troppo questo libro in mia presenza perché potrei scoppiare a piangere in maniera incontrollata!
Ringraziamo il cielo per quelle ultime righe finali, altrimenti avrei versato due valli di lacrime invece di una. Questo libro mi è stato caldamente consigliato dalla librovora miki_tr, quindi in teoria posso incolpare lei se verso la fine volevo praticamente tirare il libro dalla finestra… peccato che avessi la copia digitale, ma va beh. Altro libro in cui aleggia un'aria di tristezza immane, in cui tutti i personaggi si comportano da cretini per tutto il libro, per poi realizzare le cose quando è ormai troppo tardi. La storia viene raccontata da Oliver, che esce di prigione dopo dieci anni e finalmente racconta cosa è veramente successo al tempo. Della serie “Mai una gioia”, i due personaggi di cui ci importa veramente (fidatevi, quando lo leggerete vi importerà solo di loro due) realizzano troppo tardi che si sono innamorati, e dieci anni dopo non va certo meglio, visto che uno dei due, preso dai sensi di colpa, sembra essersi suicidato! Ma si potrà finire così, uffa! Scusate lo spoiler ma mi dovevo sfogare!
Ok che finisce bene e tutti (circa) sono contenti, ma la conta dei morti è impressionante! E cosa ti avevano fatto la povera Edvige e il povero Dobby, cara Rowling, io proprio non lo so!
Questo libro al tempo è uscito nel periodo natalizio, quindi per la mia, si fa per dire, gioia, l’ho letto durante le vacanze, visto che andavo ancora a scuola. Ma che bel Natale che ho passato! Tra il fatto che era l’ultimo della saga di Harry Potter e il fatto che anche questo è un’ecatombe, ho passato proprio delle belle feste! E per coronare il tutto, come colonna sonora del libro ho scelto “My Immortal” degli Evanescence, giusto perché il libro in sé non era ancora abbastanza triste.
Alla fine del libro ero disperata, un po’ perché appunto era l’ultimo e per me era finita un’era, ma un po’ anche perché è morta veramente troppa gente. Di questo libro posso dire una cosa però: di certo non mi ha fatto amare di meno la saga, anzi, ho apprezzato che la Rowling abbia dato un tono realistico ad una serie che è considerata per bambini e ragazzi, mostrando che se il mondo magico è in guerra, non tutti possono sopravvivere!
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