18 gennaio 2018

Top ten dei libri che ho amato nel 2017, ma di cui ho parlato poco

Top ten dei libri che ho amato nel 2017, ma di cui ho parlato poco
A cura della Librovora miki_tr

Vi capita mai che ci siano libri che vi piacciono, anche molto, ma che in qualche modo sono meno “appariscenti” di altri, e che quindi finiscano inevitabilmente per non essere quelli di cui parlate sempre?
Ecco, quest’anno mi è capitato con molti libri di provare questa sensazione. A volte anche il blog non ha aiutato a far venire fuori questi titoli, perché magari non sono proprio i miei preferiti nel loro genere, o non si sono adattati a molte domande dei book tag.
Oggi voglio parlare di alcuni di questi libri, perché sono degni di essere citati e perché, chissà, qualcuno potrebbe essere ispirato e trovare qualche preferito in questo elenco!



Proxy e Guardian, di Alex London.
Questa duologia è davvero una delle storie più avventurose che mi siano capitate per le mani negli ultimi tempi. L’ambientazione è distopica, un mondo talmente deviato e corrotto da sembrare post apocalittico, dove un ragazzino viziato può commettere qualsiasi tipo di scelleratezza, incluse quelle che portano alla morte di qualcuno, sapendo che sarà un altro ragazzo a venire punito al posto suo, per un’assurda politica di debiti e crediti che soffoca la civiltà. In questi libri, forse soprattutto nel primo, il mondo è dettagliato in maniera agghiacciante, e terribilmente credibile, per di più. La storia tiene incollati come uno di quei film di Hollywood che non danno un attimo di tregua. Ma quello che è particolarmente interessante e mi ha fatto amare questi libri sono i personaggi, che sono sempre ben costruiti, e a cui ci si affeziona facilmente. Inoltre, altro punto a favore di questa duologia, tra il primo e il secondo libro lo scenario cambia drasticamente: nel primo leggiamo del tentativo di ribaltare la società corrotta, ma nel secondo ci troviamo davanti alle terribili conseguenze delle scelte precedenti, e scopriamo che il sogno di un mondo migliore ne ha prodotto uno forse ancora più terribile…

Willfull Machine, di Tim Floreen.
Ho parlato poco di questo libro perché l’ho letto dopo  l’altro dello stesso autore, che mi ha in qualche modo toccato di più, Tattoo Atlas. Eppure questa storia non è particolarmente carente rispetto all’altra. La trama è semplice: un ragazzino con alcuni problemi personali e familiari che finisce per innamorarsi di un compagno di scuola con un segreto. Se ne sentono diversi così… però in questo caso il ragazzino è il figlio del Presidente degli Stati Uniti, è a scuola sotto scorta e particolarmente sorvegliato, visto che è sotto minaccia di attentato, e il mondo è invischiato in dilemmi morali su pericoli ed opportunità della robotica e dell’uso di intelligenze artificiali. Il libro è divertente e la storia d’amore è molto tenera, anche se non si tratta di una lettura particolarmente leggera, ma di una bella riflessione soprattutto sull’idea di libero arbitrio applicata ad un mondo sempre più tecnologico. Devo dire che è uno di quei libri che mi hanno dato molto da pensare… proprio per questo mi è piaciuto tanto!

The Archived e The Unbound, di Victoria Schwab.
Questa duologia (che non sono sicura sia finita, onestamente) è forse uno dei lavori meno famosi di Victoria Schwab. E’ una storia molto creepy, ma nonostante questo è anche un tipico YA, con tanto di storia d’amore. A me è piaciuta molto, onestamente. La duologia Monster of Verity è molto più atipica e famosa, in qualche modo appariscente. Vitious è una storia più adulta. Però posso dire che questa non è assolutamente da meno. La protagonista è simpatica; la trama, in puro stile Schwab, è assolutamente originale e la storia è avvincente. A questi libri non manca proprio nulla, e meriterebbero la stessa considerazione dei loro fratelli più famosi.

Lexicon, di Max Barry.
Ho parlato un po’ di questo libro, perché mi ha colpito molto. Ma forse non l’ho consigliato abbastanza. Potrebbe essere definito un thriller, che non è proprio il mio genere preferito, ma anche un fantasy. L’ho trovato principalmente un libro brillante, nell’idea e anche nel ritmo. Ha qualcosa di estremamente originale, almeno rispetto alle mie solite letture, e per questo mi è piaciuto tanto. E ci sono un paio di scene veramente agghiaccianti e piene di suspance che mi hanno fatto praticamente saltare sulla sedia.

Eliza and her Monsters, di Francesca Zappia.
Questo libro avrà sempre un posto un po’ speciale nel mio cuoricino librovoro, perché l’ho iniziato in un momento in cui la mia voglia di leggere era ai minimi storici. Così, scomparsa improvvisamente dopo la delusione di un libro che avevo interrotto dopo giorni di sofferenza. Grazie a questo libro ho ripreso a leggere volentieri.
Eliza and her Monsters è una storia che, pur con molte differenze di trama, mi ha ricordato molto Fangirl di Rainbow Rowell. E’ per questo che probabilmente ne ho parlato poco: se la trama mi è piaciuta altrettanto, è in Fangirl che mi sono rivista di più. Il perché è semplice: sono stata per anni una scrittrice di fanfiction; per contro, non so disegnare neanche sotto tortura. Ma questa storia, a dispetto dell’avermi ricordato le mie incapacità personali, mi ha toccato e divertito, e merita un suo spazio.

A million Junes, di Emily Henry.
A million Junes è un libro che aveva molte potenzialità per essere uno dei miei preferiti. Ha un’atmosfera molto magica e creepy in un contesto moderno. Ha un mistero da svelare, protagonisti di cui avevo voglia di leggere e una storia d’amore… non del tutto stomachevole, diciamo. Che per me è molto. Onestamente non mi ha fatto impazzire il finale, non tanto per la risoluzione della trama, ma per un certo tono mistico che mi ha fatto storcere il naso. Nonostante questo, se ripenso a questo libro sono contenta di averlo letto, e la sensazione che mi è rimasta è molto positiva. E’ un libro da assaporare nella sua magia e un po’ mi dispiace di non averlo amato come avrei potuto.

The Roanoke Girls, di Amy Engel.
Questo libro mi ha turbato, e forse per questo è finito un po’ in uno scaffale impolverato della mia biblioteca mentale. Non è facilissimo parlarne, perché affrontare i temi difficili che propone significa fare grossi spoiler dalla trama. E, allo stesso tempo, è difficile che io mi senta di consigliare un libro del genere, che potrebbe urtare facilmente una sensibilità diversa dalla mia.
Però questo libro è assolutamente un libro valido. Affronta un problema difficile anche nel suo essere un problema difficile (non una di quelle grandi questioni che sono anche un po’ “di moda” alle volte, ma qualcosa di più oscuro e privato, e per questo insidioso), e lo fa molto bene, proprio perché turba e smuove le opinioni e mette in luce un argomento controverso.

Sleeping Giants e Waking Gods, di Sylvain Neuvel.
Questi due libri, di cui, vorrei sottolineare, sto aspettando il seguito con ansia, sono un po’ stati eclissati da Illuminae e Gemina, che hanno una struttura simile. Anche questi sono presentati come un insieme di documentazione, ma, anche graficamente, questo dettaglio è molto meno appariscente che nei loro cugini più famosi. Questi libri comunque hanno delle qualità: la trama è avvincente e piuttosto imprevedibile, almeno in certi dettagli; l’ambientazione e l’idea di fondo sono molto interessanti. E certamente l’autore non ha paura di sconvolgere le cose e spiazzare i lettori. Vale la pena leggere questi libri, soprattutto per chi apprezza questo genere di fantascienza apocalittica.

The Butterfly Garden, di Dot Hutchinson.
Devo aver già detto da qualche parte che il thriller non è esattamente il mio genere preferito. Forse per questo non ho cantato ai quattro venti le lodi di questo libro, a cui però ho dato una valutazione di cinque su cinque. E’ un libro che, secondo me, nel suo genere, è perfetto. E’ agghiacciante (anche qui ci sono tematiche molto pesanti), ma in questo libro questa è una grande qualità. A me ha ricordato molto un episodio di Criminal Minds, una delle mie serie tv preferite, e forse anche per questo mi è piaciuto, oltre che per la trama che mi ha tenuta incollata.

E infine questo libro, parecchio sconosciuto a quel che mi risulta, che ho trovato per caso e adorato, ha sofferto finora del fatto di essere una delle mie letture più recenti. Con questo intendo dire che potrebbe essere uno di quelli di cui vi parlerò fino allo sfinimento nei prossimi tempi… ma probabilmente non lo sarà. E’ un libro difficile da classificare in un genere, difficile da spiegare esattamente. E’ una storia di amicizia, amore e fratellanza, ma anche di politica, scuola e guerra, con all'interno un’altra piccola storia che si legge come un giallo. E’ un libro con una protagonista che forse non è davvero presente. E’ un libro che sfida tante delle mie regole mentali su quello che deve esserci in un bel libro, ma che proprio per questo mi è piaciuto tantissimo.

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