7 gennaio 2021

Wrap Up: Dicembre 2020

 

Wrap Up: Dicembre 2020


E siamo arrivati all’ultimo Wrap Up di questo 2020, e non un giorno troppo presto… tutti non vedevamo l’ora di uscire da questo anno, siamo onesti. Comunque adesso siamo qui per un motivo piacevole, cioè riepilogare le nostre ultime letture dell’anno. Vediamo cosa abbiamo letto in questi ultimi giorni del 2020.


Wrap up della librovora miki_tr


Book Count: 16

Libri letti:


Fates and Furies, di Lauren Groff.

Trigger: abuso di minori, abusi sessuali, schiavitù sessuale, abbandono di minore, morte di un bambino, aborto, morte di una persona cara, lutto.

Meh. Non ho molto da dire su questo libro: carino in certe parti, molto noioso in altre. Sicuramente ben scritto, ma una storia di cui mi è interessato solo in alcune parti della backstory dei protagonisti e poco più. Non entusiasmante, insomma.



Warcross, di Marie Lu.

Trigger: violenza, morte, rapimento.

Mi sono super divertita con questo libro e, se non avessi avuto una scaletta piuttosto chiara di cosa leggere in questo periodo, ho pochi dubbi che avrei continuato direttamente con il secondo. Anche se il libro ha diverse caratteristiche di un classico YA, l’ambientazione all’interno del gioco che dà il titolo alla storia è veramente divertente, così come il gioco in sé (mi sono esaltata in tutte le descrizioni delle sfide). Non tarderò molto a concludere la duologia, anche perché il colpo di scena alla fine del primo libro merita una lettura a breve del secondo.

Popsugar: Un libro ambientato in Giappone


Piranesi, di Susanna Clarke.

Trigger: morte, perdita di memoria, manipolazione mentale, violenza, rapimento.

Mai vista un’ambientazione così assurda e da brividi allo stesso tempo… nell’ottica della creatività dell’universo inventato, questo libro è veramente tanta roba. La storia è interessante e mi piace molto come viene ricostruita un po’ alla volta, ma quello che mi ha colpito e mi resterà in mente a lungo, di questo libro, è la Casa e il modo in cui Piranesi la vede e la interpreta. Visto che questo 2021 sarà in tema, questa ambientazione sarebbe spettacolare per una campagna di D&D, e stiamo parlando di un solo edificio.

Passaporto Arcobaleno: Dicembre (Nero)


I Fiori del Tempio, di Rani Manicka.

Trigger: abuso di droga, overdose, prostituzione, violenza, morte di una persona cara, infedeltà, suicidio.

Un libro piuttosto difficile da leggere, ma del resto me lo aspettavo da questa autrice. La storia è raccontata da molti punti di vista diversi, cosa che rende la prima parte del libro molto frammentaria, ma che poi valorizza la narrazione mano a mano che le varie storie si intrecciano. E’ un libro che prende direzioni molto pesanti, difficili da digerire e alle volte anche da apprezzare veramente, perché il passaggio verso la rovina è graduale ma costante, quindi ad un certo punto nella storia non c’è più un termine di paragone che porti fuori dalle brutture descritte per farle apprezzare di più. Il lettore, insomma, si desensibilizza ad un certo punto, ragion per cui anche il colpo di tragedia finale si sente arrivare. Comunque scritto benissimo, quindi è un libro che ho apprezzato. 


The Taxidermist’s Daughter, di Kate Mosse.

Trigger: processo di imbalsamazione descritta nei dettagli, omicidio, immagini macabre, stupro, perdita di memoria, violenza, violenza su un minore.

Nonostante il 2020 sia stato l’anno in cui non ho avuto fortuna con le atmosfere vittoriane, ho voluto dare un’altra possibilità al genere, e direi che questo libro mi ha soddisfatto più degli altri che avevo letto con questo tema. Sarà che la tassidermia è una pratica che si sposa perfettamente con l’atmosfera, ma ho molto apprezzato le descrizioni di questa arte, per quanto inevitabilmente macabre. La storia a tratti è un po’ lenta, anche se l’intreccio del giallo regge e i personaggi mi sono piaciuti. In effetti forse i personaggi potevano essere più centrali nella storia, perché manca qualcosa nell’equilibrio delle parti per cui alla fine del libro non sentivo di averli conosciuti davvero bene, anche se ne avevo intuito il potenziale. Comunque una buona lettura.


The Degenerates, di J. Albert Mann.

Trigger: abilismo, misoginia, tortura, abbandono di minore, omofobia, violenza, aborto descritto nel dettaglio e provocato da un atto di violenza, sangue, linguaggio altamente offensivo, morte di un bambino, maltrattamento di minori, malattia, accenni a pratiche mediche disturbanti.

Prima di dire qualsiasi altra cosa, evitate di prendere sotto gamba i trigger di questo libro. Questa non è una lettura facile: la parte dell’aborto onestamente mi ha fatto quasi sentire male, e di solito io ho abbastanza uno stomaco di ferro per questo genere di cose. Un libro difficilissimo, brutale. In alcune parti, forse anche eccessivo. Paradossalmente la storia ripercorre alcune delle tappe tipiche di un qualsiasi YA ambientato in una scuola, ma non è possibile dimenticarsi nemmeno per un attimo di quanto orribile sia il luogo dove ci troviamo durante la lettura, e probabilmente questo era l’intento del libro, in cui riesce perfettamente. Il ritmo e l’intreccio mancano di qualcosa, altrimenti, per l’impatto che ha, questo sarebbe stato un libro che avrei definito irrinunciabile, anche solo per realizzare come questo genere di cose succedessero davvero e quanto sia impensabile, al giorno d’oggi, una situazione del genere.


The Cottingley Secret, di Hazel Gaynor.

Trigger: (parziali, perché non ho terminato la lettura) morte di una persona cara, morte di un genitore.

Sapevo che con questo libro sarei andata inevitabilmente incontro a qualcosa di più romantico, come genere, di quello che mi piace, ma la storia vera alla base del romanzo (le fotografie scattate da due ragazzine che fecero credere ai contemporanei, nonché a Sir Arthur Conan Doyle, di trovarsi davanti alla prova dell’esistenza delle fate) mi ha sempre affascinato. Prima di arrivare a metà della storia però mi sono resa conto che il focus era troppo concentrato sulle vicende di vita e amorose della protagonista che riscopre la storia, e molto poco sulla vicenda più antica. Questo mi ha fatto capire che, anche se questo libro è evidentemente scritto molto bene, io non sono la persona adatta a leggerlo, e l’ho abbandonato senza rancore.

(DNF)


L’estate del Coniglio Nero, di Kevin Brooks.

Trigger: omicidio, abuso di alcol e sostanze (anche somministrate senza consenso), violenza, abbandono di minore, sparizione, disturbi mentali, omofobia.

Una bella storia, che ho letto volentieri soprattutto per lo stile con cui è scritta, che manda avanti senza far pesare la lettura e si adatta perfettamente a questo genere di giallo. Mi sono piaciuti i personaggi e le loro interazioni, fatta eccezione per la “storia d’amore”, che per fortuna è poco presente. Mi ha lasciato perplessa invece la mancanza di risoluzione nel finale, non per il modo in cui uno dei due casi paralleli resta aperto, ma per le scarse conseguenze che vediamo di quello che dovrebbe essere, in fondo, il fulcro della storia. Bel libro.


Book Love, di Debbie Tung.

Trigger: bibliomania.

Non è che si possa dire nulla di questo libro: se non vi sentite terribilmente chiamati in causa da ogni vignetta, probabilmente siete sul blog sbagliato. O comunque, io mi sono ritrovata in ogni singola tavola… se è capitato anche a voi, quindi, abbiamo qualcosa decisamente in comune. Adorabile, davvero. 


La chiave segreta per l’Universo, di Lucy e Steven Hawking.

Trigger: bullismo.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo libro: è davvero delizioso. Nonostante sia chiaramente un libro per bambini e ragazzi molto giovani, le informazioni che propone sono dettagliate e l’impostazione scientifica è precisa ed accurata. Allo stesso tempo, nonostante sia chiaramente un libro fatto per informare più che per intrattenere, e nonostante la trama sia, molto evidentemente, una scusa per insegnare davvero come funziona il nostro universo, l’intreccio della storia regge, i personaggi sono interessanti e il libro riesce ad amalgamare nozioni e invenzione in una maniera molto piacevole e divertente. Mi sarei innamorata di questo libro quando avevo dieci o undici anni, e mi dispiace quasi che allora non esistesse… 


Wundersmith: the Calling of Morrigan Crow, di Jessica Townsend.

Trigger: violenza, morte, disastri naturali, manipolazione mentale, abuso di potere.

Senza nulla togliere a quanto questo libro e questa serie siano carini e divertenti, se nel primo si era sentita chiaramente l’ispirazione ai libri di Harry Potter, qui un paio di situazioni fanno venire dei dubbi seri sull’originalità della storia. Bisogna dire che il libro cerca sempre di distanziarsi da quella che è chiaramente un’ispirazione, ma lo fa in maniera alle volte troppo evidente, ottenendo l’effetto contrario. In questa storia, a scuola ci si reca con una metropolitana segreta; imboccando un vicolo si passa da una strada piena di venditori di meraviglie magiche ad una versione più oscura della stessa; la storia stessa ha una struttura nota per la quale, dopo aver scoperto il mondo in un primo libro, nel secondo scopriamo quante cose abbiano in comune la giovane protagonista e il cattivo cardine della trama, che alla fine sono differenziati dalle loro intenzioni. Insomma, tutto risulta un po’ molto familiare, e le differenze sembrano messe lì per far dimenticare le somiglianze. Ad un primo approccio la storia è diversa e i dettagli variano molto, ma ci sono passaggi che sono davvero molto, molto simili. Nonostante questo fatto, come dicevo all’inizio, il libro è divertente e si legge volentieri, e si intuisce bene come la trama si espanderà andando avanti, quindi alla fine mi è piaciuto.


If We Were Villains, di M.L. Rio.

Trigger: morte, violenza, suicidio, alcolismo, droga, overdose, anoressia.

A questo punto del mese di dicembre, lo ammetto, non avevo esaurito solo le letture che avevo previsto di fare, ma anche quel poco di neuroni che ancora mi restano. Quindi ho preso il mio Bullet Journal e ho allegramente fatto i conti di tutte le mie statistiche del 2020, come se fosse finito l’anno. Peccato ci fossero ancora quattro giorni… Ispirata da questa svista, ho deciso di dedicare la fine del 2020 alle riletture (che non conto nelle statistiche che ho fatto), anche perché negli ultimi tempi avevo un po’ lasciato indietro questa pratica e mi mancava.

Sono partita da questo libro, che avevo voglia di riprendere in mano da un bel pezzo, senza mai trovare occasione di farlo. Ne ho parlato e riparlato, ma devo dire che non ha perso praticamente nulla della sua qualità ad una seconda lettura, anzi… Conoscendo meglio i personaggi mi sono goduta ancora di più la storia e soprattutto le sfumature delle relazioni tra di loro, dall’inizio alla fine. Sarebbe molto carino da parte dell’autrice deliziarci con qualcosa di nuovo, ma fino a quel momento sono disposta a rileggere volentieri questo libro.


The Wicker King, di K. Ancrum.

Trigger: negligenza, abbandono di minore, attacchi di panico, dissociazione dalla realtà, ospedale psichiatrico, incendio doloso.

La seconda scelta di rilettura è caduta su questo libro, perché K. Ancrum quest’anno non ha pubblicato niente e avevo voglia di leggere qualcosa di suo. E’ evidente, per me, dove questo libro si rivela vincente: lo stile, asciutto, costruito per immagini brevi e incisive e sempre preciso è la chiave del suo successo. Ma ad una seconda lettura mi ha colpito particolarmente quanto i personaggi mi sembrassero familiari, come se li conoscessi di persona, e non li avessi solo letti un paio di anni fa in un libro. Questa storia mi ha toccato anche alla seconda lettura, e sono contenta di averla ripresa in mano.


The Prince and the Dressmaker, di Jen Wang.

Trigger: omofobia, coming-out forzato, queerphobia.

Dopo due libri emotivamente intensi, ho voluto alleggerire un po’ con questa graphic novel, sempre assolutamente deliziosa. Un’altra storia che abbiamo citato ancora e ancora su queste pagine, ma che fa sempre piacere riprendere in mano.


Wonder, di R.J. Palacio.

Trigger: bullismo, discriminazione

Dopo il libro precedente, avevo voglia di tornare a leggere qualcosa di più complesso, ma che non mi sbriciolasse l’anima in pezzetti piccoli giusto a ridosso della fine dell’anno. La mia scelta quindi è stata Wonder, perché è un libro che tocca tante corde, ma lo fa con una certa delicatezza che mi ha fatto finire la lettura, sia questa volta che la prima volta che l’ho letto, con un sorriso sulla faccia. Rileggendolo ho notato diversi particolari che mi erano sfuggiti la prima volta, o che avevo dimenticato col passare del tempo, e questo mi fa pensare che sia un libro molto adatto ad essere ripreso in mano più di una volta nella vita.


Almost Midnight, di Rainbow Rowell.

Trigger: shock anafilattico.

Ho concluso il 2020, alla fine, con quella che potrebbe diventare una tradizione da ripetersi tutti gli anni: niente, infatti, è più adatto all’ultimo dell’anno di questo libro, che è breve e riesce a tirare su il morale in qualsiasi situazione. Una delle due storie che contiene parla alla mia anima nerd; l’altra, oltre ad essere ambientata proprio a capodanno, è ad oggi l’unica che io abbia trovato in cui un personaggio abbia la mia stessa allergia, quindi mi fa sentire un po’ meno sola… o forse è solo l’atmosfera del Capodanno imminente che mi fa vagheggiare poeticamente, e il libro alla fine è, come sempre, divertente e adatto a chiudere in bellezza questo 2020 di letture.


Wrap up della librovora Marty


Book Count: 9

Libri letti:


Middlegame, di Seanan McGuire.

Trigger: morte, morte di una persona cara, violenza, sangue, omicidio, uso di droga e overdose, esperimenti su esseri umani, tentato suicidio, depressione, disastro naturale e incendio.

Sono sempre stata abituata alle storie corte di questa autrice, dritte al punto, ma questo non è una di quelle e sono rimasta sorpresa in positivo da quanto mi sia piaciuta. Nella storia seguiamo i due personaggi principali praticamente dalla nascita, fino a che non diventano adulti e vediamo come sono spaesati da tutto quello che accade loro intorno. Questo è l’aspetto del libro che mi ha colpito più di tutti.

Passaporto Arcobaleno: Dicembre (Nero)


Book Love, di Debbie Tung.

Trigger: Attenzione alla voglia di comprare libri dopo la lettura.

C’è una sola cosa da dire di questa Graphic Novel: In ogni singola scena la protagonista fa qualcosa che anche io almeno una volta ho fatto. Per questo l’ho adorato e mi ci sono rivista tantissimo.


L’Ickabog, di J.K. Rowling.

Trigger: morte, violenza, morte di una persona cara, pregiudizi, abuso su minori, rapimento.

Penso di aver scelto il periodo perfetto per leggere questa favola, perché, complice il Natale e una scrittrice favolosa, mi sono veramente sentita trasportare nel mondo di Cornucopia, e le settimane che portano al Natale sono state perfette per questo. Nonostante questo sia spacciato come libro per bambini, insegna come dall’ignoranza nasca la paura e come da odio possa nascere solo altro odio. Insomma, una storia che fa sicuramente riflettere.


I Will Judge You by Your Bookshelf, di Grant Snider.

Trigger: Ho dovuto coprire l’immagine di un “drago”, quindi se siete aracnofobici come me, state attenti a pagina 86.

Un altro libro per i librovori come noi, che si focalizza di più sui problemi che possono incontrare gli scrittori nel comporre un libro. Anche questo è molto bello e soprattutto colorato, pieno di allegorie e immagini che spiegano meglio quello che passa nella testa di un autore quando deve impostare tutti i vari aspetti del libro, o quando è alle prese con il blocco dello scrittore o un buco nella trama.


File N.002, File N.247, File N.1743, File N.2491 di Sylvain Neuvel.

Trigger: Abuso di potere, menzione di razzismo, guerra.

Questi sono quattro racconti ambientati nella serie Themis Files che si possono trovare gratuitamente online nel sito ufficiale dell’autore.

Per altri due minuti sono voluta tornare in questo universo che mi ha veramente impressionato quest’anno. Le prime tre storie sono essenzialmente delle scene tagliate che non aggiungono nulla alla trama, ma sono carine da leggere. L’ultima è ambientata dopo la fine della storia e ritroviamo alcuni personaggi chiave… e anche una piccola sorpresa molto gradita dalla sottoscritta.


If I Had Your Face, di Frances Cha.

Trigger: misoginia, abuso minorile, violenza, discorsi sul suicidio e aborto.

L’ultimo libro del 2020 è proprio in tema con quest’anno triste, perché è una storia che parla di quanto poco sono considerate le donne nella società coreana oggigiorno. Ho apprezzato il realismo delle storie personali delle quattro ragazze e di come queste cercano supporto tra di loro, perché non ne ricevono affatto dalla società e dalle persone che le circondano. Questo non è di certo un libro da cui aspettarsi grandi colpi di scena, ma è invece molto realista e mi ha tenuto grande compagnia mentre componevo i miei puzzle.


Wrap up della librovora Gioneb


Book Count: 5

Libri letti:


Amongst Us, Volume 1, di Shilin Huang

Trigger: <trigger not found>

Ogni tanto mi fa bene rileggerlo e soprattutto proseguire la lettura tramite le vignette pubblicate nell’apposito sito. Questo libro è entrato nell’elenco dei libri che mi fanno sentire bene.


Il Sangue degli Elfi, di Andrzej Sapkowski.

Trigger: morte, violenza, tortura.

Con questo libro inizia veramente la saga di Geralt. La storia, però, si muove troppo lentamente perché in qualche modo mantiene la struttura a racconti dei libri precedenti, e la trama viene continuamente spezzata con il cambio scena. I personaggi rimangono, comunque, il punto forte della serie.


Il dottor Li e il virus con in testa la corona, di Francesca Cavallo e Claudia Flandoli.

Trigger: morte

Ho finanziato questo libro su Kickstarter perché mi sembrava un'ottima idea: il libro è stato pensato per raccontare ai bambini la pandemia e il coronavirus. 

Mi sarei aspettata qualcosa di più, che raccontasse più cose. Ma forse sono solo io che sono troppo cresciuta rispetto al target del libro.


Middlegame, di Seanan McGuire.

Trigger: violenza, sangue, omicidio, morte, uso di droga, esperimenti su esseri umani, tentato suicidio, overdose, depressione, disastro naturale, perdita di una persona cara, incendio.

Non so bene cosa scrivere di Middlegame perché è un libro davvero unico. La storia è geniale ed a tratti si sente che l’autrice è la stessa della serie Wayward Children: bambini speciali, adulti che non capiscono e posti magici in cui solo i bambini possono andare perché sono bambini.

Passaporto Arcobaleno: Dicembre (Nero).


Il profumo delle bugie, di Bruno Morchio.

Trigger: abuso su minore.

Letto tutto d’un fiato, ma è solo una lettura leggera e adatta ad un momento di relax, e le sue 210 pagine aiutano. Non c’è niente che mi abbia colpito veramente. 

Ai personaggi manca un approfondimento: si salta da un punto di vista all’altro senza lasciare spazio al lettore per imparare a conoscere ogni singolo personaggio. C’è da dire però che la velocità del libro fa sì che non si senta molto questo difetto, se non dopo la fine della lettura.

“Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.”. Il libro mi ha fatto pensare all’incipit di Anna Karenina, libro che non ho letto, perché mi è sembrato che l’autore volesse creare una famiglia “infelice a modo suo”, ma ha finito per raccontare una storia già vista.

Nessun commento:

Posta un commento