2 dicembre 2019

Wrap Up: Novembre 2019

Wrap Up: Novembre 2019

A quanto pare, Novembre è stato un mese inaspettatamente fruttuoso per le nostre letture, e non solo per la quantità: abbiamo letto cose interessanti, incluse alcune ottime conclusioni di serie. Insomma, un buon mese librovoro, che ci traghetta verso la fine dell’anno con soddisfazione. Scopriamolo nel dettaglio.


Wrap up della librovora miki_tr

Book Count: 15
Libri letti:

Ho colto l’occasione di rileggere questo libro dal momento che l’ho trovato cartaceo a Firenze e, avendolo solo in ebook, non mi sono lasciata sfuggire l’occasione. L’ho letto rientrando da Lucca (la prima parte direttamente in treno), ed è stata una decisione azzeccata, perché mi ha confortato nel momento di tristezza tipico del rientro da questo evento annuale. Sul libro, riconfermo appieno quello che ne ho detto negli ultimi anni: è bellissimo e amo ogni singolo personaggio, ma soprattutto Monty.
 

The Toll, di Neal Shusterman.
La conclusione, tanto attesa, di questa serie che mi ha appassionato, è finalmente giunta. E… non fraintendetemi, l’ho amato senza alcun dubbio, ma allo stesso tempo mi è piaciuto meno dei precedenti. La storia è un po’ più frammentata per seguire tutti i punti di vista che, dal primo libro, si sono moltiplicati. Nella prima parte, soprattutto, i vari eventi accadono nell’arco di tre anni, ma non necessariamente tutti con lo stesso ritmo: un punto di vista che si alterna con un altro non racconta magari dello stesso periodo. Finché non ho capito questo, ammetto di essere rimasta piuttosto confusa su diversi dettagli. Nonostante questo, alcune cose di questo libro me l’hanno fatto piacere tantissimo; in primis il modo in cui il piano del Thunderhead viene svelato mano a mano che si va avanti con la storia. Anche alcuni personaggi che sono stati introdotti mi sono piaciuti particolarmente. Il finale è soddisfacente, anche se forse un po’ troppo “ordinato” per i miei gusti, il che ha fatto sì che alcune risoluzioni fossero prevedibili.
 

Seta, di Alessandro Baricco.
Avevo già letto questo libro da ragazzina, ma ho colto l’occasione di rileggerlo da adulta grazie al club di lettura. La mia opinione non è molto cambiata da allora: questo non è il miglior libro di Baricco, ma ha delle qualità. Ci sono dei passaggi che ancora oggi mi sembrano molto belli, e l’unica cosa che può sembrare un colpo di scena, nel finale, mi è piaciuta anche se mi ricordavo vagamente di cosa si trattasse. E’ un libro molto incentrato sul romanticismo che, anche se non è fondamentalmente banale, aveva sicuramente molto più presa sulla mia mente di adolescente che su di me, oggi, col mio cuore di ghiaccio. Comunque mi piace come scrive Baricco ed è stata una lettura piacevole.

Io e Gioneb abbiamo comprato questa Graphic Novel al Lucca Comics, perché ci siamo innamorate del disegno di questa autrice. Ho letto i due volumi già sapendo che graficamente mi sarebbe piaciuta, ma mi ha colpito anche la storia che, per quanto inquietante, ha qualcosa di molto delicato che si sposa benissimo con il disegno. Commento i due volumi insieme, perché penso che sia necessario leggerli insieme per goderseli veramente; sebbene la storia sia molto semplice, il primo volume è orientato quasi esclusivamente a preparare il campo per gli avvenimenti e le spiegazioni che arriveranno nel secondo. Questo è anche il motivo per cui, come si vede dai voti, il secondo volume mi è piaciuto di più del primo. Comunque questa Graphic Novel è consigliatissima.

Blood for Blood, di Ryan Graudin.
Un’altra serie completata. Diversamente da come mi sta capitando negli ultimi tempi, il secondo libro di questa duologia mi è piaciuto significativamente più del primo. La premessa interessante di questa serie è espressa al meglio in questa parte della storia, i personaggi hanno uno sviluppo più interessante e la trama va in direzioni che non mi sarei mai aspettata. Il libro ha un buon ritmo e i momenti di flashback, che spezzavano molto la narrazione nel primo libro, in questo sono decisamente meno intrusivi. Devo dire che già dalla fine del primo libro avevo intuito uno dei colpi di scena in arrivo, ma è stata comunque una bella soddisfazione vederlo arrivare. Una buona lettura.

The Invention of Hugo Cabret, di Brian Selznick.
Onestamente volevo leggere questo libro da anni. Fin dalla prima volta che ne ho sentito parlare, mi ha affascinato la struttura particolare: la storia è raccontata in parte con il testo e in parte tramite immagini. Non sono partita del tutto convinta che come sistema avrebbe funzionato, ma ero molto curiosa. Be’, accidenti se funziona. I disegni sono bellissimi e valorizzano incredibilmente la storia: non sono solo un complemento, ma ne fanno parte a tutti gli effetti. La trama in sé mi è piaciuta molto, sia per la struttura semplice, che si sposa bene con questa narrazione visiva, sia per l’atmosfera ed i riferimenti cinematografici, che sono perfetti. Una storia molto tenera e allo stesso tempo un ritratto valido dell’epoca in cui è ambientata, adatto sia agli adulti che ai bambini.
Reading Challenge: Un libro con la copertina multicolore
Passaporto Nuove Scoperte: Novembre

The Starless Sea, di Erin Morgenstern.
Penso che sia assolutamente impossibile descrivere questo libro. E’ assolutamente caotico; ho perso presto il conto di quante volte la storia girava su se stessa e ho rinunciato presto a cercare di anticipare cosa sarebbe successo, le svolte che la trama avrebbe preso e quali elementi sarebbero risultati importanti nella storia. La parte logica della mia mente si è trovata molto a disagio nella lettura, ma il resto di me si è perso totalmente. E’ un libro che si legge con l’abbandono di un bambino a cui viene raccontata una favola, una storia che fa sorridere ogni volta che per un attimo sembra di averla capita, e poi si perde di nuovo, e l’unica cosa da fare è seguirla. Una narrativa complessissima e un’atmosfera geniale: questa forse è la sintesi più plausibile per questo libro. E’ stata un’avventura splendida dalla prima all’ultima pagina.

The Curious Case of Benjamin Button, di F. Scott Fitzgerald.
Oggi è successa una cosa strana. Dovevo fare una cosa che mi avrebbe occupato le mani, ma non la mente, e di solito quelli sono gli unici momenti in cui in casa mia si accende la televisione. Però nulla mi ispirava, così ho provato a vedere se ci fossero, per caso, audiolibri gratuiti da qualche parte online. Ho trovato un’app e ascoltato letteralmente il primo che mi è capitato tra le mani che non mi sembrasse un mattone. Ho anche avuto fortuna: mi incuriosiva questo libro. Sfortunatamente, d’altro canto, non posso dire che mi sia proprio piaciuto… o non piaciuto. In un paio di passaggi mi ha fatto sorridere, ma non è stato un ascolto appassionante. Comunque il mio primo audiolibro, ufficialmente.

Last Bus to Everland, di Sophie Cameron.
Avevo letto qualche mese fa il primo libro di questa autrice, che mi era piaciuto senza entusiasmarmi, e mi fa piacere constatare che questo mi è piaciuto molto di più. E’ una storia molto carina e un po’ bizzarra, con bei personaggi che avrei voluto vedere appena un po’ più sviluppati, al di là della diversità di ciascuno che è apprezzabile, ma in alcuni casi letteralmente l’unica cosa che li caratterizza. Però il libro si legge volentieri e il protagonista per una volta mi ha suscitato simpatia. Belle le molte citazione fandomiche, che sono sempre piacevoli da leggere. Avrei forse voluto un po’ più di spiegazione sugli elementi soprannaturali di questa storia, ma in fondo probabilmente nel caso di questo libro non era il senso della trama.

The War Outside, di Monica Hesse.
Questo è un libro molto interessante, soprattutto per la realtà storica sulla quale fa luce: quella dei campi di prigionia organizzati negli Stati Uniti per rinchiudere i cittadini di origine tedesca e giapponese (e italiana) durante la seconda guerra mondiale. E’ una realtà che da noi non si insegna neanche nelle scuole, figuriamoci essere qualcosa di cui si sente parlare al di fuori… ma per me, come la maggior parte degli avvenimenti storici meno conosciuti, è una realtà molto interessante da approfondire. Il libro la racconta bene, attraverso gli occhi di due protagoniste molto interessanti, e in una maniera molto umana che mi è piaciuta. Avrei voluto che la storia fosse più lunga e articolata, perché l’ambientazione mi stava affascinando e anche le storie delle due ragazze protagoniste avrebbero potuto essere raccontate più nel dettaglio. Ma il libro è molto valido e molto bello da leggere.

Nota per me: se voglio un ottobre tematico come si deve, è meglio che io abbia sempre in TBR almeno un libro di Mira Grant. Perché questo è il libro che avrei dovuto leggere in ottobre. Nello stile di questa autrice, il libro è cortissimo; eppure, in così poche pagine, riesce a rendere benissimo due cose: il rapporto di amicizia tra i protagonisti, e l’orrore agghiacciante della storia. Difficile chiedere di più, anche se, come la maggior parte dei libri di questa autrice, è finito troppo presto: non per la trama, no, perché il libro è perfetto dal punto di vista del ritmo e della storia; ma per quanto mi stavo divertendo a leggerlo e quanto ancora avrei voluto poter restare in quell’atmosfera.

The Crane Wife, di Patrick Ness.
Patrick Ness è uno degli autori di cui vorrei, un po’ alla volta, leggere tutti i libri. Purtroppo devo dire che questo non era esattamente nelle mie corde. Il realismo magico in questo libro è troppo opprimente, per così dire, troppo denso, al punto che la parte del libro che ho preferito è senza dubbio il punto di vista di Amanda che, fino all’ultima parte della storia, è lontana dagli avvenimenti più magici e presa da questioni molto più quotidiane e interessanti. I personaggi sono piacevoli, ma il libro è fin troppo faticoso da leggere per la semplicità della storia, proprio per gli elementi magici che risultano pesanti. Per contro la parte più mondana è scritta molto bene, e penso che sarebbero bastati riferimenti più leggeri.

The Last Life of Prince Alastor, di Alexandra Bracken.
Non è mai un’idea brillante far passare due anni tra la lettura di un libro e quella del suo seguito, e leggere questo libro un po’ me lo ha dimostrato: ho fatto tantissima fatica all’inizio a ritrovarmi nella storia, che riprende nel pieno dell’azione e praticamente un secondo dopo la fine del libro precedente. Nonostante la mia difficoltà iniziale, mi è piaciuto molto leggere questo libro, e ho ritrovato quasi tutti gli elementi che avevo amato nel primo (quasi. La mancanza della casa stregata si è sentita). Soprattutto la cosa che avevo preferito, il personaggio di Alastor, che in questa storia mi è piaciuto ancora di più che in quella precedente. Forse l’unica cosa che non ho apprezzato completamente è un po’ di confusione nel finale, che mi sembra sia la parte più debole del libro. Ma per la maggior parte, la storia è veramente carina e i personaggi ben pensati, quindi sono contenta della mia lettura.

Dispel Illusion, di Mark Lawrence.
Per cominciare: questo libro conclude una serie che segue un filo di avvenimenti molto complessi (con tante linee temporali diverse da seguire, soprattutto), e molto intelligentemente prima di iniziare fa un riassunto rapido delle puntate precedenti, per rinfrescare al lettore la memoria. Questa cosa può diventare una prassi comune? Per me è utilissima.
Venendo al libro, mi è piaciuto molto come si è conclusa la serie, e non mi è neanche venuto mal di testa per cercare di capire le meccaniche del viaggio nel tempo, cosa che era successa con il precedente. La storia si conclude bene, i personaggi mi piacciono sempre molto, anche se avrei voluto che in questo ultimo libro fossero un po’ più presenti gli amici del protagonista… in effetti, qualche seduta in più di D&D non avrebbe guastato, perché leggerle e indovinare come gli avvenimenti in game si ricollegano alla storia reale è una delle parti più divertenti di questa trilogia.

Wrap up della librovora Marty

Book Count: 6
Libri letti:

Supernova, di Marissa Meyer.
Cominciamo bene il mese con un attesissimo finale di serie. Solo qualche mese fa ho letto il secondo libro e non ne sono rimasta soddisfatta. Ho comunque deciso di finire la lettura e non lasciare in sospeso la serie, e ho fatto benissimo, perché la conclusione è bellissima. Finalmente tutti i nodi vengono al pettine, anche i dettagli che non sembrano importanti poi lo diventano e anche qualcosa di più. Al contrario del libro precedente, fin dall’inizio il libro è pieno di azione e di colpi di scena, ma anche di momenti di riflessione che però non rendono lenta la storia. Ma soprattutto, fra i tre della serie, questo è stato il libro che più mi ha fatto pensare alla distinzione tra le due fazioni, perché non c’è una chiara distinzione tra bene e male; come nella realtà, dove nessuno è buono o cattivo. Insomma, una degna conclusione di una trilogia.

Nimona, di Noelle Stevenson.
Ho riletto questo libro per il Triwizard Tournament Readathon, e anche perché la prima volta l’ho letto molto di fretta e non me lo sono goduto appieno. Mi sono ricordata perché mi era piaciuta tantissimo questa storia. E’ essenzialmente completa: c’è magia, azione, amicizia, umorismo e anche un accenno di storia d’amore. E’ una storia che incanta, perché parte sembrando molto divertente e leggera, ma diventa sempre più seria e a tratti anche triste e malinconica. Se è possibile l’ho letta ancora più velocemente della prima volta.

Call Down the Hawk, di Maggie Stiefvater.
Ero sia contenta che in ansia per l’uscita di questo libro. Contenta perché i personaggi della serie originale mi erano piaciuti tanto e avrei voluto rivederli. In ansia perché, dopo quattro libri e una novella, conosco il metodo di scrittura dell’autrice, che tende a non dare molte risposte nei primi libri della serie, ma solo quando ci avviamo alla conclusione. Quindi leggere solo il primo libro della serie si sarebbe potuto rivelare poco soddisfacente. Diciamo che sì, questo libro ha aperto molte domande; sì, non ha dato molte risoluzioni, ma solo quelle necessarie per andare avanti con la trama principale della serie; e sì, sarebbe meglio leggere tutto insieme per una comprensione migliore della storia. Ma comunque, alla fine, i personaggi ritrovati sono ancora migliori, i personaggi nuovi sono altrettanto interessanti, e quindi sono stata contenta di averlo letto.

The Toll, di Neal Shusterman.
Wow. Una conclusione degna della serie, cioè fantastica. All’inizio della lettura ho avuto alcuni dubbi sull’allineamento temporale degli eventi; poi, dopo diversi capitoli, tutto ha cominciato a essere leggermente più chiaro. Tranne i sotterfugi del Thunderhead. Quelli non li avrebbe capiti neanche un genio.
Ma comunque ho trovato questo libro all’altezza degli altri due: non mi è piaciuto nè più, nè meno, ma è rimasto perfettamente in equilibrio tra la fine un po’ amara di Scythe e il cliffhanger mostruoso di Thunderhead. Poi, non so come faccia questo autore a introdurre nuovi personaggi nella storia, dopo aver già scritto due libri, e far sembrare che siano sempre stati lì e abbiano sempre avuto uno scopo nella trama. Ma lo fa benissimo, e alcuni di questi li ho anche adorati, quindi non ci lamentiamo. 

Seta, di Alessandro Baricco.
Per qualche strano miracolo ho scoperto che hanno fatto l’audiolibro di questo libro. Quindi l’ho solo ascoltato, perché è veramente corto e in poco più di un’ora l’avevo finito. Mi piace come scrive Baricco, lo stile quasi poetico mi ha incantato molto velocemente. In fin dei conti, questa è una storia d’amore un po’ strana e non come ce la si aspetta dalle premesse, ma l’amore c’è; per il Giappone nelle descrizioni dell’autore, e, insieme alla nostalgia, per una vita che forse il protagonista non ha apprezzato fin da subito, ma che alla fine riconosce essere quella adatta per lui.
Passaporto Nuove Scoperte: Novembre

La città dei libri sognanti, di Walter Moers.
E dopo questa, chi mi dice che non seguo i consigli libreschi lo do in pasto al ragnxxxxo. Tenendomi molto a distanza, vista la natura ragnxxxxosa di questo non tanto simpatico animaletto. (Mi dispiace care amiche librovore, ma quel capitolo proprio non ce l'ho fatta a leggerlo. Date la colpa a descrizioni troppo descrittive).
Ebbene sì, dopo tanta sofferenza e continui rinvii, anche l'ultima librovora è andata alla scoperta della terra da cui proviene. Iniziamo dicendo che normalmente non amo le descrizioni particolarmente lunghe, ma mi è piaciuto moltissimo la parte in cui l'autore descrive Librandia mentre il protagonista passeggia per le sue vie. Le mie colleghe librovore mi terranno il broncio per qualche minuto, ma una cosa che non mi è piaciuta è stato il concerto delle trombuccine. L'ho trovata una distrazione dalla storia che stava finalmente prendendo il via. Ma arriviamo ai librovori tremendi. Che belli, che dolci, altro che tremendi, questi librovori sono proprio carucci. Diciamo che, a parte alcune creature non proprio carine, la lettura è andata abbastanza liscia e il viaggio che ho compiuto molto interessante. La parte che mi è piaciuta di più è stata quella sul Re delle Ombre, anche se ho dovuto saltare qualche descrizione del Castel Ombrate, sempre per problemi di carattere animale (sì, gli stessi animali che cito sopra, sempre quelli).
Reading Challenge: Un libro con la parola libro nel titolo.


Wrap up della librovora Gioneb

Book Count: 11
Libri letti:

La conseguenza, di Rhidian Brook.
Ho letto molti libri legati alla seconda guerra mondiale, ma è la prima volta che vedo questa parte della storia: il libro è ambientato in Germania subito dopo la fine della guerra e racconta della convivenza forzata tra inglesi e tedeschi in una Amburgo semidistrutta tra povertà, paura e nessuna fiducia l’uno nell’altro. La storia ruota attorno alla famiglia inglese Morgan che, occupando la casa dei Lubert, fa un gesto impensato: permettere ai proprietari tedeschi di restare nella casa per condividerla. Questo libro ti prende e ti trasposta nell’Amburgo del dopoguerra e per una volta non ci sono i Cattivi (le SS), non c’è da scegliere da che lato stare. Tutti i personaggi hanno subito in qualche modo le conseguenze di una guerra disastrosa come è stata la seconda guerra mondiale e questo romanzo non fa altro che presentarli come esseri umani, nel bene e nel male. 

La maschera di Innsmouth, di Giny Valrís.
Questo libro è stato il mio primo libro game e sono stata felicissima di riuscire a salvarmi: l’ambientazione è tratta dall’omonimo libro di H.P. Lovercraft e, pur non avendo letto niente di suo, avevo paura di finire il gioco morendo male o impazzendo. 

Il caso Kaufmann, di Giovanni Grasso.
Il libro è molto scorrevole nonostante ruoti attorno ad un argomento pesante come la vita degli ebrei in Germania durante il periodo nazista. Questa sua scorrevolezza è probabilmente dovuta al fatto che lo stile dell’autore ti permette di entrare  fin da subito nel clima e nella mentalità dell’epoca.
Non mi sono innamorata dei personaggi, non rientrano neanche tra i più belli che ho mai incontrato, ma mi è dispiaciuto dire loro addio perché sono veri, persone con i loro pregi e difetti.
Un consiglio: leggete anche la postfazione del libro per capirne meglio il significato.

La maschera di Innsmouth, di Giny Valrís.
Non mi sono sbagliata e inserito due volte questo libro, ma ho voluto rileggerlo per vedere un finale diverso dal precedente: cambiando qualche scelta rispetto alla prima volta, facendo tutto il contrario di quello che secondo me era più ovvio fare, sono riuscita a morire male! 

Gemina, di Amie Kaufman e Jay Kristoff.
Gemina è il seguito di Illuminae e, inizialmente, mi ha spiazzato che parlasse di totalmente altri personaggi. In questo seguito la narrazione si sposta in tutt’altro luogo con tutt’altri problemi. È stato come ripartire da zero e, visto che mi ci è voluto molto ad apprezzare la protagonista, il libro ci ha messo tempo a prendermi. Come nel libro precedente, la narrazione è composta da una serie di chat e trascrizioni di video, ma qui troviamo in più disegni tratti dal diario della protagonista (i disegni sono di Marie Lu). Nella trama non ho trovato elementi che esulano da quelli classici della fantascienza; poi arriva il punto in cui si capisce il significato del titolo e la storia diventa più interessante.
Reading Challenge: Un libro con un segno zodiacale nel titolo.

La lettera, di Kathryn Hughes.
Il libro è diviso in tre parti; la prima parte mi è piaciuta molto perché affronta un tema importante/pesante come la violenza domestica, quindi porta ad aspettarsi un libro con un certo tono.
Le altre due parti, invece, abbassano il livello di serietà del libro, e in questo modo “stonano” rendendolo totalmente diverso. La terza parte, con l’introduzione di un nuovo personaggio, è un po’ più interessante. 
In conclusione è una buona lettura da fare quando si vuole qualcosa di leggero, ma non troppo scontato; ma la prima parte ha un’intensità molto diversa.

Obsidio, di Amie Kaufman e Jay Kristoff.
Questo ultimo libro della serie The Illuminae Files ha qualcosa in più degli altri. La differenza, forse, sta solo nel fatto che per la prima volta la storia raccontata non è quella di perfetti sconosciuti, ma ritroviamo i personaggi dei libri precedenti. Questo libro è un finale di una serie scritto nel verso giusto: tutto si conclude in un modo soddisfacente e con i tempi giusti: spesso capita, infatti, che i finali siano troppo affrettati e messi lì solo perché in qualche modo la storia deve finire; questo no.
Reading Challenge: Un libro ambientato nello spazio.

Questo libro è composto di tanti pensieri dell’autore su tanti argomenti diversi. Il tema centrale, però, può essere riassunto in, e cito dalla sinossi: “Un pianeta frenetico e nervoso sta creando vite frenetiche e nervose”. Il libro è, quindi, un insieme di consigli, pensieri e racconti di esperienze che l’autore condivide con la speranza di aiutare qualcuno a migliorare un pochino la propria vita. Per quanto sia d’accordo con quasi tutto quello che dice, alla fine il libro non mi ha lasciato molto, forse solo perché, per mia fortuna, non mi faccio influenzare da questo mondo nervoso.
Però ogni tanto mi fermo e osservo il cielo e mi ricordo che era uno dei suoi consigli.
Seguo l’autore su Twitter e ho letto un altro suo libro; e leggendo questo, mi sono spesso chiesta: possibile che un autore mi possa risultare antipatico solo per come scrive? Non ho niente contro quello che scrive, anzi, lo condivido; ma non riesco a non pensare che ci sia qualcosa nel suo modo di scrivere che mi dà fastidio a pelle.

Seta, di Alessandro Baricco.
Non ho votato questo libro al club di lettura perché mi ricordavo di non aver avuto una buona esperienza con Baricco l’ultima volta che ho letto qualcosa di suo. Non mi ricordo però quale fosse il libro in questione, perché sono passati anni. Seta mi ha fatto rivalutare l’autore, perché mi è piaciuta molto l’atmosfera di questo libro e il modo di descrivere i momenti brutti, come la guerra in Giappone, mostrando solamente la parte umana di essi.

Avevo riposto molta speranza in questo libro, ma il motivo che mi ha fatto decidere di abbandonarlo è che non mi piace lo stile dell’autrice: non riuscivo a leggere più di qualche frase alla volta. Oltre a questo, continuavo a leggere cose scontate e poco interessanti.

DNF

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