3 dicembre 2017

Top Ten delle mie serie preferite

Top Ten delle mie serie preferite
a cura della librovora Marty

Le mie colleghe librovore sanno che sono un’accanita lettrice di serie. Certo, alle volte mi piace leggere anche libri autoconclusivi, ma ci sono storie a mio parere per cui un libro non basta, addirittura non ne bastano, e che quindi si trasformano in una serie.
In questa top ten ho cercato di fare una scrematura di serie che mi hanno veramente fatto emozionare e rimanere incollata alle pagine per tutta la loro durata, e non è stato facile, per niente. Ho cercato di limitarmi a serie concluse o di cui non ci sono ancora i prossimi libri, ma che hanno già una trama ben delineata e so che mi piaceranno sempre di più andando avanti. Quindi bando alle ciance e cominciamo!





The Paper Magician, di Charlie N. Holmberg
Partiamo da una delle letture più recenti, una saga che personalmente trovo un capolavoro della leggerezza, ma che allo stesso tempo ha una trama avvincente e alle volte complicata.
Ambientata nella Londra inizio ‘900, è una storia in cui la magia è utilizzata per dare vita alla cose materiali, come la carta, protagonista di questa avventura.
Ho scelto di leggere questa serie per via della mia passione per gli origami e devo dire che è stata una delle letture più scorrevoli che abbia mai fatto. Non spicca certo per la complessità della trama, né per grossi colpi di scena (anche se qualche momento che mi ha fatto restare con il fiato sospeso c’è stato), ma è proprio questa la bellezza di questa serie: la semplicità nella narrazione e l’atmosfera creata dall’autrice.

Una delle prime serie che abbia mai letto, quando ho cominciato ad affacciarmi al mondo del fantasy.
È stata la mia prima esperienza con l’high fantasy e sono rimasta affascinata dall’ambientazione oscura, nonché da una protagonista che all’inizio non è sicuramente l’eroina ideale, anzi assomiglia di più ad un’assassina assetata di sangue che si trova perfettamente a suo agio sul campo di battaglia, mietendo vittime con una facilità spaventosa.
Nihal saprà affrontare i suoi orrori e trarre la sua forza dalle persone che le stanno vicino, come Sennar, Laio, Ido e il fedele drago Oarf, persone che la sostengono psicologicamente, come anche nella battaglia contro il Tiranno e nelle mille avventure che deve sostenere per sconfiggerlo.
Non mi dispiace di certo il fatto che la serie sia di una scrittrice italiana quindi non risenta di problemi traduzione.



La trilogia delle gemme, di Kerstin Gier
Comprende: Red, Blue, Green
Quando ho letto la trama di questa serie, ho subito pensato che questa trilogia non sarebbe stata una lettura semplice. Visto che tratta di viaggi nel tempo, ho pensato: “chissà quanti paradossi si andranno a creare!”. Invece iniziando a leggere mi sono accorta che la trama scorre con una velocità impressionante e ad un ritmo serrato, senza un minuto di respiro, e fa venir voglia di andare avanti per scoprire cosa succederà. Sì, la trama è intricata, ma la scrittrice è stata bravissima a rendere un argomento difficile, come quello del viaggio nel tempo, facile da seguire, anche con l’alternanza di momenti di tensione per i protagonisti a momenti di svago in cui il tono viene alleggerito.
Certo, forse questa leggerezza nella trama non ha permesso che i vari misteri che vengono proposti, soprattutto all’inizio del libro, rimanessero misteri a lungo, ma di certo il colpo di scena alla fine del terzo libro e la scoperta dell'identità di un personaggio in particolare, compensano altamente per la poca suspance durante la lettura. Ho apprezzato il fatto che la storia d’amore, pur essendo uno dei punti focali della trama, non interferisce con la missione dei protagonisti. Nota di merito per i personaggi di Xemerius e James che sono quelli che contribuiscono di più alla parte spiritosa della storia.

The Lunar Chronicles, di Marissa Meyer
Comprende: Cinder, Scarlet, Cress, Winter
Ho iniziato questa serie perchè la premessa diceva che si trattava di un retelling di varie fiabe, ed è assolutamente vero!
Quello che non mi aspettavo, però, era l’ambientazione epica, lo svolgimento della trama, e il modo in cui le storie di tutti e otto i protagonisti vanno ad intrecciarsi.
Ci troviamo in un futuro a metà tra il fantasy e il distopico, in cui da una parte abbiamo la Luna, popolata da persone in grado di condizionarsi la mente a vicenda, facendo fare e vedere agli altri quello che più desiderano; e dall’altra la Terra afflitta dalla peste che sta velocemente decimando la popolazione.
I titoli dei libri si riferiscono alle quattro protagoniste degli stessi, che possono all’inizio sembrare le solite ragazze indifese, ma che troveranno la grinta di affrontare una rivoluzione mondiale che le vede al centro dell’attenzione, con l’aiuto dei loro “principi”, che principi proprio non sono (beh, eccetto uno!).
La Meyer ha creato una storia in cui non puoi far altro che andare avanti a leggere per scoprire cosa succederà e per districare tutti i nodi che si vengono a creare nel primo libro.
Parlando dei libri presi singolarmente, devo dire che sicuramente Cinder è un inizio con il botto, in cui scopriamo parecchi archi narrativi, e che già mette dei paletti fondamentali per i libri successivi; Scarlet può risultare più distaccato dal resto della serie perché metà del libro è ambientata in una location completamente diversa da quella a cui eravamo abituati e che potrebbe sembrare non inerente alla trama, ma che avrà un suo sorprendente perché. Ma è dal terzo libro , Cress, che viene alzata l’asticella e la storia entra veramente nel vivo, per poi concludersi con una magnifica e lunga risoluzione degli eventi in Winter, che non mi ha fatto alzare gli occhi dalla lettura per ben 800 pagine.
Qui non è menzionato, perché è una side-story, ma della stessa saga abbiamo anche Fairest, che è la storia di come il cattivo di turno è diventato tale, e che è sorprendentemente altrettanto ricco di intrighi politici quanto i libri principali, nonostante sia solo un racconto. Devo anche ammettere che qualche lacrimuccia l’ho versata, verso la fine.

Shades of Magic, di V.E. Schwab
Ed ecco una delle serie più belle che ho letto quest’anno. Anche questa è ambientata a Londra, ma non in una sola Londra, bensì in almeno tre differenti versioni della città: la Londra grigia, la Londra rossa e la Londra bianca.
Tre versioni della stessa città e l’unica cosa che le differenzia è l’uso della magia dei rispettivi abitanti.
Abbiamo quindi una Londra quasi sopraffatta dalla magia, una in cui invece esiste a malapena e la Londra nel mezzo di queste due, che tenta di mantenere l’equilibrio tra tutte e tre le città. In tutto questo solo gli Antari, persone che usano una magia particolare che utilizza il sangue, possono viaggiare da un mondo all’altro. Uno dei personaggi principali è proprio uno dei pochissimi Antari rimasti e si troverà al centro di una guerra per la conquista delle città, a combattere contro una magia oscura e antica. Questa magia viene quasi trattata come un personaggio, in quanto è descritta come cosa animata e viva, non sempre buona, ma che si fonde con i vari mondi e ad ognuno di esso dà una propria identità.
Ho amato profondamente lo stile dell’autrice e la fantasia che ha dimostrato nel creare questa serie; è stata capace di farmi amare questi libri in maniera spropositata e di sorprendermi ad ogni parola, ad ogni azione che compiono i personaggi, con rapporto che si va a creare tra di loro, ma anche con quello che esiste già e che va a rafforzarsi nel corso della storia, in maniera splendida.


The Illuminae Files, di Amie Kaufman e Jay Kristoff
Comprende: Illuminae, Gemina, Obsidio
Lo so, questa serie non è ancora finita, ma per me si è trattato di una vera rivelazione dell’anno, quindi non potevo non inserirla nell’elenco.
Come ho già detto nella recensione di Gemina, il secondo libro della saga, questa è la serie che mi ha fatto scoprire un nuovo genere letterario: la fantascienza.
Ho sempre pensato che la fantascienza fosse fatta di robot, pianeti lontani, navicelle spaziali supersoniche, anni luce etc… cose insomma di cui è difficile tenere il conto, troppo complicate per essere seguite senza avere una mente superiore!
Invece qui abbiamo una guerra fra corporazioni che coinvolge strettamente anche i civili, quindi con concetti facili da capire.
Sicuramente la cosa bella di questa serie è anche che non è scritta in una maniera convenzionale, perché è costruita come una raccolta di file, conversazioni scritte e disegni che raccontano la storia in maniera interattiva, coinvolgendo il lettore nella trama!
Tutto questo, unito ad una serie di personaggi molto intelligenti e coraggiosi, colpi di scena spettacolari e un’intelligenza artificiale completamente fuori di testa (ma che è comunque il mio personaggio preferito), ha fatto in modo che io stessi già facendo il conto alla rovescia per il terzo libro due minuti dopo aver finito il secondo.


Ok, lo ammetto, sto barando. Questa serie io ancora non l’ho finita (il terzo ed ultimo libro è già stato pubblicato), ma non potevo non inserire in questo elenco una delle serie di Rick Riordan, e questa trilogia, pur essendo l’ultimo dei suoi lavori, mi ha letteralmente rubato il cuore!
Posso affermare che, anche se è parte della stessa saga di Percy Jackson, secondo me questa trilogia è completamente differente dalle altre sue compagne, e forse è proprio per questo che ha ottenuto un gran successo.
Prima di tutto, il protagonista muore già nelle prime venti pagine del primo libro, e si trova risucchiato in un mondo in  cui si prova il proprio valore combattendo. Il problema è che lui non è un eroe, non è un guerriero, non gli piace proprio combattere, e il bello di questa storia è che non dovrà scegliere di fare qualcosa che non gli piace per salvare il mondo. Potrà sempre contare sull’aiuto di un gruppo di persone un po’ disadattate, come un elfo sordo, un nano non esattamente esperto nell’arte di fabbricare oggetti, una valchiria divisa fra il suo dovere verso le divinità nordiche e la propria religione, e tanti altri che verranno fuori nel corso della storia, e che lo aiuteranno nelle sue imprese.
Come al solito per questo autore, la scrittura è esilarante e le divinità nordiche sono pazze quasi quanto quelle greco-romane.

The Mortal Instruments, di Cassandra Clare
Ma passiamo al mio amore per la vita (letteralmente, visto che questa saga è più lunga di una vita!). Devo ammettere che ho scoperto questa saga grazie alla serie tv, che mi piace tanto, ma che non preferisco certo ai libri.
Come dice Jace: “Tutte le storie sono vere”; quindi ci troviamo in una New York in cui demoni vagano tra la popolazione ignara, e solo gli Shadowhunters, persone metà umane metà angeli, sono in grado di distruggerli e rimandarli nella loro dimensione. Non abbiamo solo angeli e demoni, ma anche lupi mannari, vampiri, stregoni e fate; e alcuni di questi saranno tanto importanti quanto gli shadowhunters all’interno della storia.
Devo dire che la serie l’ho profondamente adorata e letta con una velocità impressionante anche per i miei standard, ma che ho apprezzato di più i personaggi secondari rispetto a quelli principali. Clary e Jace sono due Shadowhunter con i fiocchi, che farebbero di tutto per proteggere le persone che amano, ma i loro drammi familiari e sentimentali non mi hanno colpito più di tanto.
Ho invece apprezzato di più Izzy, Simon, Alec, Magnus (*_*), Luke, Maia e Jordan. Praticamente tutti questi personaggi hanno una crescita impressionante nel corso di questi sei libri, cosa che li fa apprezzare ancora di più.
Tanto di cappello per il personaggio di Valentine, e per suo figlio, che sono dei degni cattivi di questa serie: pazzi, ambiziosi e pericolosi al punto giusto.
E come non citare Magnus Bane, il personaggio dei personaggi, il più pazzo, divertente e imprevedibile di tutti, ma anche il più saggio… sono profondamente convinta che senza di lui gli Shadowhunters non sarebbero arrivati da nessuna parte la metà delle volte, e sono contentissima che non solo sia presente sempre nei momenti giusti in questa serie, ma che possiamo apprezzarlo anche in tutti gli altri libri della saga, perchè è praticamente onnipresente!

The Infernal Devices, di Cassandra Clare
E se ho parlato benissimo di TMI (The Mortal Instruments), parlerò ancora meglio della serie TID (The Infernal Devices), sempre ambientata nel mondo degli Shadowhunters; ma questa volta saremo trascinati indietro nel tempo, nella Londra vittoriana; prima di Valentine, ma non senza problemi. Ho apprezzato questa serie ancora di più della precedente, un po’ per l’ambientazione, un po’ per i personaggi; perché, se in The Mortal Instruments ne preferivo solo alcuni, qui non posso assolutamente dire lo stesso! Ho adorato praticamente tutti: i protagonisti, in primis Tessa, ragazza curiosa e alle volte fastidiosa, ma con un gran cuore; Will, cacciatore arrogante, ma che nasconde un lato tenero sotto la sua armatura; infine Jem, molto sensibile e pacato. Proseguiamo poi con i personaggi meno centrali per la storia: Henry, buffo ma geniale, e Charlotte, la sua esasperata dolce metà, che sono i capi dell’instituto di Londra; Sophie, un’umana in grado di vedere il mondo delle ombre; Cecily, testarda e determinata; Gabriel e Gideon, due antipatici fratelli che sorprenderanno; persino quella spocchiosa mondana di Jessamine. Non ce n’è stato uno che mi abbia deluso e che abbia fatto un percorso di crescita minore degli altri, perchè alla fine della trilogia tutti i personaggi sono maturati molto rispetto all’inizio.
Non mancano certo gli intrighi, politici e non, le battaglie, e i personaggi cattivi, che non sono esattamente al livello dei Morgenstern, ma che daranno parecchio filo da torcere ai Nephilim. E anche qui abbiamo Magnus Bane, stravagante come sempre e ancora più eccentrico, il che è sempre una cosa positiva!

Harry Potter, di J.K. Rowling
Ed eccoci arrivati qui! L’ho lasciata per ultima perché questa per me è la serie delle serie, il mio primo amore letterario, i libri che mi hanno introdotto al mondo della lettura e del fantasy, i libri che mi hanno fatto amare la lettura. Insomma, senza questa serie non sarei qui a fare questa top ten oggi.
Se mi chiedono quale libro consiglierei, la mia risposta è sempre “Harry Potter, baby!”, perché tutti meritano di andare ad Hogwarts almeno una volta nella vita, tutti dovrebbero conoscere la grande amicizia che lega Harry, Ron e Hermione, tutti dovrebbero ridere almeno una volta per gli scherzi di Fred e George e per la genialità di Luna, tutti dovrebbero rimanere sbalorditi di fronte alla pazzia di Bellatrix Lestrange, e tutti devono odiare almeno una volta nella vita Dolores Umbridge. E se non l’avete ancora letta… perché siete ancora qui?! Andate e leggete!

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