6 maggio 2021

Recensioni a tema, Maggio 2021

 

Recensioni a tema, Maggio 2021


La Librovora Marty non è stata affatto contenta del sorteggio che c’è capitato questo mese per questa rubrica. Infatti il tema del mese è eventi storici poco noti, e la nostra cara librovora, a differenza delle sue due colleghe, non è un’amante del genere Historical Fiction. Ma si è adattata e ha trovato qualcosa di cui parlare, quindi tutto è bene quel che finisce bene… 



Librovora Gioneb: Sarà perché è passato da poco il 25 aprile, ma, guardando il tema, mi è subito venuto il mente The Women in the Castle, di Jessica Shattuck, in quanto ho scelto di leggere il libro perché pensavo parlasse della resistenza tedesca e del tentato omicidio fallito contro Hitler. Il fatto è che raramente viene raccontato di quella parte di tedeschi che hanno provato ribellarsi al Nazismo… o comunque, io ne ho sentito parlare molto poco. Immagino che studiando la letteratura tedesca le cose siano diverse, ma in Italia si fa ancora di tutta l’erba un fascio e si considerano cattivi tutti i tedeschi vissuti in quel periodo. Nei romanzi storici che ho letto, ho sempre incontrato singoli tedeschi che facevano il doppio gioco, mai una vera organizzazione come lo è stata quella dei nostri partigiani. Più spesso i protagonisti dei romanzi con questa ambientazione sono ebrei o uomini che sono divenuti nazisti per necessità. Si è spesso indagato su cosa abbia portato i tedeschi a fingere di non capire cosa stava succedendo, tema molto affascinante, piuttosto che soffermarsi su chi non era d’accordo.

Quando ho presentato The Women in the Castle, ho detto che pensavo parlasse di quest’argomento. Ho usato la parola pensavo perché in realtà si parla poco e niente dell’attentato e degli uomini che c’erano dietro: il romanzo è tutto incentrato sulla sopravvivenza delle protagoniste e le interazioni tra loro. Anche in Wolf by Wolf, di Ryan Graudin, si parla della resistenza e di attentati a Hitler, ma il libro è un distopico e parte dal presupposto che la Germania abbia vinto la seconda guerra mondiale.



Librovora Marty: Ancora una volta non è uscito un tema semplice per me (per chi non lo sapesse, non leggo molti Historical Fiction), ma poi ho ricordato recentemente di aver ascoltato un audiolibro, la trasposizione del libro A History of What Comes Next, di Sylvain Neuvel. Il libro parla dei Kibsu, una razza chiaramente aliena che, attraverso centinaia di generazioni e di coppie Madre-Figlia, ha l’unico obiettivo di aiutare la civiltà umana a sviluppare il volo spaziale e, alla fine, lasciare il pianeta, per garantire un’eventuale sopravvivenza propria e anche della specie umana. Tutto questo ovviamente viene fatto cercando di preservare il segreto della loro esistenza e delle loro conoscenze, anche se ciò significa spargimenti di sangue per mantenere questo segreto. Inoltre, nel corso della lettura, con l’ausilio di moltissimi flashback, si possono intravedere le diverse generazioni dei Kibsu che si intrufolano in eventi storici per influenzarli. 

All’inizio del libro la coppia madre-figlia attuale, Sarah e Mia, aiuta a fuggire il costruttore dei razzi tedeschi, Werner von Braun, dalla germania nazista, per poi aiutare i sovietici, rappresentati da Sergei Korolev, ad avvantaggiarsi nella corsa allo spazio, perché i Kibsu intravedono un potenziale che permetterà di avvicinarsi allo spazio il prima possibile. Le due donne si troveranno a lavorare con scienziati illustri a Mosca e, nel periodo di massima importanza per la corsa allo spazio, si ritroveranno anche in America, alla NASA, a lavorare nella posizione di “computer”, ovvero chi faceva i calcoli per le rotte dei lanci. Quest’ultimo periodo è molto noto alla storia, ma le prime fasi, che cominciarono alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sono quasi sconosciute; e nomi di scienziati, come quelli citati prima, sono per lo più ignoti. Per conoscere meglio questi avvenimenti alla fine del libro l’autore ha scritto alcune note finali parecchio estese, in cui spiega come ha incorporato nella storia avvenimenti realmente accaduti, e in cui menziona parecchi nomi dimenticati ma di rilievo.


Librovora miki_tr: Forse non tutti sanno che, negli anni venti del novecento, il regime fascista dichiarò illegale lo scoutismo, e sostituì tutte le attività di aggregazione giovanile con l’Opera Balilla, che divenne di fatto l’unica risorsa educativa disponibile nell’Italia di quegli anni al di fuori della scuola. Da allora, ancora fino ad oggi, gli scout hanno un modo particolare di scambiarsi la pace durante la Messa, che è nato per permettere loro di identificarsi durante la dittatura, anche senza uniforme. Ho fatto parte per anni di un gruppo scout ed è lì che ho scoperto una parte molto poco conosciuta di storia, che è quella che ispira il libro Ribelli in fuga, di Tommaso Percivale. L’ispirazione di questa storia viene dalla vicenda realmente accaduta, quella di un gruppo scout chiamato Aquile Randagie, che continuò in segreto le sue attività anche nel periodo del divieto, e non solo. Le attività scout sono molto incentrate sulla conoscenza della natura e sulla strada, il che portava i membri del gruppo ad avere un’ottima conoscenza dei sentieri montani, sicuramente migliore di quella delle guardie di confine. In questo modo le Aquile Randagie, e altri gruppi come loro, aiutarono centinaia di ebrei e perseguitati politici ad espatriare e rifugiarsi in Svizzera. L’autore riporta in una nota che il gruppo delle Aquile Randagie aiutò a fuggire almeno duemilacentosedici persone. Questo piccolo pezzetto di storia è sconosciuto ai più, e Tommaso Percivale, pur non essendo mai stato scout, nel libro aiuta a scoprire come è nata questa ribellione, e soprattutto perché. Anche se le vicende narrate sono inventate, così come pure il paese in cui si svolge la storia e tutti i personaggi, è facile immaginare che quanto è realmente accaduto sia stato molto simile; è facile anche ricordare cosa significa essere scout, leggendo il libro, e sono proprio questi elementi che mi spingono a consigliare caldamente questa lettura.


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