Wrap Up: Dicembre 2018
Ok, volevamo scrivere, come al solito, due righe per sintetizzare i nostri risultati librovori per il mese di dicembre. Ci abbiamo pensato e ripensato, ma fondamentalmente il concetto questo mese si riduce ad un libro: Queen of Air and Darkness, di Cassandra Clare, che, oltre ad essere un tomo notevole, con le sue novecento e passa pagine, è anche stato uno di quei libri che ci hanno tenute incollate fino alla fine. E di cui vi parleremo ancora, fino alla nausea. Quindi, al di là di questa lettura significativa, vogliamo scoprire che cosa abbiamo letto questo mese?
Wrap up della librovora miki_tr
Book Count: 7
Libri letti:
Through Blood, Through Fire, di Cassandra Clare e Robin Wasserman.
Probabilmente il racconto di questa antologia che mi ha fatto meno impazzire, sia perché è veramente un po’ troppo sdolcinato e povero di trama, sia perché la grande rivelazione era qualcosa che avevo già indovinato sarebbe successo… nonostante questo, chiaramente, l’ho amato lo stesso.
Queen of Air and Darkness, di Cassandra Clare.
Difficile commentare questo libro… sicuramente il migliore di questa trilogia, il che mi fa pensare che veramente la Clare sia molto più brava con le conclusioni che con il resto. Non ho intenzione di rischiare il benché minimo spoiler per nessuno, quindi dirò solo che sono soddisfatta di come le cose si sono risolte per la maggior parte dei personaggi, e molto curiosa di sapere cosa succederà andando avanti con la storia, perché le premesse lasciate aperte dal finale sono intriganti. Oh, e se qualcuno se lo sta chiedendo, continuo a non sopportare Cristina. Ormai la mia è una specie di crociata.
The Zero Blessing, di Christopher G. Nuttall.
Questo è un libro molto carino. Non sono sicura di essere ansiosa di continuare la serie, perché sto ripensando per l’anno nuovo il modo in cui decido di gestire proprio la lettura delle serie, ma sicuramente mi sono divertita a leggere questo libro. La storia non è particolarmente geniale, forse, ma ci sono dettagli molto carini e, un po’ a sorpresa, l’ambientazione “scuola di magia” per una volta non mi ha delusa (mi capita spesso, da quando ho letto Harry Potter…)
Alfabeto Challenge: Lettera Z
A Christmas Carol, di Charles Dickens.
Mi è sempre piaciuta questa storia, fin da quando ero bambina. Ho deciso quindi di leggerla in lingua originale, e questo in realtà è stato un po’ controproducente: non so cosa ci sia nel linguaggio che usa Dickens ma, non per la prima volta, devo ammettere che non sono così ferrata in inglese da leggere uno dei suoi libri senza faticare. Una lettura da un paio d’ore mi ha portato via molto più tempo del dovuto, e un po’ il mio divertimento ne ha risentito. Penso che, d’ora in poi, se vorrò leggere altri suoi libri, mi limiterò alle traduzioni.
Un Classico al mese: Novembre
The XY Axis, di Karin Bishop.
Cose che mi danno fastidio in questo libro:
1) Stereotipi di genere. Viene continuamente rimarcata la femminilità della protagonista in relazione a quanto le piaccia truccarsi, fare shopping, indossare gonne corte, avere un bel sedere, vestirsi in modo da mettere in evidenza il seno. Chiaramente non è un maschio: non le interessano gli sport, non fa casino, la sua unica amica è una ragazza, non ha mai mostrato interesse per il sesso... Potrei andare avanti per ore. Sono stata una ragazzina di tredici anni, e il fatto che all’epoca non mi interessasse più di tanto portare i tacchi, guardare i ragazzi, farmi guardare le tette, non cambia affatto il mio genere. Stereotipi su stereotipi usati per rimarcare differenze tra i generi date per assodate, ma talmente superficiali da risultare offensive per chiunque non abbia avuto un’adolescenza perfettamente conformata a quella che viene considerata arbitrariamente la norma. Per rendere l’idea: Michelle si trucca e mette un bel vestito, si siede composta, e finalmente si sente femminile! Come se in tuta da ginnastica sul divano a mangiare patatine fosse meno una ragazza. E’ vergognoso.
2) I personaggi sono di una piattezza che raramente ho trovato in qualcosa di pubblicato professionalmente. Nessuno di loro ha la benché minima personalità, nessuno di loro è minimamente interessante e, al di là della loro identità sessuale e di genere, non abbiamo idea di che cosa abbiano nella testa. Non c’è coerenza tra un’azione e quella successiva di nessun personaggio. Solo spintoni per mandare avanti la trama.
3) Trama che, per altro, è inesistente. Mi verrebbe da dire che ho letto fanfic con una struttura simile (mettere i personaggi davanti a situazioni casuali e stereotipate, e farli reagire sempre e comunque in maniera banale e tesa a rimarcare il loro concetto di base), ma, ad essere onesta, ho chiuso fanfic del genere dopo due capitoli molto più spesso di quante ne abbia davvero lette. Il novanta per cento delle fanfic di cui sono arrivata alla fine erano fatte meglio.
4) Di grazia, quando diamine è ambientato questo libro? La protagonista ha tredici anni, ma ci sono parti in cui la società nella quale ha tredici anni è quella degli anni ottanta, e parti chiaramente ambientate ai giorni nostri. Mi spiego meglio, spoilerando giusto i primi due o tre capitoli: il padre di Michelle (la nostra protagonista) muore quando lei ha sei o sette anni. Muore di AIDS, malattia che ha contratto con una trasfusione. Quanti diamine di decenni sono che le trasfusioni vengono controllate per le malattie che possono portare al ricevente? Ho chiesto a Google: in Italia, dal 1987. Perché il padre possa essersi ammalato in questo modo, il libro dovrebbe essere ambientato al massimo nel duemila. In realtà, tutto fa pensare che sia ambientato ancora prima: quando il padre si è ammalato, il pensiero comune era che l’AIDS fosse una malattia che contagiava solo gli omosessuali, il che ha portato disagi terribili alla famiglia (non preoccupatevi, dopo il terzo o quarto capitolo di questa cosa non si sente più parlare). Ora, questo genere di pensiero non esisteva già più praticamente quando avevo io tredici anni: sapevamo come si trasmetteva l’AIDS, all’epoca. Con questa premessa, avevo immaginato un libro ambientato più o meno negli anni ottanta; invece smartphone, wifi, riferimenti ad Obama e termini come “disforia di genere”, mi fanno chiaramente capire che questa ragazzina ha tredici anni in questo momento storico, non trent’anni fa. Il che è semplicemente assurdo.
5) Ho seri dubbi, pur non essendo direttamente il mio campo, sull’accuratezza delle procedure mediche descritte. Non mi sbilancio sull’approccio genetico (di cui mi dà fastidio anche solo la presenza, perché per come è scritto il libro sembra voler legittimare il fatto che la protagonista sia una ragazza trans per via di un’anomalia cromosomica, il che è assurdo e penso anche piuttosto offensivo). Ma ci sono campanelli d’allarme sugli aspetti medici: il padre, che si è reciso l’arteria femorale in un incidente domestico, e viene “salvato” con una trasfusione? Da quello che so, in questi casi è dura arrivare vivi in ospedale, figurarsi avere il tempo di trasfondere una sacca di sangue... Ancora, il trattamento ormonale viene prescritto alla madre di Michelle per la figlia prima ancora che ci sia una diagnosi? In un’altra scena ancora, cinque medici si apprestano a sottoporre la ragazzina tredicenne ad un esame dei genitali, ed è lei a richiedere la presenza della madre... Quindi erano tutti pronti a procedere su un minore senza la presenza di un genitore? Un altro esempio: un tecnico di laboratorio preleva un campione per un’analisi del DNA a vari membri della famiglia, e lo fa con un tampone orale (che è sensato) e tagliando la punta di alcuni capelli... Forse mi sbaglio io, ma non serviva il follicolo? Perché per ottenerlo è necessario che i capelli siano strappati alla radice. Insomma, anche su questi aspetti ho grossi dubbi sul fatto che l’autrice abbia fatto ricerche su quello che ha scritto, fosse anche su wikipedia.
6) Per concludere, due parole su come è scritto questo libro: l’unica cosa credibile è l’uso della prima persona in relazione ad un narratore tredicenne. Penso ci siano più punti esclamativi che punti fermi in queste pagine; inoltre, la proprietà di linguaggio del narratore è a livelli consoni per un’adolescente. Peccato che nel discorso diretto Michelle parli grossomodo come se avesse mangiato un’enciclopedia a colazione tutti i giorni dalla prima elementare: quando le chiedono come ha capito di essere una ragazza fa esempi citando tranquillamente Einstein, e un paio di volte spiega molto delicatamente ai medici con cui parla come fare il loro lavoro, in termini tecnici. Insomma, è chiaro che si tratta di una ragazza intelligente e con conoscenze superiori alla sua età; peccato che non la si veda aprire un libro in tutto il romanzo, dal momento che per essere considerata una ragazza deve preferire fare shopping...
In conclusione, no. Questo libro non mi è proprio piaciuto, se non si era capito.
Alfabeto Challenge: Lettera X
Molto Rumore per Nulla, di William Shakespeare.
Alla fine ho deciso di leggere, come ultimo classico della Challenge, qualcosa che conoscevo e che sapevo mi sarebbe piaciuto. Ho letto diverse cose di Shakespeare (ormai molti anni fa, a dire il vero), e questa è sempre stata la mia commedia preferita… considerando che preferisco di gran lunga le tragedie. Ma avevo voglia di un classico leggero (e questa volta ho avuto il buon senso di limitarmi ad una traduzione), e l’ho trovato perfetto per lo scopo. In realtà mi ha proprio fatto ridere ad alta voce, il che penso che sia la cosa migliore che possa fare una commedia.
Un Classico al Mese: Dicembre
The Secret History, di Donna Tartt.
Ho deciso di concludere l’anno tornando ad un vecchio amore, quello per questo libro. L’ho letto moltissime volte in passato, ma questa è stata la prima volta in lingua originale. Non è che posso dire molto come commento: adoro questo libro e penso di averne parlato abbastanza su queste pagine perché anche i muri lo sappiano.
Wrap up della librovora Marty
Book Count: 3
Libri letti:
Queen of Air and Darkness, di Cassandra Clare.
Considerando che era il libro più atteso di quest’anno, non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Nel senso che i ¾ di quello che è successo proprio non me lo aspettavo. Ho pianto esattamente tre volte durante la lettura: la prima volta all’inizio, quando la storia riprende esattamente dove si era interrotta in Lord of Shadows (e sappiamo tutti cosa è successo alla fine del libro precedente); la seconda circa a metà, nella seconda parte del libro, quando un personaggio in particolare comincia a raccontare degli avvenimenti piuttosto tristi che le sono capitati; e la terza, alla fine, perché c’è un matrimonio… e quello che si fa ad un matrimonio è piangere come dei disperati. Almeno per me. Questo per dire che dovreste preparate i fazzoletti. Sono stata molto contenta della risoluzione finale, e di come si sono risolte tutte le vicende personali, e non, dei personaggi. E anche di quelle che non si sono risolte, perché hanno comunque aperto la strada per la prossima serie, per la quale dovremmo aspettare almeno 3-4 anni. E dopo questa bellissima (sì, certo) realizzazione, ho concluso!
Alfabeto Challenge: Lettera Q
Lo schiaccianoci, di E.T.A. Hoffmann.
Mi mancava leggere una favoletta quest’anno. Il momento più bello è sicuramente quando lo Schiaccianoci porta la protagonista a visitare il suo regno e tutti i nomi dei luoghi sono un po’ come quelli della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka: zuccherosi e caramellosi. Per il resto è stato un racconto molto tranquillo e piacevole, che ho letto in poco tempo, e perfetto per il Natale.
Un Classico al Mese: Novembre
Il canto di Natale, di Charles Dickens.
Tutti conosciamo la storia del Canto di Natale di Dickens, ma possiamo veramente dire di conoscere BENE la storia del Canto di Natale di Dickens? Un po’, purtroppo o per fortuna, leggendo per la prima volta il libro, ho conosciuto particolari della storia che per una parte arricchiscono lo sfondo, ma per il resto sono solo di contorno e non aggiungono niente alla vicenda di Scrooge, che rimane comunque molto toccante.
Un Classico al Mese: Dicembre
Wrap up della librovora Gioneb
Book Count: 4
Libri letti:
Queen of Air and Darkness, di Cassandra Clare.
La prima parte di questo libro, come i due libri precedenti, mi ha un po’ deluso: prima di tutto perché mancano tutti gli intermezzi comici a cui ero abituata nelle altre serie. Un’altra cosa che ho da dire è che i personaggi mi sono sembrati tutti banali, e non sono riuscita ad affezionarmi davvero a nessuno di loro. La prima volta che ho incontrato Dearborn ho pensato “questa è la versione sbiadita di Valentine” e, più leggevo le sue azioni, più si allontanava da Valentine andando verso il banale. Ad un certo punto del libro viene ribadito che Julian non ha più sentimenti, e questo mi ha fatto pensare a Sebastian e, quindi la cosa mi è sembrata riciclata. Dalla seconda parte in poi le cose però sono migliorate. Mi è piaciuta di più la storia e ho in qualche modo ritrovato la Clare che mi aveva conquistata nelle serie precedenti… anche se gli intermezzi comici non sono tornati quelli di una volta. E non posso non nominare l’evento finale… a cui seguono ad essere onesta un paio di scene, delle quali non ricordo praticamente niente, tanto ero rimasta con la testa alla parte dell’evento in questione.
The XY Axis, di Karin Bishop.
Avete già letto cosa pensa di questo libro la mia collega librovora, e direi che non ho molto altro da aggiungere. La differenza di voto tra noi due è data dal fatto che all'inizio mi aveva preso tantissimo; poi, con l’andare avanti della lettura, sempre più cose hanno iniziato a suonarmi male. Insomma, alla fine di questo libro abbiamo sparlato per delle ore tra noi librovore, e mano trovavamo sempre meno motivi per amarlo.
Il canto di Natale, di Charles Dickens.
Conoscendo già la storia, sono rimasta un po’ delusa dal fatto che non ci fosse molto di più in questo libro della trama pura e semplice che ricordavo da altre versioni di questo racconto. Però è stata comunque una bella lettura, perché la storia mi piace, a partire dall’idea dei fantasmi che visitano il protagonista per guidarlo sulla retta via.
Un Classico al Mese: Novembre
Il grillo del focolare, di Charles Dickens.
Anche quest’anno ho letto questo libro e, per la milionesima volta, ho riscoperto perché mi piace. In realtà questa rilettura è stata un po’ diversa: per la prima volta il personaggio di Dot mi ha fatto storcere il naso in alcuni suoi comportamenti; inoltre ho notato molte sfumature in più del personaggio del Procaccia, che me lo hanno fatto apprezzare di più. E’ sempre un valore aggiunto quando, rileggendo un libro, si scoprono cose che non si erano viste nelle letture precedenti.
Un Classico al Mese: Dicembre
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