Recensione di La ragazza che sapeva troppo, di M.R. Carey
Titolo: La Ragazza che sapeva troppo (The Girl with all the Gifts)
Autore: M.R. Carey
Editore: Newton Compton (italiano), Orbit (Inglese)
Lingua: Italiano, Inglese
Genere: Horror, Sci-Fi, Post Apocalittico
Trigger: Zombie. Bambini zombie.
Note: Ho trovato scelte molto discutibili nella traduzione italiana, nonché frasi tradotte e formulate male. Consiglierei la lettura in inglese.
Sinossi: Melanie, dieci anni e un quoziente intellettivo altissimo, ogni mattina aspetta paziente nella stanza dove vive chiusa a chiave che la vengano a prendere per portarla a fare lezione.
Ma non è una gita di piacere, gli incaricati la legano a una sedia a rotelle mentre il sergente Parks la tiene di mira con una pistola carica. In classe ci sono altri ragazzini, legati come lei a una sedia e incapaci di liberarsi in attesa di essere sottoposti ai test medici della dottoressa Caroline Caldwell, che sta disperatamente cercando una cura all’epidemia. Fuori da lì il pianeta, infatti, a causa di un virus sconosciuto, ha visto la trasformazione della maggior parte delle persone in esseri senza coscienza che si nutrono di carne umana. Melanie è la prossima detenuta destinata alla dissezione, nonostante la sua insegnante si sia opposta con tutte le forze a questa pratica atroce, nella speranza di salvarla. E proprio quando tutto sembra davvero perduto, Melanie riuscirà a fuggire. La ragazzina diventerà il nuovo leader della rivolta? E il genere umano sopravviverà?
Letto da: miki_tr
Recensito da: miki_tr
Commento:
Q&A
1) Cosa ti ha convinto a leggere questo libro?
Me lo sto chiedendo anch’io. Di norma non leggo libri che parlano di zombie. Anzi, mi tengo alla larga da tutto quello che ha a che fare con queste creature. Non mi affascinano neanche un po’. Non so nemmeno perché ho letto la sinossi di un libro con questa ambientazione, ma mi ha incuriosito. Bambini zombie intelligenti? Esce dal solito stereotipo.
2) Valeva la pena leggerlo?
Sorprendentemente, sì. Mi è piaciuto, e non ci credevo neanche un po’. Leggerlo è stata più una sfida a me stessa, perché cominciava ad essere imbarazzante non aver mai affrontato un libro del genere. Una volta iniziato, però, mi ha coinvolta!
3) Qual è il punto di forza di questo libro?
Non so cosa possa attirare gli amanti del genere (come dicevo, non lo sono affatto), ma quello che ha convinto me è stata Melanie, la protagonista. Vedevo il modo in cui leggeva la sua realtà e intuivo come le cose fossero diverse da come lei le stava interpretando. Man mano che lei prendeva consapevolezza, io mi affezionavo a lei.
Anche lo stile può essere uno dei punti forza del libro; non è di certo valorizzato dalla traduzione, però è veloce e dosa bene le descrizioni; inoltre il tono della bambina è coinvolgente, e i capitoli da punto di vista di Melanie sono quelli che ho preferito.
4) E invece, il punto debole di questo libro?
Sono sicura, vista la fortuna del genere, che a qualcuno piacciano queste cose… ma io proprio non sono riuscita ad amare le descrizioni di putrefazione ed esseri ripugnanti falciati come mosche in diversi punti del libro.
5) Qual è il tuo personaggio preferito?
Melanie. Nonostante tutto, è una bambina adorabile. Anche quando divora allegramente il suo prossimo. Poi è uno zombie con il senso morale, cosa potevo chiedere di più?
6) Leggeresti ancora un libro dello stesso autore?
Stesso autore, probabilmente sì. Stesso genere… sono molto convinta che proprio la particolarità della trama mi abbia colpito, ma dubito che apprezzerei qualcosa che parli di zombie in un senso più classico. Non so, le parti più tipiche del genere di questo libro sono quelle che mi sono piaciute di meno, quindi leggerei un altro libro dell’autrice, ma non necessariamente un altro libro che parli di zombie.
7) A chi lo consigli?
A chi non ama il genere e vuole una storia comunque interessante, a patto che non sia qualcuno infastidito da scene piuttosto splatter e una buona dose di orrore e raccapriccio.
8) Per quale casa di Hogwarts è adatto?
Qualcosa del modo in cui la scienza è vista in questo libro parla di Corvonero; forse anche il modo in cui i vari pezzi della trama si incastrano ha la sua attrattiva per questa casa. Ma i personaggi, la loro lotta per sopravvivere e per restare umani, la loro continua necessità di ridefinire cosa sia l’umanità, mi suggeriscono di assegnare questo libro ai Grifondoro. C’è un eroismo di fondo di fronte alla disperazione che penso possa piacere ai membri di questa casa.
TAG: m.r. carey, recensore: miki_tr, stand alone, grifondoro, recensioni tremende
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