30 ottobre 2017

Andiamo al Lucca Comics Book Tag

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Andiamo al Lucca Comics Booktag

Salve a tutti! Abbiamo creato un nuovo Book Tag, questa volta con uno scopo preciso: annunciare ufficialmente il primo breve hiatus di questo blog.
Infatti dal primo al 5 di Novembre le vostre librovore preferite saranno fuori città. In particolare, saremo in quel di Pisa e Lucca per partecipare, come facciamo tutti gli anni, al Lucca Comics and Games!
Per chi non lo sapesse, si tratta di un evento annuale in cui l’intera città di Lucca ospita centinaia di stand e iniziative per la gioia di tutti i nerd d’italia. Sono cinque giorni intensi di fangirlamento e treni strapieni, in cui saremo senza computer e probabilmente anche senza libri da leggere… ma sorprendentemente tutto ciò non ci mancherà. Torneremo incredibilmente cariche di emozioni e, speriamo, anche di qualche bel libro nuovo!
Per ora vi lasciamo con questo book tag che cerca di raccontare un po’ la nostra esperienza e come viviamo questi giorni così intensi.


Un anno di attesa: un libro che hai aspettato tanto e finalmente hai letto.
Gi: L’amuleto di Samarcanda, di Jonathan Stroud. In realtà per adesso l’ho solo iniziato, visto che sono impegnata tra libri per il club di lettura e altri da leggere per non rischiare che le altre Librovore mi tolgano la parola. L’ho cercato per tanto tempo in biblioteca, ma qualche mese fa l’ho trovato in un negozio di libri usati e l’ho comprato subito.
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Ma: Andando un po’ indietro ricordo che da ragazzina aspettai davvero tanto Harry Potter e l’Ordine della Fenice, di J.K. Rowling, ma l’attesa è valsa la pena.
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Mi: Tutte le serie di Shadowhunter, di Cassandra Clare. Erano anni che la librovora Marty mi parlava di questa serie, e finalmente mi sono decisa a leggerla. Inutile dire che sono stata contenta di averla ascoltata!
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Trovare la casa: un libro rilassante da leggere prima di andare a letto.
Gi: Princesses Behaving Badly, di Linda Rodriguez McRobbie. In questo periodo ho iniziato a leggerlo proprio prima di andare a letto. Nel libro sono raccolte le storie vere di principesse che non hanno esitato a uccidere, imbrogliare o andare a combattere in prima linea per il proprio popolo. Essendo il racconto di ogni principessa molto corto (ma non troppo) posso leggerne uno o due prima di andare a dormire presto, senza lasciare la storia in sospeso. Presto arriverà la recensione!
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Ma: Geekerella, di Ashley Poston. Storia molto leggera, che pensavo si sarebbe rivelata scontata, ma che, grazie ai personaggi originali, non lo è stata affatto.
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Mi: Fangirl, di Rainbow Rowell. Più che per la storia, perché lo stile dei libri della Rowell per me ha qualcosa di confortante e mi rilassa.
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Fare i biglietti: un libro che è valsa la pena comprare cartaceo.
Gi: Il mago, di Lev Grossman, o anche L’ordine della spada, di Virginia De Winter. Adesso che li ho comprati cartacei posso passarli alle altre due librovore e chissà che non li leggano presto.
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Ma: Partendo dal fatto che ogni libro sarebbe da comprare cartaceo, ma, ahimè, lo spazio in casa non è infinito e tocca comprare gli E-book, un’edizione veramente bella che possiedo è Sette minuti dopo la mezzanotte, di Patrick Ness, con le illustrazioni di Jim Kay. Per immergersi ancora meglio nella storia e vedere con i propri occhi il mostro che disturba i sogni di Conor.
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Mi: Illuminae, di Amy Kaufman e Jay Kristoff. In questo caso, non si tratta di un classico romanzo, ma di una raccolta di documentazione. Il libro contiene formattazioni particolari, immagini e grafiche che sono molto più godibili nell’edizione cartacea.
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Il viaggio in treno: un libro con un viaggio.
Gi: La ladra della Primavera, di Marina Fiorato. La protagonista è costretta a viaggiare per tutta la penisola italiana per salvarsi la vita: partendo da Firenze tocca Roma, Napoli e Venezia.
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Ma: Everything, Everything, di Nicola Yoon. Una ragazza, con una rara condizione che non le permette di uscire di casa da sempre, decide di correre il rischio e uscire dalla sua bolla con l’aiuto del suo ragazzo, e intraprende il viaggio che avrebbe voluto fare da tutta la vita.
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Mi: The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue, di Mackenzi Lee. Lo so, cito questo libro in ogni salsa, ma è necessario. La storia comunque segue i protagonisti durante il loro Grand Tour, cioè il viaggio in giro per l’Europa tipicamente compiuto dai giovani delle classi abbienti nel diciottesimo secolo; nonché delle numerose deviazioni e avventure che i giovani vivranno, toccando tante grandi città europee.
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Il pranzo al sacco: un libro corto.
Gi: I dannati di Malva, di Licia Troisi. Ho letto questo romanzo durante un’ora particolarmente noiosa di educazione tecnica a scuola alle superiori. E’ un libro molto corto, solo 184 pagine, ma ha fatto il suo dovere di non farmi annoiare.
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Ma: Coffee Boy, di Austin Chant. Corto ma efficace, con un protagonista sarcastico, ma che sa anche essere dolce.
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Mi: Every Heart a Doorway, di Seanan McGuire. Nella mia edizione e-book sono solo 134 pagine, ma la brevità trae in inganno. Non mi capacito di come in così poco testo l’autrice sia riuscita a condensare in maniera più che soddisfacente una trama così complessa…   
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Il Japan Town: un libro ambientato in Giappone.
Gi: Silenzio, di Shusako Endo. Sono sicura di aver letto altri libri ambientati in Giappone (sto leggendo Io sono un gatto, di Natsume Soseki, ma mi ci vorrà tanto prima di finirlo, quindi non l’ho scelto), ma non me ne viene in mente un altro. Mi dispiace un po’ metterlo perché proprio non mi è piaciuto.
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Ma: your name., di Makoto Shinkai. Libro che si divide tra la moderna Tokio e la cittadina rurale sperduta tra le montagne di Itomori, e ci fa apprezzare tutti e due i lati del Giappone: quello più moderno, ma anche quello più antico e legato alle tradizioni.
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Mi: Memorie di una Geisha, di Arthur Golden. Non a caso questo libro sta diventando un classico… è un capolavoro, leggere per credere!
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Il Games: un libro ambientato in un altro mondo.
Gi: Seraphina, di Rachel Hartman. Nel mondo in cui è ambientato questo romanzo gli esseri umani convivono con i draghi, i quali possono assumere sembianze umane. Per saperne di più potete leggere la mia recensione.
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Ma: The Selection, di Kiera Cass. Lettura molto leggera e senza tanti colpi di scena, questo libro però fa scoprire un mondo distopico che forse valeva la pena esplorare di più.
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Mi: The Forgetting, di Sharon Cameron. Questa domanda è più difficile di quello che sembra, visto quanti libri ho letto, soprattutto di recente, ambientati in angoli nascosti del nostro mondo. Ma questo libro è dichiaratamente ambientato su un altro pianeta.
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Gli Editori: un libro di cui vorresti conoscere l’autore.
Gi: L’ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafon. Ho adorato tutti i suoi libri e prima o poi non mi dispiacerebbe incontrarlo.
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Ma: If we were villains, M.L. Rio. Non solo perché è uno dei libri più belli che abbia letto quest’anno, ma anche perché questa autrice è molto attiva su Tumblr e quindi ha uno spirito da fangirl affine al mio.
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Mi: Tanti, tra cui la stessa della mia collega qui sopra. Potrei pensare di ripiegare su una classica Rowling, ma… sarebbe troppo facile. Ora, se potessi scegliere chiaramente sarebbe lei. Ma ipotizzando uno scenario appena più plausibile, dirò Mackenzi Lee, autrice di This Monstrous Thing e The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue (di cui ho parlato fino alla nausea). Vorrei dirle che due dei suoi libri su due hanno preso il massimo della valutazione da me… come fa?
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Tutte le Librovore: Ovviamente tutte vorremmo incontrare la Rowling, non solo Miki… ma per questa domanda ci siamo ripromesse di scegliere qualcun altro!

Le Mura: un libro con personaggi originali.
Gi: La Guida Galattica per Autostoppisti, di Douglas Adams. Questa serie è piena di personaggi uno più strano dell’altro, e non c’è da sorprendersi di questo, visto che sono quasi tutti alieni.
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Ma: This Savage Song, di Victoria Schwab. Ho scelto questo libro non in particolare per i protagonisti, ma per i mostri che invadono la città e che sono estremamente originali, soprattutto per il modo in cui nascono.
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Mi: Ne ho tanti, di questi… la particolarità dei personaggi è spesso uno degli elementi principali che mi fanno innamorare di un libro. Uno per tutti, dirò la serie The Great Library, di Rachel Caine. Ha un cast di personaggi particolarmente ampio e vario, e sono tutti caratterizzati incredibilmente bene.
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I Temporary Shop: un libro che avrebbe dovuto durare di più.
Gi: A Madness so Discreet, di Mandy McGinnis. Ho adorato fino alla fine questo libro e avrei voluto continuasse ancora, nonostante sia lungo 286 pagine.
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Ma: Player One, di Ernest Cline. Alla fine l’ho citato comunque. Poteva essere una trilogia per i miei gusti!
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Mi: Di solito il mio gradimento di un libro dipende anche dalla sua capacità di durare esattamente il giusto per quella storia. Ciò detto, non sono immune alla sindrome del “ne voglio ancora”, anzi, è qualcosa che mi capita spesso! Di recente, avrei voluto che non finisse mai Peter Darling, di Austin Chant. E’ un libro che mi è piaciuto molto, e sarei andata avanti ore a leggere delle avventure di Peter Pan e Hook senza stancarmi!
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Cantare le sigle dei cartoni per strada: un libro della tua infanzia.
Gi: Il capitano e la sua nave, di Stefano Bordiglioni. Considerando che Stefano è stato il mio maestro alle elementari, uno qualsiasi dei suoi libri (soprattutto quello scelto) mi riporta indietro nel tempo.
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Ma: La princetta e il capitano, di Anne-Laure Bondoux. E’ stato il primo libro che abbia mai letto, e con il primo libro arrivarono anche i primi pianti.
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Mi: Ce ne sono tanti a cui sono legata, tanti che ho letto e riletto mille volte. Il primo che mi viene in mente, banalmente, è I Tre Moschettieri, di Alexandre Dumas padre. Ho consumato sia quello che i suoi seguiti (letteralmente: li ho ancora ma cadono a pezzi), li ho letti ad alta voce a mio fratello, ci sono tornata per anni ogni volta che non sapevo cosa leggere, e infine li ho riletti da adulta (in edizione integrale) e amati come la prima volta.
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La cena indiana: un libro che rileggeresti ogni anno.
Gi: Questa è facile, ho fatto anche una top ten sui libri da rileggere. Il grillo del focolare, di Charles Dickens. Avevo l’abitudine di rileggerlo ogni anno in estate, ma l’ho persa… dovrei riprenderla, è un libro veramente bello.
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Ma: Per non citare sempre Harry Potter o Player One, un libro che bisognerebbe rileggere ogni anno è Nimona, di Noelle Stevenson. Graphic novel nuovissima e anche molto divertente sul tema dei buoni e cattivi.
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Mi: E invece io dirò proprio Player One, di Ernest Cline. E’ diventato un cult, per me! Però devo dire che anche Harry Potter va citato. Ad essere onesta, per anni ho letto e riletto la serie almeno una volta l’anno, forse di più.
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Incontrare le amiche: un libro di cui hai bisogno di parlare con gli altri.
Gi: Nessun Dove, di Neil Gaiman. Non conosco nessuno che lo abbia letto, quindi non ho nessuno con cui parlarne, ma adesso che so che c’è un seguito devo escogitare un piano per farlo leggere alle altre Librovore.
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Ma: La serie Shades of Magic, di V.E. Schwab. Chi vuol capir capisca!
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Mi: Se le mie colleghe librovore non si sbrigano a leggere The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue, di Mackenzi Lee, e a fangirlare con me, potrei piangere. Ma tanto. Comunque credo di non poter ripetere due o tre volte lo stesso libro nello stesso Book Tag, quindi un altro di cui potrei parlare per ore è La canzone di Achille, di Madeline Miller. Peccato che alla mia collega librovora che l’ha letto io non lo possa nemmeno nominare senza scatenare lacrime…
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Il recap degli acquisti: l’ultimo libro di una serie.
Gi: The Master Magician, di Charlie N. Holmberg. Ho scelto questo semplicemente perchè è il libro finale dell’ultima trilogia che ho concluso. La mia collega Librovora Marty ha anche fatto una recensione su tutta la trilogia (QUI) che condivido, quindi non dirò altro.
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Ma: Champion, di Marie Lu. Serie distopica molto carina, che non mi aspettavo di amare così tanto e con una degna conclusione, non troppo scontata, e un finale semi aperto in questo ultimo libro.
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Mi: Shadowhunter le Origini: La Principessa, di Cassandra Clare. Ho scelto questo perché The Infernal Devices è conclusa, e mi è piaciuta molto di più come serie di The Mortal Instrument. E perché così, ogni tanto ho bisogno di parlarne. In particolare di Jem, credo. Non so, qualcuno ha sei ore di cui non sa cosa fare per parlare di Jem e Will e Tessa e tutti gli altri con me?
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Il viaggio di ritorno: un libro triste e malinconico.
Gi: Tutta la luce che non vediamo, di Anthony Doer. Non so perché, ma mi è venuto in mente questo d’istinto.
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Ma: La canzone di Achille, di Madeline Miller. Io questo libro
lo chiamo “innominabile” proprio perché se qualcuno lo nomina scoppio a piangere. Traete voi le vostre conclusioni.
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Mi: Triste e malinconico forse non è del tutto il mio genere. Però questa descrizione si adatta bene a The Ghost of Buxton Manor, di Jonathan L. Ferrara, che ho adorato, anche se forse non in particolare per i suoi aspetti più malinconici.
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Un altro anno di attesa: il libro che stai ancora aspettando.
Gi: Il seguito di Nessun Dove, Seven Sisters, di Neil Gaiman. Non vedo l’ora di immergermi di nuovo nella Londra Sotterranea e scoprire quali altri dettagli meravigliosi Gaiman ha ideato.

Ma: The Queen of Air and Darkness, di Cassandra Clare. Per i miei gusti questo libro doveva uscire ieri, visto come è finito quello prima, ma l’attesa sarà veramente lunga e pesante. Ancora non c’è neanche la copertina di questo libro!

Mi: Purtroppo ancora priva di notizie sul titolo, aspetto con ansia il quarto libro della serie The Great Library, di Rachel Caine. Il terzo è finito con un cliffhanger spaventoso e mi sto mangiando le unghie in attesa di sapere come va avanti la saga!

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