26 maggio 2022

Covers Vs Cover: Maggio 2022

 3

Covers Vs Cover: Maggio 2022


Copertine belle, copertine brutte… è quel momento del mese in cui guardlibriamo solo l’estetica, e non la sostanza. Perché noi Librovore non disdegnamo di giudicare un libro dalla sua copertina… 



1- Born of Illusion, di Teri Brown.

GI: La prima è quella che mi ha fatto comprare il libro, e rende forse meglio dal vivo. Però mi piace più la seconda per il font.

MA: Mi piace di più la prima solo per lo sfondo. La figura sulla sinistra della copertina si potrebbe anche togliere. 

MI: Non amo tantissimo le persone sulle mie copertine. Premesso questo, l’atmosfera della prima non mi dispiace, ma complessivamente la cosa che mi piace di più è il font della seconda.


2 - Quando l’imperatore era un dio, di Julie Otsuka.

GI: Fra le due preferisco la seconda, perché è un po’ più originale, sia per la scelta di mettere al centro un bonsai al posto del classico fiore di loto, sia per come sono disposti gli elementi nella copertina.

MA: In realtà mi piacciono tutte e due. Nella prima sembra che il fiore esca dalla copertina, mentre la seconda mi ricorda un disegno su pergamena.

MI: Due belle copertine. Il mio voto va alla seconda praticamente solo perché mi piace di più l’abbinamento dei colori.


3 - Rain Watcher, di Tatiana de Rosnay.

GI: In realtà mi piacciono tutte e due. Della prima mi dà un po’ fastidio il titolo in bianco, che è difficile da leggere. Della seconda vorrei capire dove stia camminando la persona.

MA: Mi piace più la prima, perché nella seconda non capisco bene cosa rappresenti lo sfondo. Più che pioggia sembra… photoshoppato male.

MI: Secondo tutti i parametri che guardo di solito, dovrebbe piacermi più la prima. Mi piace, ma i colori della seconda mi colpiscono molto di più, e alla fine preferisco guardare quella.


4- La Biblioteca di Parigi/The Paris Library, di Janet Skeslien Charles.

GI: La seconda è più originale. Quindi mi piace di più, anche se mi attrae anche la prima, per quanto più scontata.

MA: Mi piacciono tutte e due. Però la seconda ha il font del titolo più bello e originale.

MI: Della seconda sono innamorata del modo in cui è scritto il titolo. Senza dubbio è la mia preferita. Curiosamente, però, dalla seconda si potrebbe pensare che, come in tantissimi romanzi del genere, ci sia di mezzo l’aviazione. Non è il caso di questo libro.


5- Gallant, di V.E. Schwab. 

GI: Mi piacciono tutte e due, soprattutto messe vicine: sono una il negativo dell’altra, cosa che potrebbe anche rispecchiare molto il libro (sono solo all’inizio).

MA: Non capisco bene il senso della seconda, perché i colori della prima sono talmente belli… non capisco perché farla in bianco e nero.

MI: Io sono l’unica delle tre che ha finito il libro, e il senso della copertina in bianco e nero lo vedo. Quella a colori è bellissima, ma quella in bianco e nero mi fa impazzire.


6- La società letteraria di Sella di Lepre/The Rabbit Back Literature Society, di Pasi Ilmari Jääskeläinen.

GI: Sono entrambe molto confusionarie. Mi piace lo stile di entrambe, ma proprio perché sono eccessivamente piene non riesco ad apprezzare appieno nessuna delle due.

MA: Concordo sul fatto che siano confusionarie. Mi piace di più la prima, per il fatto che ci sia almeno un elemento, la macchina da scrivere, su cui ci si può concentrare.

MI: Direi che le copertine confusionarie stanno benissimo con il libro… comunque mi piacciono entrambe, in realtà, anche se preferisco la seconda, perché la scritta sul fondo nero per me ha sempre un certo fascino.


7-The Dead Fathers Club, di Matt Haig.

GI: Sono due copertine molto diverse, ed è quasi difficile confrontarle. Infatti nessuna delle due mi fa impazzire. Forse, se la prima avesse avuto lo sfondo di un colore diverso, mi sarebbe piaciuta di più.

MA: Francamente nessuna delle due mi piace, ma se devo dire quale è più rilevante rispetto al libro, è la seconda, nonostante faccia pensare ad un libro per ragazzini. Invece il libro non è assolutamente un middle grade.

MI: Io ho diversi libri di Matt Haig, con le copertine della cui serie fa parte la prima. Non è che mi faccia impazzire, ma sta bene con le altre, quindi alla fine se dovessi comprarlo sceglierei quella.


8-Until the Last of Me, di Sylvain Neuvel. 

GI: Mi piace di più la prima. Il fatto che lo sfondo non si veda benissimo, e faccia risaltare così il titolo, mi ha colpito subito.

MA: Mi piacciono tutte e due, e non saprei scegliere. Per altro, anche se nella prima lo sfondo non è così evidente, tutte e due sono molto adatte al libro. Non so scegliere… 

MI: La prima è senza dubbio la mia preferita, anzi: esteticamente è una delle copertine più belle che abbia visto negli ultimi tempi. In realtà mi piace anche la seconda. Solo che la prima è bellissima.



9-Book Jumper, di Mechthild Gläser.

GI: Della seconda copertina non mi piace l’abbinamento di azzurro e rosa. Se quei colori avessero avuto dei toni diversi, magari più scuri, mi sarebbe piaciuta molto di più. Così non stanno bene insieme. Per questo preferisco la prima, anche se è meno originale. 

MA: A me piace proprio la combinazione di colori della seconda, o meglio: mi piace lo sfondo. Avrei apprezzato anche un altro colore al posto del rosa. E comunque ho sempre il problema che le persone sulle copertine non mi fanno impazzire.

MI: Delle mie due colleghe, concordo con la Librovora Gioneb. Come design preferisco decisamente la seconda. Come colori, lasciamo stare.


Nessun commento:

Posta un commento