Due Book Tag
Febbraio è il secondo mese del 2022. Sembra ovvio, ma se ci pensiamo, è il 2 mese del 22. Insomma. Due! A cosa ispirarsi per un Book Tag questo mese, se non al due?
Una duologia da consigliare.
Gi: Nel corso della mia vita Librovora ho letto davvero poche duologie e la migliore è Feverwake, di Victoria Lee. La serie è composta da The Fever King e The Electric Heir e da altre due novelle, una ambientata prima e una dopo la storia principale.
Ma: Una duologia molto corta ma intensa e con bei personaggi è la The Greenhollow Duology, di Emily Tesh, composta da Silver in the Wood e Drowned Country.
Mi: Ultimamente non ho letto moltissime duologie, probabilmente perché mi è capitato più di una volta che quelle che dovevano esserlo si trasformassero in trilogie tra il primo e il secondo libro. Una che mi è piaciuta molto è quella composta da The War that Saved my Life e The War I Finally Won, di Kimberly Brubaker Bradley. Consigliata sicuramente a chi ama i middle grade, gli historical fiction e i libri con protagonisti complessi e temi importanti.
Due libri con qualcosa in comune.
Gi: Proprio recentemente per caso ho letto uno di seguito all’altro due libri che ho trovato molto simili tra loro per i temi trattati: Il castello di vetro, di Jeannette Walls, e The Gustav Sonata, di Rose Tremain. In entrambi i romanzi i protagonisti sono costretti a crescere velocemente e a cavarsela da soli perché non possono contare veramente sui loro genitori; in entrambe le storie i protagonisti amano i genitori nonostante tutto e cercano per tutta la vita la loro approvazione.
Ma: Ho trovato molto simile come concetto Sadie, di Courtney Summers e If I Disappear, di Eliza Jane Brazier, perché in tutti e due i libri si cerca una persona scomparsa. Allo stesso tempo la risoluzione delle due storie è molto diversa, ma in entrambi i casi perfetta per il tipo di storia che raccontano questi due libri.
Mi: Due libri che ho letto l’anno scorso mi hanno colpito particolarmente perché hanno lo stesso concetto di base, anche se elaborato in maniera molto diversa. Si tratta di Ban This Book, di Alan Gratz, che potrebbe tranquillamente essere la versione middle grade di Suggested Reading, di David Connis.
Il secondo libro di una serie che non soffre della Sindrome del Libro di Mezzo.
Gi: Hunting Prince Dracula, di Kerri Maniscalco, è il seguito di Stalking Jack the Ripper, ed è altrettanto bello.
Ma: Uno dei pochi libri numero due di una serie che mi è piaciuto forse più del primo è stato Waking Gods, di Sylvain Neuvel, dalla serie Themis Files.
Mi: Per me un grande esempio di questo rimarrà sempre Paper and Fire, di Rachel Caine. Forse dipende dal fatto che The Great Library Series non è una trilogia, ma una serie composta da cinque libri, ma Paper and Fire è uno dei due libri della serie migliori come ritmo e intensità.
Una coppia letteraria che ti piace.
Gi: Stranamente gennaio è stato un mese pieno di coppie interessanti e tra esse è tornata quella formata da Anita e Sebastiano in Il grido della rosa, di Alice Basso, due personaggi che mi piacciono sempre.
Ma: Gli ultimi due che mi hanno fatto perdere la testa sono stati Linus e Arthur, da The House in the Cerulean Sea, di T.J. Klune, per via della dolcezza nelle conversazioni tra di loro.
Mi: Andrò proprio sul classico e dirò Monty e Percy, da The Gentleman’s Guide to Vice and Virtue, di Mackenzi Lee. Li adoro.
Un bel libro scritto da una coppia di autori.
Gi: Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows. L’idea per il romanzo è di Mary Ann Shaffer, ma verso la fine della sua stesura l’autrice si è ammalata gravemente ed ha chiesto alla nipote, Annie Barrows, anch’essa autrice di libri, di completare il romanzo al posto suo.
Ma: Io dico To Night Owl from Dogfish, di Holly Goldberg Sloan e Meg Wolitzer, perché si sente che le due protagoniste sono scritte da due mani diverse per via delle personalità ben distinte, ed è il bello del libro.
Mi: Illuminae, e tutta la serie Illuminae Files, di Amie Kaufmann e Jay Kristoff. La serie è meglio di qualsiasi altra cosa io abbia letto dei due, nonché della loro successiva serie scritta insieme.
Un libro da consigliare che abbia meno di 222 pagine.
Gi: La graphic novel Il piccolo Caronte, di Sergio Algozzino, è poco conosciuta ed è un peccato, perché è davvero originale e interessante.
Ma: Questo non è un romanzo fantasy!, di Roberto Gerilli. Nomino questo perché mi ha fatto venire in mente dei bei tempi e mi è tornata un po’ di nostalgia.
Mi: Mi piacciono le novelle, quindi avrei molte opzioni per questa risposta. Andrò con la più recente, che è Night of the Mannequins, di Stephen Graham Jones.
Un libro con almeno due punti di vista.
Gi: Il romanzo Un incantevole aprile, di Elizabeth von Arnim, racconta di quattro donne inglesi che si sono trovate quasi per caso a passare un mese nella stessa casa in Liguria.
Ma: Mi è venuto in mente The Project, di Courtney Summers, in cui ci sono due punti di vista in due tempi diversi.
Mi: Lettura recente recente, mi viene in mente subito Il fiore perduto dello sciamano di K, di Davide Morosinotto. Anche perché l’alternanza dei punti di vista è gestita in maniera molto interessante per tutto il libro.
Due libri che ami e tra cui non potresti mai scegliere.
Gi: Per ritrovare la calma e la pace è meglio Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, di Mary Ann Shaffer e Annie Barrows o The House in the Cerulean Sea, di T.J. Klune? Io non lo so e, in fondo, non mi interessa saperlo; vanno bene entrambi.
Ma: Ho talmente tanti libri che porto nel cuore che non saprei scegliere neanche due libri tra quale scegliere.
Mi: Più ci penso, più in realtà sono brava a scegliere. Non posso cercare tra i miei preferiti di sempre, perché alla fine della fiera so sempre quale sceglierei. L’unica cosa a cui aggrapparmi sono le ambientazioni: ci sono due universi in cui vorrei vivere e che amo come se fossero casa mia. E ciascuno di questi ha una sua serie. E quindi per ciascuno posso citare un libro, giusto? Quindi posso citare Harry Potter e la Pietra Filosofale, di J.K. Rowling, e il primo libro della serie che mi porto dentro da quando ero una ragazzina, meno chiamata in causa su questo blog, ma non meno amata: si tratta di La Signora delle Tempeste, di Marion Zimmer Bradley.
Un personaggio secondario che preferisci al protagonista.
Gi: Il vero protagonista di Minor Mage, di T. Kingfisher, è l’armadillo… non c’è dubbio.
Ma: Un personaggio secondario che mi ricordo molto bene è Rebecca, da Ban This Book, di Alan Gratz, perché mi piace la sua sicurezza in quello che dice, nonostante la giovane età.
Mi: Per me è molto la norma preferire i personaggi secondari ai protagonisti. Un esempio molto recente è The Language of Ghosts, di Heather Fawcett. La protagonista è Noa e non è male, come personaggio principale, ma Julian è sicuramente una figura molto più interessante.
Se facessi una classifica delle tue letture del 2021, quale libro sarebbe arrivato secondo?
Gi: Questa è una domanda a cui è impossibile per me trovare una risposta, quindi dirò The Project, di Courtney Summers, senza dare altre spiegazioni.
Ma: Già è un miracolo che io abbia trovato il primo; trovare anche il secondo è praticamente impossibile, ma una buona opzione potrebbe essere The Nobleman’s Guide to Scandal and Shipwrecks, di Mackenzi Lee.
Mi: Per me è molto facile rispondere alla domanda, perché ho letto molto tardi il libro che ha vinto il primo premio l’anno scorso, e quando ci preparavamo alle statistiche di fine anno avevo un altro vincitore designato: si tratta di Akin, di Emma Donoghue, che non è arrivato al primo posto per un soffio.
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