Top Ten delle più belle copertine del mio 2019
a cura della Librovora miki_tr
Diciamo la verità: se è proverbiale il divieto di giudicare un libro dalla copertina, allo stesso modo non si può negare che anche l’occhio vuole la sua parte. Insomma, sembra semplice in teoria pensare che la copertina di un libro non abbia a che fare con il suo contenuto, ma spesso e volentieri in realtà è un indicatore del tipo di libro che abbiamo in mano, e soprattutto del tipo di lettore che cerca di attrarre. A volte, a fronte di una bellissima cover, mi sono trovata a leggere un libro che era altrettanto bello; a volte invece la lettura era molto più deludente di quanto l’apparenza promettesse. Oggi ho deciso di prendere le dieci copertine che mi hanno attratto di più l’anno scorso, e di vedere quanto sono in linea con le pagine che racchiudono.
In puro ordine sparso.
The Gallery, di Laura Marx Fitzgerald.
Quando si dice un cover buy… il libro è molto carino, in questo caso, ma la copertina a mio gusto lo supera di gran lunga, sia per la scelta dei colori, che è una delle mie combinazioni preferite, sia per la quantità di dettagli rappresentati. Una copertina molto complessa per un middle grade; per quanto il libro mi sia piaciuto (ho dato una valutazione di quattro librovori), continuo a preferire la copertina.
The Binding, di Bridget Collins.
Probabilmente il libro esteticamente più bello che ho letto l’anno scorso, ma neanche la cover è all’altezza di quello che è diventato uno dei miei libri preferiti di sempre. Cinque librovori alla storia e altrettanti al design, insomma. Il mio libro ideale dentro e fuori.
Enchantée, di Gita Trelease.
1) 2)
Ammetto che non ho scelto questo libro per la copertina, anche perché quella dell’ebook (1), che ho letto in origine, non sarebbe stata in questa top ten, di per sé. Poi la Librovora Marty mi ha fatto notare in libreria la cover dell’edizione inglese (2), ed è stato amore a prima vista. Ho valutato il libro quattro librovori, che è una valutazione superiore a quella che darei alla cover americana, ma inferiore a quella dell’edizione inglese.
The Wicker King, di K. Ancrum.
Forse questa cover non è la mia preferita tra quelle che ho scelto, anche se mi piacciono sempre molto le piccole illustrazioni scarabocchiate sul fondo scuro, ma comunque mi ha colpito prima che leggessi il libro, e devo ammettere che mi ha preso sempre di più man mano che capivo il significato della scelta estetica. Un libro a cui ho dato cinque librovori e che, se anche non ha la cover più bella immaginabile, sicuramente a quella perfetta per lui.
Starworld, di Audrey Coulthrust e Paula Garner.
Adoro i cieli stellati, e questa è una delle mie cover preferite in assoluto, non solo per lo sfondo e i colori, ma anche per il font scelto per la scritta e per come è collocata in verticale nella pagina. Rispetto alla copertina, il libro mi è piaciuto leggermente meno (anche se comunque ha preso quattro librovori, non male), più che altro perché si discosta parecchio dall’atmosfera che avevo immaginato sia dalla sinossi che dalla stessa copertina, andando troppo decisamente nella direzione di tanti altri contemporary.
Slender Man, di Anonimo.
Anche questo libro è stato assolutamente un colpo di fulmine dalla copertina, non tanto per l’illustrazione, che comunque mi ha colpito, quanto per l’assenza di indicazioni sull’autore. Una scelta azzeccata e un libro in cui è difficile valutare il rapporto tra la qualità della storia e quella della cover, che di fatto proprio grazie a questa anonimità è quasi da considerarsi parte integrante della trama.
Middlegame, di Seanan McGuire.
Di questa copertina mi è piaciuta particolarmente l’essenzialità dell’immagine e, come in altri casi, la scelta del font, che trovo assolutamente perfetta per il design generale. Nel caso di questo libro l’aspetto esteriore e la storia vanno di pari passo, sia come atmosfera, che come qualità: ho valutato il libro quattro librovori e mezzo e valuterei allo stesso modo anche la copertina.
Caligula, di Simon Turney.
Nonostante mi sia piaciuto questo libro, ho trovato che avesse uno strano contrasto con la copertina in sé: se infatti il design spunta tutte le mie caselle di gradimento, dalla scelta dei colori alla composizione e decorazione della scritta, il libro in sé non mi ha colpito altrettanto. La copertina si fa notare molto più della storia che, anche se ha oggettive qualità che me l’hanno fatta valutare quattro librovori, tutto sommato è piacevole ma sempre un po’ piatta.
A Sky Painted Gold, di Laura Wood.
Altro caso de “la Librovora Miki si innamora della cover abbastanza da ignorare la sinossi”; ma questo libro resterà negli annali come il cover buy più azzeccato della mia storia personale: non avrei mai deciso di leggerlo basandomi solo sulla trama, ma la copertina me l’ha venduto benissimo e il libro, che ho valutato quattro librovori e mezzo per come mi è piaciuto a dispetto della premessa, è assolutamente all’altezza della sua immagine.
The Lie Tree, di Frances Hardinge.
Ho assolutamente comprato questo libro per la copertina. Sapevo di averlo in TBR ed ero incuriosita dalla storia, sicuro, ma se non avessi visto l’edizione che ho preso, probabilmente starebbe ancora ad aspettare nella mia infinita TBR di Goodreads. Credo si sia capito, a questo punto, che tipo di copertina mi attira, e questa è una delle mie preferite; il che va benissimo a braccetto con il libro, che si è rivelato senza dubbio nella parte alta della mia classifica delle letture del 2019.
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