Recensione (atipica) di Il risveglio di Fenrir, di Paolo Vallerga
Titolo: Il risveglio di Fenrir
Autore: Paolo Vallerga
Editore: La fabbrica delle illusioni
Lingua: Italiano
Genere: Steampunk
Trigger: Violenza, probabilmente intesa come violenza grafica, ma comunque è difficile entrare nella scena abbastanza da rimanerne turbati, secondo noi.
Sinossi: Siamo nell’anno “011” del XIX secolo. Il dottor Vikström, studioso di Qabbaláh e mistica, profondo conoscitore di testi ermetici, si imbatte al Museo Napoleon di Parigi in un documento che lo turba profondamente. Sulle tracce di questo testo, e di alcuni scritti di Keplero ad esso collegati, giunge in una Torino quantomai misteriosa. La sua vita sarà sconvolta da una serie di eventi e incontri fuori dall’ordinario. Altri otto personaggi sono infatti strettamente connessi, ma per motivi completamente differenti, a quel manoscritto. La prospettiva per l’intera umanità è terrificante: il Ragnarök, la fine del mondo nella mitologia norrena, è reale e sta per scatenarsi attraverso il risveglio di Fenrir, il lupo, figlio di Loki, incatenato alle profondità della terra. Se Fenrir si desterà completamente, il Ragnarök avrà inizio e il mondo così come lo conosciamo non esisterà più.
Torino, la città magica per eccellenza, assiste ad una corsa contro il tempo in cui nove personaggi incrociano i propri destini per risolvere quello del mondo.
Letto da: Almeno iniziato da tutto il club di lettura, ma finito da pochi
Recensito da: Le Librovore più tutto il club di lettura
Commento:
Q&A
1) Cosa vi ha convinto a leggere questo libro?
L’abbiamo votato in grande maggioranza, per la maggior parte attirati dalla trama, dall’ambientazione Steampunk e, non in ultimo, dalla presenza di elementi ispirati alla mitologia norrena, che per molti di noi è un argomento sconosciuto e affascinante.
2) Cosa vi ha fatto pensare che vi sarebbe piaciuto?
Gli elementi che abbiamo evidenziato sopra sono quelli che ci avevano spinto a pensare che ci sarebbe piaciuto. In effetti, tutti abbiamo iniziato il libro con le migliori intenzioni di leggerlo, ma la maggior parte di noi non è arrivata alla fine.
3) Salvereste qualcosa di questo libro?
Ognuno di noi ha opinioni diverse in merito.
La Librovora Elfo ha detto che salverebbe probabilmente solo la copertina.
Un librovoro anonimo, e allo stesso modo Gioneb, continuano a pensare che l’ambientazione, nella combinazione di Steampunk e Italia, sia interessante.
Per il resto, solo elementi più o meno di curiosità ci sono piaciuti di questo libro, come il fatto che ci costringesse a cercare notizie sulla mitologia su Wikipedia, o l’ispirazione che nella premessa viene attribuita alla musica di un gruppo metal, il che permette di leggere con la colonna sonora pensata dall’autore.
E’ evidente che questi sono elementi insufficienti per fare di Il Risveglio di Fenrir un buon libro.
4) Quali sono i problemi maggiori?
Un po’ all’unanimità, abbiamo riscontrato che è assolutamente difficile seguire la storia di questo libro. Ci sono molte cose che contribuiscono a rendere problematica la lettura. Per cominciare, anche se è interessante aprire Wikipedia e farsi una cultura sui miti a cui il libro fa riferimento, è quantomeno seccante che per seguire la trama sia necessario affidarsi ad un sito esterno, quando le spiegazione dovrebbero essere nel libro. Ci sono troppi personaggi e di molti non è chiara la rilevanza nella trama; inoltre, per gestire le potenzialità che questi personaggi potevano avere, sarebbe stato necessario averne meno sulla scena. Abbiamo anche trovato delle incongruenze nella storia, che ci hanno reso meno credibile la lettura: è stato fatto l’esempio del fatto che, quando si svolge l’azione, ci sono stati tre anni consecutivi in cui l’unica stagione è stata l’inverno e, nonostante questo, la vita continua in modo pressoché normale.
Il problema più sentito, però, è stata la difficoltà a seguire la storia dovuta al fatto che il libro è, principalmente, scritto male e praticamente senza editing. E’ difficile capire chi parla, perché nei dialoghi mancano riferimenti sufficienti; è difficile capire chi agisce, perché i soggetti dei verbi non sono espressi correttamente; è difficile seguire la storia, perché il linguaggio è pretenzioso e spesso usato in modo improprio.
Potremmo elencare altre mancanze, ma principalmente tutti siamo stati concordi nel dire che questo non era un libro piacevole da leggere.
5) Lo avete finito o interrotto? Perché avete scelto questa opzione?
Dei sei membri del Club di Lettura, nonostante tutti avessero trovato il tempo per almeno iniziare il libro, solo due l’hanno finito. La Librovora Gioneb in particolare perché l’ambientazione le ricordava la campagna di D&D che stava iniziando, e sperava di trovare spunti; un Librovoro Anonimo perché, dal momento che leggeva nelle pause del lavoro, come alternativa avrebbe solo potuto mettersi a lavorare.
I librovori che non l’hanno finito hanno scelto questa opzione perché non stavano comunque seguendo e gradendo la storia; sia la Librovora Elfo che la Librovora Miki, soprattutto, hanno temuto mentre leggevano che forzarsi a finirlo significasse rischiare un blocco da lettura.
6) Dareste un’altra occasione a questo autore?
Il nostro no è stato corale, su questo punto. Nonostante l’autore abbia delle idee che potevano essere valide, non ha dimostrato capacità di scrittura e narrazione sufficienti. Per dirla in maniera scolastica: è intelligente, ma non si applica.
7) Cosa bisognerebbe sapere prima di cominciare a leggerlo?
Da un punto di vista puramente matematico, basandosi sulla nostra esperienza, statisticamente c’è una possibilità su tre che chi lo inizia abbia la pazienza di arrivare in fondo, non trovando comunque l’esperienza particolarmente piacevole.
Seriamente, questa recensione serve anche per avvisare chi capitasse qui che si tratta di un libro scritto in maniera dilettantesca, il che rende molto difficile la lettura e molto alta, in proporzione al divertimento, la spesa per leggere questo libro.
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